Carro armato: differenze tra le versioni

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Sezioni, cronologia storica
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Fra le varie tipologie di veicoli da combattimento su terra presenti nei vari eserciti, nel linguaggio civile, sono considerati carri armati solo i carri "classici", ovvero tutti quei veicoli controcarro adatti ad ingaggiare scontri in movimento anche su brevi distanze, che si suddividono in "carri leggeri" (ad es. [[M24 Chaffee]] o [[M41 Walker Bulldog]]), i "carri corazzati medi" (ad es. [[Panzer V Panther|Panzer V "Panther"]] o [[Leopard 1]]) ed infine gli odiernamente abbandonati/poco prodotti "[[Carro armato pesante|carri corazzati pesanti]]" (ad es. [[Panzer VI Tiger II|Panzer VI "Tiger II"]] o [[M103 (carro armato)|M103]]). Sono invece esclusi dal civile concetto di "carri armati", tutti i veicoli contro-carro che, potendo colpire su maggiori distanze, ingaggino scontri mantenendo posizioni statiche, solitamente arretrate. Tra questi vi sono i cacciacarri (ad es. [[Elefant (cacciacarri)|Tiger 1 P "Elefant"]] e/o [[Jagdpanzer V Jagdpanther|Jagdpanzer V "Jagdpanther"]]) e le artiglierie semoventi (ad es. [[M40 GMC|M40/M43 GMC A-SMV]]).{{Chiarire}}{{Citazione necessaria}}
 
== Storia ==
=== L'ideazione e la prima guerra mondiale ===
Fin dagli inizi del [[XX secolo]] alcuni studiosi si posero il problema del movimento motorizzato sul campo di battaglia, anche se, fino alla prima guerra mondiale quasi nessuno aveva capito quale sarebbe stato il vero problema tattico; generato da trincea, filo spinato e mitragliatrice. In particolare alcune idee (solo su carta, più letterarie che tecniche) furono espresse dallo scrittore inglese [[H. G. Wells]], nella descrizione della sua "testuggine corazzata". Chi invece affrontò il problema dal punto di vista tecnico fu il tenente dell'esercito Imperiale Austriaco [[Günther Burstyn]], che preparò un progetto ed un modello per il ''[[Burstyn Motorgeschütz]]'', un veicolo corazzato che muoveva su cingoli ed aveva l'armamento principale in torretta ruotante. Tuttavia né le ipotesi letterarie né i progetti tecnici convinsero gli stati maggiori della necessità di simili veicoli. C'è da dire che anche [[Leonardo da Vinci]] ipotizzo un modello di un plausibile antenato dell'attuale carro armato. Lo studio del carro armato fu iniziato, sotto la spinta del [[Primi lord dell'ammiragliato|Primo lord dell'Ammiragliato]] [[Winston Churchill]], da parte della [[Royal Navy]], sotto il nome di copertura di progetto ''Tank''. Le esperienze precedenti con le [[autoblindo]] avevano dimostrato che le ruote non erano adatte al movimento sul terreno sconvolto dal fuoco di artiglieria, quindi si decise immediatamente di dotare il nuovo mezzo di [[Cingolo (trasporti)|cingoli]], ed effettivamente i primi prototipi sembravano dei grossi serbatoi avvolti da cingoli. Ben presto l'[[British Army|Esercito britannico]] iniziò la collaborazione al progetto con la Marina.
 
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Il progetto finale generò un veicolo a forma di rombo con cingoli avvolgenti e due barbette ai lati da cui uscivano o due mitragliatrici o una mitragliatrice ed un cannone da 6 libbre (57 mm), la corazzatura aveva uno spessore di 10 mm. Questo mezzo fu chiamato ''Big Mother'' e si mosse per la prima volta sui suoi cingoli il 16 gennaio 1916. Furono ordinati 100 veicoli sulla base di questo progetto ([[Mark I (carro armato)|Tank Mk I]]) e ad agosto fu consegnato all'equipaggio il primo veicolo.
 
