Origene: differenze tra le versioni

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=== Subordinazione delle Persone Divine ===
{{F|filosofi greci antichi|arg2=teologi|gennaio 2009}}
Le tre Persone della [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]] si distinguono dalle creature per tre caratteristiche: l'assoluta immaterialità, l'onniscienza e la sostanziale santità. Come è ben noto, molti antichi scrittori ecclesiastici attribuivano agli spiriti creati una sorta di ambiente aereo (o etereo) senza il quale non potevano interagire. Sebbene non prenda una decisa posizione, Origene era di questa opinione. Tuttavia, non appena si poneva una domanda sulle Persone Divine, era perfettamente sicuro che non avessero un corpo e non fossero contenute in un corpo; e questa caratteristica apparteneva solamente alla Trinità (''De principiis'', IV, 27; I, VI, II, II, 2; II, IV 3 ecc.). La conoscenza in possesso di ogni creatura, essendo essenzialmente limitata, è imperfetta e, perciò, suscettibile di essere sempre aumentata. Ma sarebbe impensabile che lo stesso principio si applichi alle Persone Divine: come può il Figlio, che è la Saggezza del Padre, essere ignorante di qualsiasi cosa? (''In Joan''., 1,27; ''Contra Celsum'', VI, XVII). Allo stesso modo non si può ammettere l'ignoranza dello Spirito che "indaga le cose profonde di Dio" (''De principiis'', I, V, 4; I, VI, 2; I, VII, 3; "''In Num. him".'', XI, 8 ecc.). Come la sostanziale santità è privilegio esclusivo della Trinità, così è anche l'unica fonte di tutta la santità creata. Il [[peccato]] viene perdonato solo grazie all'azione simultanea di Padre, Figlio, e Spirito Santo. In una parola, le tre Persone della Trinità sono indivisibili nel loro essere, nella loro presenza e nel loro operare.
 
Insieme a questi testi perfettamente ortodossi, altri devono essere interpretati con estrema attenzione, con un'avvertenza: la lingua della teologia non era ancora perfettamente sviluppata e Origene fu il primo ad affrontare questi - spesso difficili - problemi. Apparirà allora, che la subordinazione delle Persone Divine, così grandemente utilizzata contro Origene dai suoi avversari consisteva, generalmente, in differenze di attribuzioni (il Padre "creatore", il Figlio "redentore", lo Spirito "santificatore") che sembravano assegnare alle Persone un diverso campo d'azione, o nella pratica liturgica di pregare il Padre attraverso il Figlio nello Spirito Santo, o nella teoria (molto diffusa all'interno della Chiesa greca dei primi cinque secoli) secondo cui il Padre aveva una preminenza (''taxis'') sulle altre due Persone, per il solo fatto che ordinariamente il Padre era preminente per dignità (''axioma''), poiché rappresentava l'intera Divinità, della quale era il principio (''arché''), l'origine (''aitios''), e la fonte (''pege''). Ecco perché [[Atanasio di Alessandria|Atanasio]] difende l'ortodossia di Origene sulla Trinità e perché [[Basilio Magno|Basilio]] e [[Gregorio di Nazianzo]] risposero agli eretici che rivendicavano l'appoggio della sua autorità che lo avevano frainteso.