Carlo Crivelli: differenze tra le versioni

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Originario di Venezia, si formò a [[Padova]] e in seguito lavorò soprattutto nel sud delle [[Marche]], diventando di fatto il più importante artista attivo sul bacino dell'Adriatico, esclusa la [[Laguna di Venezia|Laguna veneta]]. Influenzato in gioventù da [[Donatello]], la sua arte restò sempre in bilico da un lato con le novità prospettiche, l'intenso espressionismo e il disegno incisivo e nervoso, dall'altro con un sontuoso decorativismo di matrice [[tardogotica]], fatto di marmi screziati, tessuti preziosi, frutti e animali, arabeschi dorati e spesso applicazioni in pastiglia<ref>[[Stefano Zuffi]], Il Quattrocento, Electa, Milano 2004, p. 260. ISBN 88-370-2315-4</ref>.
 
Pur rimanendo, per scelta, isolato dalle grandi correnti dell'arte rinascimentale che attraversavano la penisola, Crivelli si rinnovò continuamente con originalità e una ricerca formale mai interrotta: «Non se ne sta quieto, né mostra di essere pago di una creatività scontata e ripetuta; si arrovella invece nel cercare non composizioni nuove, ma nuove soluzioni formali, quasi soggiogato dalla esigenza di un'impossibile perfezione» (Zampetti, 1986<ref>cit., p. 42.</ref>). La sua ricerca fu diversa da quella dei contemporanei, ma non meno complessa: non cercava il respiro atmosferico del conterraneo [[Giovanni Bellini]], ma si sforzava di inserire momenti di spiccata verità in uno schema arcaizzante e astratto<ref name=Z43>Zampetti, 1986, cit., p. 43.</ref>.
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=== Soggiorni a Camerino ===
Appaiono particolarmente significativi alcuni soggiorni a [[Camerino]], città retta dai [[Varano (famiglia)|Varano]] e viva dal punto di vista culturale, dove operavano diversi pittori, tra cui anche [[Girolamo di Giovanni di Camerino|Girolamo di Giovanni]] e [[Giovanni Boccati]], che Crivelli doveva conoscere già dal comune alunnato presso lo [[Francesco Squarcione|Squarcione]] a Padova<ref name=Z12/>. Erano attivi inoltre alcuni maestri forestieri, come [[Niccolò Alunno]], che dovette avere un certo ascendente sul collega veneziano, pur non essendogli artisticamente inferiore<ref name=Z13/>.
 
Nel [[1482]] firmò il ''[[Polittico di San Domenico di Camerino]]'', al quale dovettero procedere e seguire altri incarichi più o meno impegnativi, per cui si ritiene che per tutti gli anni ottanta l'artista dovette alternare soggiorni ad Ascoli e a Camerino, con la tendenza ad allungare le soste nella seconda, come si evince anche da un documento del [[1488]] in cui è ricordato come "commorante" nella città dei Varano, ovvero abitante con una dimora fissa<ref name=Z12/>. In quegli anni veniva decorato il [[palazzo Ducale (Camerino)|palazzo Ducale]] e non è inverosimile che anche il Crivelli vi avesse messo mano, sebbene non è possibile trovarne traccia negli scarsi frammenti noti.
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== La fortuna critica ==
Analogamente a un altro veneziano trapiantato nelle Marche, [[Lorenzo Lotto]], anche Crivelli subì una certa eclisseeclissi nella storiografia artistica. Ignorato da [[Vasari]], menzionato frettolosamente dagli storici veneziani del Seicento, si dovette aspettare la fine del Settecento per avere un lucido giudizio sulla sua opera, non a caso da parte di un personaggio originario proprio delle terre in cui lavorò Crivelli, l'abate [[Luigi Lanzi]]<ref>Zampetti, 1986, cit., p. 19.</ref>. Egli scrisse: «È pittor degno che si conosca per la forza del colorito più che pel disegno; e il suo maggior merito sta nelle piccole istorie, ove mette vaghi paesetti, e dà alle figure grazia, movenza, espressione [...] . Per il succo delle tinte e per un nerbo di disegno questo pittore può a buon diritto chiamarsi pregevolissimo tra gli antichi. Si compiacque d'introdurre in tutti i suoi quadri delle frutta e delle verdure, dando la preferenza alla pesca ed al citriolo; quantunque trattasse tutti gli accessorj con bravura tale che in finitezza ed amore non cedono al confronto de' fiamminghi. Non sarà inutile accennare che i suoi quadri sono condotti a tempera e perciò a tratti, e sono impastati di gomme sì tenaci che reggono a qualunque corrosivo; motivo per cui si mantennero lucidissimi».
 
[[File:Crivelli, madonna di corridonia.jpg|thumb|left|La ''[[Madonna di Corridonia]]'']]