=== L'impiego del carro armato nella prima guerra mondiale ===
[[File:British Mark I male tank Somme 25 September 1916.jpg|thumb|25 settembre 1916, un Mark I ''Male'' in azione]]
I carri armati utilizzati nella [[prima guerra mondiale]] furono i primi veicoli del genere a comparire sui campi di battaglia, quindi erano totalmente innovativi. Si manifestò quasi subito una differenziazione fra carri pesanti (concepiti per sostenere la fanteria, quindi che muovevano allo stesso passo dei fanti) e carri leggeri (destinati essenzialmente allo sfruttamento del successo, quindi dotati di una velocità confrontabile con quella della cavalleria). In genere il [[Motore ad accensione comandata|motore]] era a benzina (100-150 hp per i carri britannici o tedeschi e 35-90 HP per i carri francesi), la corazzatura, di spessore variabile fra 6 e 30 mm per i carri pesanti, era [[Chiodo#Chiodi per metallo|chiodata]] e il sistema di [[Sospensione (meccanica)|sospensioni]] era quasi assente, utilizzando cingoli avvolgenti o sospensioni per trattore. L'armamento era in barbette, cioè in casematte laterali, ma già nel [[1917]] comparvero i primi carri con armamento in torretta ruotante (Renault FT). Il calibro standard dell'armamento principale per i carri pesanti era di 57–75 mm, mentre i carri leggeri erano armati di cannoni di calibro minore o di [[Mitragliatrice|mitragliatrici]].
 
 
Il 15 settembre 1916, con gli equipaggi ancora non addestrati, 32 carri furono inviati contro le trincee tedesche, nell'ambito della [[battaglia della Somme]]. Contrariamente al parere, non solo degli esperti, ma anche degli alleati francesi, lo [[stato maggiore]] britannico non volle aspettare di avere un numero di carri sufficiente per utilizzarli in massa. Dopo pochi metri dalle basi di partenza il 50% dei carri era stato distrutto, ed anche quelli che arrivarono sulle trincee nemiche, nonostante il terrore che indussero nelle fanterie tedesche, cosa che provocò un numero maggiore del normale di prigionieri, non riuscirono ad ottenere risultati decisivi. Intanto lo stato maggiore francese stava progettando altri modelli di carro armato, fra cui anche uno con una torretta rotante (il [[Renault FT]]), mentre lo [[Stato maggiore generale tedesco]] metteva in cantiere un suo progetto per un carro armato, con un'architettura più simile ai modelli britannici. Questo carro prese il nome [[A7V]], dalla sigla del comitato speciale (segreto) insediato per studiare il problema.
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Il carro armato non fu impiegato nel corso della prima guerra mondiale sul [[Fronte italiano (1915-1918)|fronte italiano]], visto che il fronte era prevalentemente di montagna. Gli unici carri armati presenti in Italia alla fine della guerra erano 7 Renault FT a [[Verona]], utilizzati per l'addestramento.
 
=== La seconda guerra mondiale ===
== Lo sviluppo della dottrina di impiego del carro armato ==
Appena finita la prima guerra mondiale i vinti erano distrutti, e i vincitori erano esausti sia dal punto di vista morale sia dal punto di vista finanziario. Per questo nei mesi immediatamente successivi alla guerra gli enormi eserciti che avevano combattuto furono smobilitati e le spese per gli armamenti furono drasticamente diminuite. Lo sviluppo tecnico e dottrinale del carro armato, dunque, risentì di queste decisioni.
 
In particolare questi studi furono portati avanti dal colonnello [[John F.C. Fuller]] e dal capitano [[Basil Liddell Hart]] nel Regno Unito, dai colonnelli [[Jean Baptiste Eugène Estienne]] e [[Charles de Gaulle]] in Francia e dal generale [[John Pershing]] e dall'ingegner [[J. Walter Christie|Christie]] negli Stati Uniti.
 
