Prima la musica, poi le parole: differenze tra le versioni

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| produttore = [[Grazia Volpi]], Claudio Grassetti, Francesco Torelli
}}
 
'''''Prima la musica, poi le parole''''' è un [[film]] del [[1998]], diretto dal regista [[Fulvio Wetzl]].
 
==Trama==
[[File:Marina (Anna Bonaiuto) e Giovanni (Andrej "Kolya" Chalimon) in "Prima la Musica, poi le Parole".jpg|thumb|left|Marina (Anna Bonaiuto) e Giovanni (Andrej Chalimon)]]
Il film racconta la storia di Giovanni (Andrei Chalimon), un bambino di sette anni, che viene ritrovato a vagare per la campagna toscana, vestito di un anacronistico cappottino loden anni '50, e con in mano un libro, il Prontuario dei colori, parlando un italiano incomprensibile. "Tocco cometa", "accarezzo mentire", "sabbia canta": sono queste le frasi che il bambino pronuncia, gettando lo sconcerto in chi lo incontra. Presto verrà portato in un ospedale di neuropsichiatria infantile, dove alcuni medici cercheranno di venire a capo del suo strano modo di esprimersi. Linguaggio o conseguenze di un trauma? Un dottore dell'ospedale, Minucci, propende per la seconda ipotesi e cerca con metodi coercitivi comportamentistici, di riportare Giovanni ad un uso corretto della lingua italiana. Ma il bambino regredisce quasi ad una fase autistica. Dentro l'ospedale operano però anche la logopedista Marina ([[Anna Bonaiuto]]), che con la complicità dell'infermiera Elena ([[Barbara Enrichi]]), attribuisce alle strane parole di Giovanni dignità di linguaggio. Una sera il bambino, provato dai continui esperimenti coercitivi di Minucci, scappa dall'ospedale. Marina se ne accorge e lo accompagna nella fuga. Di nuovo Elena l'aiuterà, mettendole a disposizione la casa della madre defunta, a Volterra. In quel luogo, al riparo da sguardi indiscreti, Marina avrà modo di approfondire il rapporto con il bambino, e, spaziando nei metodi di approccio, con altri linguaggi non verbali, come la cromoterapia (linguaggio dei colori), la meloterapia (linguaggio musicale, aiutata in questo dal fidanzato Roberto ([[Gigio Alberti]]), violoncellista. Ma il loro nascondiglio verrà individuato. Marina comunque riuscirà a concludere la sua indagine e a risalire alle cause: riandrà infatti nella sontuosa villa di campagna, dove Giovanni ha vissuto, chiuso ed isolato dal padre Lanfranco ([[Jacques Perrin]]), glottologo impazzito che ha insegnato, per una sua delirante motivazione scientifica, un linguaggio italiano distorto al figlio, provocandone di fatto l'isolamento comunicativo