God of War (videogioco 2018): differenze tra le versioni
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Sono passati molti anni da quando [[Kratos (God of War)|Kratos]] si è finalmente [[God of War III|vendicato degli dèi dell'Olimpo]], uccidendoli uno dopo l'altro e portando l'[[antica Grecia]] alla rovina. Lo spartano, sopravvissuto allo scontro finale con il sovrano dell'[[Olimpo]], nonché suo padre, [[Zeus]], è fuggito dalla [[Grecia]] ormai devastata e ha viaggiato fino a nord, raggiungendo la terra delle antiche [[Mitologia norrena|divinità norrene]] e stabilendosi in questo nuovo mondo selvaggio, popolato da mostri feroci e guerrieri possenti. Al suo fianco, c'è ora il suo giovane figlio Atreus, con il quale dovrà affrontare un lungo viaggio al fine di onorare l'ultimo desiderio in punto di morte di Faye, la donna guerriera sposata da Kratos dopo che questi era giunto nelle terre del nord: che le sue ceneri vengano sparse sulla montagna più alta dei Nove Regni. Per insegnare a suo figlio come sopravvivere in questa terra selvaggia, Kratos dovrà dominare la rabbia che lo ha consumato per molti anni e accettare il suo nuovo ruolo di padre e mentore del giovane Atreus.
La storia inizia con Kratos che abbatte un albero, da usare come pira per cremare il corpo della sua amata Faye, in quanto questa era una delle sue ultime volontà. Nonostante cerchi di nasconderlo, il vecchio spartano soffre molto per la perdita della sua amata. Recuperato l'albero, nel tragitto di
Tornati a casa, il fuoco ha ormai consumato il corpo di Faye, lasciandovi solo le ceneri, che vengono prese delicatamente da Kratos e messe in un sacchetto. Tutto è ormai pronto per il viaggio. Improvvisamente, uno sconosciuto bussa alla porta. Kratos, ordinando al figlio di nascondersi, lo va a incontrare. Lo sconosciuto afferma di sapere chi è e da dove viene, e sembra possedere poteri divini. In seguito a un violento scontro tra i due, Kratos riesce a ucciderlo, e insieme ad Atreus parte per il loro viaggio. Durante il cammino, i due incontrano per strada il [[nano (mitologia)|nano]] Brok, artefice dell'ascia di Kratos, il Leviatano, che fornirà ad entrambi le sue abilità di fabbro, e una strega che vive nei boschi, in una casa sotto una gigantesca tartaruga. Ella prende subito in simpatia Atreus, mentre rivela a Kratos di sapere che egli è un dio di una terra straniera, e lo avverte riguardo agli dèi norreni, che sono diffidenti nei confronti dei viaggiatori. Arrivati al Lago dei Nove, i due incontrano il Serpente del Mondo [[Jörmungandr]] che, tuttavia, si dimostra amichevole verso di loro.
Arrivati sulla montagna, osservando l' Usando il Bifröst, Kratos e Atreus cominciano a salire per la montagna, scontrandosi con il [[drago]] sputafulmini Hræzlyr, uscendo vittoriosi. Raggiunta la vetta di Miðgarðr, ascoltano una conversazione tra lo sconosciuto, che è ancora vivo, e che si rivela essere [[Baldur]], il dio immortale, insieme ai suoi nipoti [[Móði]] e [[Magni (mitologia)|Magni]], i figli di [[Thor]], e un uomo intrappolato nella corteccia di un albero indistruttibile, di nome Mimir. I tre esigono che egli gli riveli dove scovare Kratos e Atreus, ma Mimir li sbeffeggia, pur non conoscendo i due. Dopo che i tre dèi se ne sono andati, Kratos e Atreus parlano con Mímir, il quale rivela che il loro obiettivo non è la montagna dove si trovano, ma il picco più alto di [[Jötunheim]], la terra dei [[Jǫtunn|giganti]], ma non è più possibile arrivarci, in quanto tutti i passaggi sono stati distrutti per non farvi entrare [[Odino]] e Thor. Mímir, tuttavia, conosce un altro modo, perciò esorta Kratos a tagliargli la testa e farla rianimare dalla strega dei boschi. Tornati alla sua casa, la strega rianima la testa di Mímir, rivelandosi come la dea [[Freyja]], membro dei [[Vanir]], prima di essere ceduta come sposa a Odino per firmare la pace con gli [[Æsir]]. Ciò provoca subito lo sdegno di Kratos, che diffida totalmente di lei, ma sia Freya che Mímir lo avvertono che deve dire ad Atreus della sua vera natura, altrimenti, più il tempo passerà, più la verità sarà più grave da sopportare.
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Kratos e Atreus si rimettono così in viaggio con la testa di Mímir, il quale gli rivela che, per aprire un portale per Jötunheim, avranno bisogno dello scalpello magico del gigante Thamur, assieme alla Runa nera, nascosta nel Tempio di [[Týr]] al Lago dei Nove. Arrivati ai resti del corpo di Thamur, con lo scalpello conficcato nel cranio, i tre vengono attaccati da Magni e Móði. Al termine del combattimento, Kratos uccide Magni, e Móði, incredulo e terrorizzato davanti alla morte del fratello, fugge. Kratos riesce così a prendere un pezzo dello scalpello di Thamur, ma Atreus comincia ad avvertire i sintomi di una malattia. Tornati al Lago dei Nove, Kratos e Atreus stanno per entrare nel Tempio di Týr, quando vengono attaccati di nuovo da Móði, che atterra Kratos con i suoi fulmini. Atreus cerca di aiutare il padre, ma un attimo di furia incontrollata lo lascia privo di forze, aggravando così il suo stato e facendogli perdere conoscenza. A questo punto, Kratos si fa di nuovo trasportare dalla rabbia e, incurante dei fulmini di Móði, lo colpisce con un pugno devastante, costringendolo alla fuga.