[[File:Bt2.jpg|thumb|Il carro sovietico BT-2 del 1932, primo mezzo di serie con [[Sospensione Christie|sospensioni tipo Christie]] ]]
 
Tutto questo fervore intellettuale, che pure portò ad uno sviluppo teorico dell'impiego dei carri estremamente avanzato, non ebbe praticamente riscontri nella dottrina militare degli stati maggiori britannico e francese, che considerarono sempre il carro armato come un'arma di supporto della fanteria o della cavalleria, mentre negli Stati Uniti gli studi sui carri praticamente si arrestarono fino al [[1936]], a parte alcuni progetti sviluppati come iniziativa privata da Christie, che sviluppò il moderno sistema di sospensioni dei cingoli a ruote di grande diametro, adottato soprattutto dai sovietici nei carri [[BT (carro armato)|BT]] e dai britannici dalla [[seconda guerra mondiale]] in poi.
 
In [[Italia]] la dottrina di impiego dei carri armati (e, quindi, il relativo sviluppo) fu condizionata dalle particolarità geografiche della penisola, in particolare il terreno montuoso (su cui si erano svolte la maggior parte delle battaglie della prima guerra mondiale) spinse allo sviluppo di carri leggeri, tanto che il primo carro medio valido comparve solo dopo l'inizio della seconda guerra mondiale.
 
=== La dottrina di impiego degli stati maggiori ===
Il carro armato, nella concezione degli stati maggiori precedente alla seconda guerra mondiale, era uno strumento di appoggio per le armi di fanteria e di cavalleria: quindi non si riteneva necessaria per i carri una mobilità tattica e strategica superiore a queste. In particolare il pensiero militare di allora divideva i carri in "carri pesanti", da fanteria, e "carri incrociatori" o carri veloci, da cavalleria. Questa distinzione, che rifletteva una fondamentale mancanza di comprensione, era particolarmente forte negli ambienti militari francesi ed inglesi. Inoltre — ulteriore grave errore strategico — i carri erano inquadrati in battaglioni entro le divisioni di fanteria e/o cavalleria, quindi ''era il comandante di quelle unità'' che decideva quando e come usarli.
 
Il ''carro pesante'' era progettato per combattere la fanteria nemica, era pesantemente corazzato, lento ed armato con mitragliatrici e cannoni di piccolo calibro. A fianco della cavalleria e dei carri pesanti dovevano operare i ''carri incrociatori'', inquadrati in reggimenti dipendenti dai corpi di armata, con funzioni esploranti e di sfruttamento del successo: questi erano molto più veloci, ma carenti sia nella protezione sia nell'armamento.
 
Tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30, riprendendo un concetto che aveva avuto grande successo in Francia negli ultimi mesi della prima guerra mondiale e che aveva portato alla nascita del Renault FT, si progettarono molti piccoli carri armati (come il [[Vickers 6-Ton|Vickers da 6 tonnellate]], Type A o B), commercializzati per l'esportazione. Questi carri si suddividevano in "carri mitragliatrice" (con 2-3 o più armi di piccolo calibro) e "carri cannone" (con un pezzo in genere da 37-40mm, accompagnato o meno da 1-2 mitragliatrici); erano stati ideati per combattere in gruppi che si dovevano prestare reciproco soccorso. I carri cannone intervenivano contro gli altri carri, i carri mitragliatrici intervenivano contro la fanteria. Se costretti ad operare da soli questi carri, la cui corazzatura era in genere molto sottile, venivano sopraffatti facilmente, inoltre un "carro cannone" era quasi completamente incapace di impegnare efficientemente la fanteria, perché il cannone di cui era munito era di calibro troppo piccolo e privo di granate a frammentazione.
 
In conclusione, a metà degli [[anni 1930|anni trenta]], i carri armati non erano in grado di impegnare veicoli simili in combattimento. Solo allora nel [[Regno Unito]] ci si rese conto dell'errore e si cominciò, troppo tardi, a costituire divisioni corazzate sperimentali per permettere ai carri di operare secondo le teorie di Fuller, pur continuando a mantenere a livello operativo la divisione tra carri "da fanteria" e carri "incrociatori". In Francia invece si preferì affidarsi alla [[Linea Maginot]] piuttosto che ad una difesa mobile, con conseguenze tragiche pochi anni dopo.
 
=== Le teorie di impiego britanniche e lo sviluppo dei carri in Germania ===
Le teorie di Fuller si basavano sullo sviluppo della tattica di fanteria tedesca sviluppata nel corso della prima guerra mondiale dallo Stato Maggiore tedesco, che prevedeva un utilizzo della fanteria per creare sfondamenti locali, i quali dovevano essere sfruttati immediatamente, prima dell'arrivo in loco delle riserve.
 
