Salvator Gotta: differenze tra le versioni

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Agli anni Trenta risale ''La damigella di Bard'' (1936), il suo unico trionfo teatrale. La commedia, nella quale vengono esaltati i valori di una società di antica e nobile tradizione contro la volgarità moderna, avrà una fortunata riduzione cinematografia con la regia di [[Mario Mattoli]] e l'interpretazione di [[Emma Gramatica]].
 
Per lungo tempo collaboratore del Corriere della sera, nel 1933 si trasferì con la famiglia da Ivrea a Milano, dove restò fino al 1943 quando, per sfuggire ai bombardamenti alleati, si stabilì a Portofino. Convinto monarchico, Gotta non aderì alla [[Repubblica Sociale italianaItaliana]], una scelta che gli valse accuse di tradimento da parte degli ambienti fascisti e la proibizione di far circolare i suoi libri.
 
Tra il 1940 e il 1942 pubblicò un fortunato romanzo in tre volumi, ''Ottocento''. Sin dal titolo e dalla scelta di una forma datata come il ciclo romanzesco, Gotta rivela nuovamente il suo debito nei confronti della letteratura ottocentesca e l'interesse per degli eventi del Risorgimento. La narrazione, che segue le avventure di una famiglia negli anni della seconda guerra d'indipendenza, intreccia le vicende di personaggi immaginari e personaggi storici ([[Napoleone III]], [[Cavour]], l'[[imperatrice Eugenia]], la contessa di Castiglione...).