Portato Atreus da Freya su consiglio di Mímir, la dea spiega che ciò che sta accadendo ad Atreus è una contraddizione mentale di un dio che crede di essere mortale, e che l'unico modo per guarirlo è portarle il cuore del guardiano del Ponte dei Dannati del gelido regno di [[Helheim]], ma il Leviatano sarebbe inutile lì. Kratos decide di tornare a casa per riprendere le sue vecchie armi, le Lame del Caos, e, durante la strada per il ritorno, viene perseguitato più volte dallo spirito di [[Atena]], la quale gli dice che, per quanto si sforzi, non potrà mai dimenticare il suo passato. Kratos non si lascia condizionare dalla dea - che gli da del mostro -
Trovata la Runa nera dopo lunghe ricerche, Atreus riesce a memorizzarla, scoprendo di avere un talento nel comprendere varie lingue. Durante il viaggio verso la montagna con l’ultimo portale integro, però, Atreus diventa sempre più arrogante e, quando all'interno della montagna rincontrano Móði, umiliato da suo padre Thor, che lo ha accusato di essere responsabile della morte del fratello, Atreus lo uccide, nonostante Kratos gli avesse ordinato di risparmiarlo. Alla vetta di Miðgarðr vengono attaccati da Baldur; durante il loro breve scontro, il portale per Jötunheim appena aperto viene distrutto accidentalmente da Kratos. Baldur prende Atreus, che prova inutilmente ad uccidere l'immortale, e fugge in groppa a un drago verso il Lago dei Nove, mentre Kratos riesce a uccidere la bestia, atterrando sul
Capendo di essere l'artefice della loro situazione, anche in seguito a un’accesa predica da parte del padre, Atreus si scusa e i due decidono di trovare un modo per fuggire dal gelido regno dei morti; inoltre, scoprono di nascosto, tramite una visione di Baldur, che egli è il figlio di Freya, verso la quale nutre un profondo rancore in quanto, per fare in modo che nessuno facesse del male al figlio, gli
Attivato di nuovo l'Albero del Mondo, i tre viaggiano attraverso i Nove Regni, finché non riescono a trovare la porta di Jötunheim del Lago dei Nove nel regno tra i regni, riuscendo infine a riportarla a Miðgarðr. A quel punto, Mímir rivela che, per azionare il portale, non basta usare la Runa nera, ma è necessario recuperare il suo occhio mancante e, parlando con Brok e Sindri, scoprono che si trova nella statua di Thor che Jörmungandr aveva in precedenza divorato. Ottenuto il consenso del Serpente di entrare al suo interno, i tre ritrovano l'occhio ma, non appena stanno per uscire, si accorgono che Jörmungandr sta lottando ed escono dal suo corpo vicino al cadavere di Thamur. L'assalitore si rivela essere Baldur, il quale intende uccidere i due, ma Freya interviene, bloccando sia Kratos che Baldur, nel tentativo di proteggere suo figlio. Durante il combattimento, Baldur colpisce Atreus e, inaspettatamente, viene trafitto da una punta di freccia formata dal [[vischio]] che Kratos aveva usato per rinforzare la corda della faretra di Atreus, rotta in seguito a un violento scontro con Hræzlyr. Il vischio infrange l'incantesimo di Freya, rendendo Baldur finalmente vulnerabile. Sentendosi libero dalla maledizione che gravava su di lui, il dio decide di uccidere sua madre, poiché continua ad accusarla di essere la responsabile del suo tormento. Viene ostacolato da Kratos e Atreus, mentre Freya prende il controllo del corpo di Thamur per interrompere il combattimento tra i tre. In questo frangente, Atreus dà prova delle sue capacità, parlando l'antica lingua dei giganti, dicendo a Jörmungandr di fermarlo. Alla fine, Baldur viene sconfitto e, sebbene Kratos gli dia l'opportunità di ritirarsi, questi tenta invece di strangolare Freya, in quanto egli sa che la madre non lo avrebbe mai lasciato libero della sua vita, costringendo lo spartano a spezzargli nuovamente il collo. Distrutta dal dolore, Freya giura vendetta su Kratos e lo schernisce per aver nascosto la sua vera natura al suo stesso figlio. Kratos decide così di raccontare ad Atreus del suo passato, del patto stretto con [[Ares]], che lo ha portato a uccidere molte persone, e di come, alla fine, abbia ucciso gli dèi greci, incluso suo padre, Zeus. Alla domanda di Atreus se il
Giunti finalmente a Jötunheim, Kratos e Atreus, lasciata la testa di Mímir a Brok e Sindri, scoprono che tutti i giganti sono morti ormai da molto tempo - cosa al quanto sconcertante, poiché tutti i passaggi per Jötunheim erano andati distrutti, impedendo ogni accesso a Odino e gli altri
===Finale segreto===
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