Questa tattica aveva dimostrato la sua validità almeno in tre battaglie, condotte in condizioni molto diverse fra loro, ma sempre con questi principi bene in mente: [[conquista di Riga|Riga]] (1917), [[Battaglia di Caporetto|Caporetto]] (1917), [[B|Marna]] (1918). Questi canoni di impiego erano stati studiati da Fuller e Liddel Hart, che avevano proposto una tattica chiamata "del fiume in piena", basata su principi analoghi.
 
La comparsa del carro armato aveva spinto i due studiosi a spostare la loro attenzione sul nuovo mezzo, che si integrava perfettamente alla teoria già sviluppata, e avevano indicato le conseguenti modalità di impiego della nuova arma, che potevano riassumersi nei seguenti precetti:
* i carri armati dovevano essere impiegati in massa, quindi dovevano essere inquadrati in divisioni omogenee costituite in prevalenza di soli carri armati (divisioni corazzate);
* dato che i carri dovevano operare in collaborazione con le altre armi (in particolare fanteria ed artiglieria) le aliquote di queste ultime integrate nella divisione corazzata dovevano avere la stessa mobilità dei carri;
* la funzione delle divisioni corazzate non doveva essere tattica, ma strategica.
 
Queste idee, divergendo da quelle degli stati maggiori, non ebbero fortuna né in Gran Bretagna e tanto meno in Francia, ma chi le assimilò e su queste basò lo sviluppo dell'arma corazzata fu la Germania.
 
Il [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]] aveva proibito alla Germania il possesso di carri armati, permettendole solo di tenere un numero limitato di [[autoblindo]] in funzione di ordine pubblico, tuttavia, sotto l'impulso del generale [[Hans von Seeckt]], la [[Reichswehr]] cominciò a sviluppare all'estero quegli armamenti che erano proibiti dal trattato, quindi utilizzò la neonata [[Unione Sovietica|URSS]] come partner per lo sviluppo dei suoi ''Panzer'' (questo era il nome tedesco dei carri armati, abbreviazione dell'ufficiale ''Panzerkampfwagen'' cioè "veicolo corazzato da combattimento"), che mise a disposizione dei tedeschi una scuola militare nei pressi di [[Kazan']].
 
In parallelo organizzò una serie di manovre campali, in cui i carri armati erano simulati con trattori civili, allo scopo di comprendere meglio l'uso sul campo dei nuovi mezzi. Poco dopo il pensionamento di Seekt la Repubblica di Weimar era finita con l'inizio del cancellierato di [[Adolf Hitler]].
 
Inoltre istruttori tedeschi si trovarono in Bolivia a comandare il piccolo contingente di tankette e carri armati Vickers da sei tonnellate, durante la guerra del Chaco tra il 1932 e il 1935, traendone alcune importanti conclusioni:
# il capocarro deve solo comandare il mezzo, e non caricare cannoni o gestire altri compiti,
# la corazzatura deve resistere alle armi della fanteria, e deve essere formata da acciai speciali saldati o fusi in modo che non si stacchino schegge se viene colpita,
# la tattica di fuoco migliore è quella in cui un carro si sposta da un riparo all'altro, facendo fuoco da fermo, con lo scafo protetto o nascosto,
# i cingoli devono essere molto ampi (per ridurre la pressione al suolo, quindi permettere al carro di muoversi su tutti i terreni) e piuttosto resistenti (per non scingolare vicino alle postazioni nemiche),
# il carro leggero è poco utile, bisogna concentrarsi su un carro medio,
# non ha senso utilizzare formazioni miste di carri mitragliatrice e carri cannone, il carro armato deve essere in grado di utilizzare entrambe le armi, dotate di ampio munizionamento
# i carri armati vanno sempre utilizzati in massa.
 
