Eversione dell'asse ecclesiastico: differenze tra le versioni

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|colspan ="5" style="background: #E9E9E9; font-size: 90%" | Fonte: {{cita libro|autore=Frederick Martin |titolo=The Statesman's Yeak-Book|url=|data= 1866|editore= Macmillan And Co.|isbn= }} Pagp. 316.
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== Analisi ==
Ispirate a un'ideologia [[giurisdizionalismo|giurisdizionalista]] (la teoria giurisdizionalistica considerava il sovrano quale proprietario sostanziale anche di tutti i beni ecclesiastici), le leggi di eversione dell'asse ecclesiastico rimasero in vigore fino al [[1929]], anno di stipula dei [[Patti lateranensi]].<ref>Danilo Breschi, ''Le leggi di liquidazione dell’asse ecclesiastico nel biennio 1866-1867: un iter complesso e una soluzione traumatica'', pagp. 29 ([https://www.academia.edu/10308673/Le_leggi_di_liquidazione_dell_asse_ecclesiastico_nel_biennio_1866-1867_un_iter_complesso_e_una_soluzione_traumatica versione digitalizzata]).</ref>
 
L'espressione qualificava la confisca dei beni degli enti religiosi come un abbattimento del potere economico della chiesa cattolica. Essa venne utilizzata sia nei disegni preparatori che nella legge stessa del 1866, ma in leggi successive il concetto fu edulcorato con l'espressione "liquidazione dell'asse ecclesiastico", terminologia che sottace la natura confiscatoria, ma che trova una corrispondenza in una maggiore moderazione delle leggi stesse. La nuova terminologia intese indicare come obiettivo della legislazione quello di imporre alla Chiesa la vendita dei propri beni immobili, attraverso, ad esempio, la conversione in titoli di stato. Obiettivo di fondo dell'azione del legislatore fu, quindi, l'estensione del controllo dello Stato sulla Chiesa.
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|colspan ="4" style="background: #E9E9E9; font-size: 90%" | Fonte: Danilo Breschi, ''Le leggi di liquidazione dell’asse ecclesiastico nel biennio 1866-1867: un iter complesso e una soluzione traumatica'', pagp. 35.
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