Nel [[1935]] Hitler denunciò il trattato di Versailles, e da quel momento iniziò lo sviluppo vero e proprio dell'arma corazzata. Sotto la spinta del generale [[Heinz Guderian]], teorico della nuova dottrina carrista tedesca nel suo libro ''Achtung Panzer!'', fu iniziata la produzione di due tipi di carro leggero (armato di mitragliatrice), e di due tipi di carro medio (armato di obice). Particolarmente interessanti erano i due carri medi ([[Panzer III]] e [[Panzer IV]]), che univano una buona mobilità ed una sufficiente corazzatura ad un armamento che, pur risentendo ancora delle concezioni del carro come supporto della fanteria, aveva notevoli potenzialità per uno sviluppo futuro.
 
Altre esperienze, dopo quelle del Chaco, furono fatte da ufficiali e soldati tedeschi intervenuti nella guerra civile spagnola. L'impostazione data dal conflitto del Chaco fu confermata, anche se la Germania in quel momento produceva per lo più carri leggeri bisognava passare ai carri medi, poca importanza avevano quelli pesanti, mentre invece si iniziò a vedere con favore la possibilità di utilizzare i carri come arma anticarro d'eccellenza, armati con cannoni ad alta velocità.
 
Nell'ottobre 1935 furono costituite tre ''Panzerdivisionen'' (divisioni corazzate) e nel 1937 furono costruite cinque ''Leichtedivisionen'' (divisioni leggere), con un miglior rapporto fra carri e fanteria. Queste divisioni nel 1939 contro la [[Polonia]] e nel 1940 contro la [[Francia]] dimostrarono cosa potevano i carri nella ''Blitzkrieg'', la celebre [[guerra lampo]].
 
In particolare, analizzando la [[campagna di Francia]] (1940) si vede che la superiorità tedesca non era né nel numero né nella qualità dei carri (l'Armèe era superiore come numero e qualità dei mezzi), ma nella migliore dottrina di impiego dei carri e nell'organico divisionale (forse la branca più trascurata dell'arte militare) che poneva il nuovo strumento nelle mani di ufficiali giovani e dotati di ampia discrezionalità, che potevano usare tali mezzi al meglio.
 
=== Le teorie di impiego in Unione Sovietica ===
[[File:Carristi sovietici.jpg|miniatura|Carristi sovietici durante l'inverno 1942-1943]]
Le teorie di impiego in Unione Sovietica risentirono inizialmente delle concezioni correnti, tanto che i carri sovietici negli [[anni 1920|anni venti]] erano o estremamente leggeri o colossi con due o più torrette, praticamente incapaci di movimento.
 
Tuttavia il maresciallo [[Michail Nikolaevič Tuchačevskij]], facendo tesoro della collaborazione con la Reichswehr, sviluppò le sue teorie di impiego dei carri armati basate su un concetto per i tempi rivoluzionario: la ''battaglia in profondità'' (che, negli [[anni 1980|anni ottanta]], sarà la base teorica per l'[[Airland Battle 2000]] negli Stati Uniti).
 
Considerando che il futuro delle battaglie stava nella penetrazione delle forze meccanizzate in profondità nel dispositivo nemico, dovevano essere costruite grandi unità interamente corazzate, il cui impiego doveva prevedere sostanzialmente operazioni di aggiramento del fronte (ovviamente Tuchačevskij aveva in mente gli ampi spazi pianeggianti della Russia: un'operazione del genere sarebbe stata molto più difficile nell'Europa Centrale). Questo comportava una collaborazione stretta fra forze corazzate ed aviazione tattica, sia in funzione di interdizione delle linee di rifornimento nemiche, sia in funzione di contrasto delle forze corazzate nemiche.
 
Nella concezione di Tuchacevskij i reparti corazzati dovevano avere sia reparti di fanteria che di carri, appoggiati da una massiccia quantità di artiglieria meccanizzata e carri-artiglieria. I carri dovevano essere di tipo medio ed era considerata fondamentale la mobilità, la possibilità di ingaggiare sia carri nemici sia (soprattutto) reparti di fanteria. Particolare importanza era data all'autonomia, all'affidabilità dei cingoli e dei sistemi di trasmissione, al treno di rotolamento affidabile anche in ambienti freddi, fangosi, sabbiosi o innevati. Accanto ai carri medi servivano carri pesanti pensati, a differenza dei carri pesanti in studio in Germania (mezzi esclusivamente anticarro) come carri dotati di una potente artiglieria d'appoggio. Tuchacevskij e i suoi collaboratori dibattevano poi se costruire o meno alcuni grandi carri pesanti da sfondamento, utilizzabili solo per rompere le linee nemiche e lasciati assieme alla fanteria, tra di loro l'idea venne accantonata, per essere poi riproposta dopo il 1937 con ingombranti veicoli pluritorretta. I carri armati oltre che contro le truppe corazzate e le trincee nemiche erano pensati come mezzi fondamentali per sorprendere ai fianchi i centri di comando, gli aeroporti, i punti di passaggio obbligati, le vie di comunicazione e i guadi, gli arsenali e le polveriere nemici, penetrando in profondità in maniera coordinata con una fanteria leggera (meccanizzata in teoria, ma negli esperimenti degli anni '20-'30 si continuò ad usare anche reparti montati a cavallo), paracadutisti (anche pensando di costruire alcuni aeroporti oltre le linee nemiche) e rifornimenti aerei.
 
Nel [[1937]] Tuchačevskij venne fucilato, per ordine di [[Iosif Stalin]], insieme a quasi tutti i suoi collaboratori e tutti gli ufficiali che non provenivano dalla "cricca del volga" nelle [[grandi purghe]]. Comunque i progetti per i carri che aveva sviluppato (sfruttando, fra l'altro, le [[Sospensione Christie|intuizioni meccaniche di Christie]], fondamentali per mobilità e velocità) continuarono il loro sviluppo. Nel 1941 l'URSS aveva a disposizione i carri sviluppati sulla base delle teorie di impiego di Tuchačevskij: il carro pesante [[Kliment Voroshilov (carro armato)|KV-1]] e il carro medio [[T-34]]. Inoltre le teorie sovietiche insistevano molto sul grosso calibro dei cannoni dei carri, con pezzi notevolmente più potenti (almeno nel ruolo d'appoggio d'artiglieria) di quelli tedeschi, francesi e britannici.
 
Alla vigilia della guerra l'URSS era dotata dei migliori e più affidabili carri armati del mondo. Questi però erano stati impoveriti dopo le purghe poiché non compresi a pieno; per esempio era stata rimossa la radio dai T-34, prevista nel primo progetto, ed erano state abolite le divisioni corazzate (sostituite con le brigate), inoltre mancavano i buoni ufficiali carristi, anche perché molti veterani della guerra di Spagna erano stati eliminati nelle purghe che si susseguivano nei tardi anni '30. Il carro armato fu legato alla fanteria, utilizzato come una forza d'artiglieria d'appoggio mobile, ruolo che (pur previsto anche dai riformatori sovietici degli anni '20-'30, a differenza dei loro omologhi tedeschi) era enormemente limitativo per le capacità di mobilità e di combattimento anticarro dei T-34.
 
=== Caratteristiche generali dei carri armati fra le due guerre mondiali ===
All'inizio della [[seconda guerra mondiale]] i carri armati si erano evoluti in una forma che ormai presentava le linee essenziali dei carri armati moderni (anche se, ovviamente, con caratteristiche nettamente inferiori). I carri che iniziarono la guerra erano ormai con cingoli tenuti da carrelli di due ruote e con [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a balestra|sospensioni a balestre]], alcune nazioni (URSS, Polonia, Cecoslovacchia e, per la cavalleria, il Regno Unito) avevano invece adottato le sospensioni Christie, che garantivano una maggiore velocità (i carri cecoslovacchi furono poi utilizzati dai tedeschi), mentre sui tavoli da disegno cominciavano a comparire le [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a barre di torsione|sospensioni a barre di torsione]], soprattutto in Germania. Considerando le molte morfologie di carro che si stavano sviluppando (carri leggeri, medi e pesanti) non è facile dare linee generali valide per tutti i carri dell'epoca, comunque la propulsione in genere era assicurata da motori a benzina, eccettuato l'[[Impero giapponese]] che dal 1931, con il suo carro medio [[Type 89 Yi-Go]], era passato alla [[Motore Diesel|motorizzazione diesel]] in quanto più sicura ed economicamente più conveniente (il fabbisogno di carburanti era soddisfatto in grande percentuale importandoli dall'estero – soprattutto dagli Stati Uniti e dalle [[Indie orientali olandesi]]). Pure l'URSS, negli anni trenta inoltrati, iniziò a introdurre propulsori alimentati a [[gasolio]] sui carri medi e pesanti. In genere la potenza motrice arrivava a un massimo di 500 [[Cavallo vapore britannico|hp]] e l'apparato era tradizionalmente sistemato nella vano posteriore del mezzo.
 
I carri armati erano quasi tutti forniti di un torretta brandeggiabile su un orizzonte completo mediante sistemi ad attivazione manuale o idraulica, la quale accoglieva l'armamento principale, che variava da mitragliatrici a obici di calibro anche elevato. Una certa diffusione conobbero i corazzati a due o più torrette, una categoria che conobbe il maggiore sviluppo in Unione Sovietica con l'impressionante ma goffo [[T-35]]; in generale, comunque, questo tipo di mezzi fu ben presto rimosso dal servizio attivo dopo le prime, deludenti prove in azione o addirittura rimase allo stadio prototipico in alcuni paesi. Altri mezzi particolari, e dimostratisi nel complesso progetti non del tutto validi in battaglia, furono il [[Char B1]] francese e l'italiano [[M11/39]], che presentavano le artiglierie di bordo nello scafo anziché in torretta, con ovvi problemi di puntamento e impiego.
 
La [[corazzatura]], i cui processi costruttivi erano stati mutuati dalla cantieristica pesante e dall'industria navale, rimase a lungo composta da lastre di spessore non elevato tenute assieme da [[Rivetto|rivetti]] su un telaio prefabbricato; nel corso degli anni trenta, comunque, furono sperimentate e adottate altre soluzioni quali la [[saldatura]], che consentivano di risparmiare sul peso, implementare corazzature più spesse e ottenere una resistenza nel complesso migliore. Con tale tecnologia, inoltre, venivano a ridursi i pericoli per l'equipaggio di essere investito dai rivetti, strappati dall'[[energia cinetica]] di una granata (che poteva anche non penetrare) e scagliati nella camera di combattimento.
 
== La seconda guerra mondiale ==
{{Vedi anche|Impiego dei carri armati nella seconda guerra mondiale|Storia delle Panzer-Division nella seconda guerra mondiale}}
[[File:Panther g axb01.jpg|left|thumb|Il Panther Ausf. G]]
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* [[Battaglia di Kielce (1945)|Kielce]] - 1945
 
=== Caratteristiche principali dei carri armati alla fine della seconda guerra mondiale ===
I carri armati negli anni dal 1940 al 1945 ebbero un'evoluzione che rimase ineguagliata per qualsiasi altro periodo. Mentre all'inizio della [[seconda guerra mondiale]] avevano già assunto la morfologia che hanno conservato nelle epoche successive, nel corso della guerra svilupparono una serie di caratteristiche che li trasformarono in un sistema d'arma praticamente insostituibile sui campi di battaglia moderni. I motori rimasero alimentati a benzina, con due eccezioni rilevanti, ma comunque divergenti quanto mai. I carri italiani M13/40 e [[M14/41]] avevano un [[motore Diesel]] di 125 CV il M13/40 e 145 CV il M14/41, valori di potenza insufficienti se confrontati con quelli di altri carri dell'epoca (i Panzer III avevano motori con potenza circa doppia). Gli altri carri con motore Diesel furono i carri armati russi, in particolare il T-34 aveva un motore da 500 CV e il KV-1 un motore da 550 CV. La presenza di un motore che richiedeva un regime di rotazione più basso di quello di un motore a benzina ed un combustibile molto meno infiammabile della benzina fu sfruttata con molta sagacia da parte dei progettisti sovietici per produrre carri che, all'atto della loro uscita, erano una generazione avanti a tutti gli altri. Negli Stati Uniti vigeva il principio del "solo benzina<ref>Vedi .W. Crismon - ''US military wheeled vehicles'' - Victory WW 2 Publishing 2001 ISBN 0-9700567-1-0 p. 9</ref>", quindi furono costruiti solo 8.000 M4A2 Sherman, non utilizzati dall'Esercito statunitense.
 
Le corazzature erano completamente saldate, essendo ormai evidenti gli svantaggi presentati dalle soluzioni chiodate o imbullonate. Restavano imbullonate, in alcuni casi, le protezioni aggiuntive per carri di produzione ormai obsoleta (per esempio i Panzer IV Ausf. G e H). L'armamento principale per i carri medi era standardizzato su calibri attorno ai 75&nbsp;mm, mentre i carri pesanti erano armati con cannoni da 90&nbsp;mm, con l'eccezione dei carri della serie IS riarmati con cannoni da 122&nbsp;mm. Le sospensioni alla fine della guerra erano prevalentemente a barre di torsione e, sia tedeschi sia sovietici, avevano adottato il modello Christie a grandi ruote portanti. I carri leggeri ormai tatticamente erano usati solo per l'esplorazione (esercito statunitense), mentre erano stati sostituiti dalle [[autoblindo]] negli eserciti britannico e tedesco. I carri medi praticamente stavano svolgendo tutti i compiti tattici richiesti ad un carro armato, mentre i carri pesanti, che nel corso della guerra erano stati rivisti in modo che avessero una mobilità analoga a quella degli altri veicoli cingolati, stavano confluendo con i carri medi nel [[carro armato da combattimento]].
 
=== Sviluppi successivi al secondo dopoguerra ===
Le sospensioni alla fine della guerra erano prevalentemente a barre di torsione e, sia tedeschi sia sovietici, avevano adottato il modello Christie a grandi ruote portanti.
 
I carri leggeri ormai tatticamente erano usati solo per l'esplorazione (esercito statunitense), mentre erano stati sostituiti dalle [[autoblindo]] negli eserciti britannico e tedesco. I carri medi praticamente stavano svolgendo tutti i compiti tattici richiesti ad un carro armato, mentre i carri pesanti, che nel corso della guerra erano stati rivisti in modo che avessero una mobilità analoga a quella degli altri veicoli cingolati, stavano confluendo con i carri medi nel [[carro armato da combattimento]].
 
== La guerra fredda ==
[[File:Polish T-72 TW 6-91.jpg|thumb|Un gruppo di T-72 polacchi in un'esercitazione]]
[[File:Leopard 1A5 esposto.jpg|thumb|[[Leopard 1|Leopard 1A5]] italiano]]
[[File:KpzM48.jpg|thumb|M48 A2C tedesco durante l'esercitazione REFORGER 1985]]
 
Dalle esperienze della seconda guerra mondiale risultò chiaro che i carri, per avere la massima efficacia, dovevano avere determinate caratteristiche, che potevano riassumersi nel fatto che potevano accettare il combattimento con un veicolo uguale con buone possibilità di sopravvivenza. In altri termini un carro armato doveva avere sufficiente mobilità per ingaggiarne un altro (e questo limitava il peso, dato che la potenza dei motori non era infinita) e, una volta ingaggiato, doveva avere una corazzatura sufficiente a resistere ai colpi di un cannone uguale a quello che portava. Questo nuovo tipo di [[carro armato da combattimento]] (MBT o ''Main Battle Tank'' nei paesi anglo-statunitensi) rappresentò il concetto sul quale si orientarono quasi tutti i carri dagli [[anni 1960|anni sessanta]] in poi. Dopo la seconda guerra mondiale scomparvero sia l'[[artiglieria controcarri]] sia i [[cacciacarri]], dato che i compiti tipici di queste specialità erano assolti con maggiore efficacia dagli MBT, che non erano più veicoli specializzati, ma multiuso.
 
Per l'aspetto organico delle forze corazzate, praticamente tutte le nazioni della [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] adeguarono le loro divisioni alla divisione corazzata statunitense. In pratica la divisione corazzata NATO aveva due reggimenti di carri, un reggimento di fanteria ed un reggimento di artiglieria, il reggimento di fanteria era completamente meccanizzato ed il reggimento di artiglieria era su semoventi. Rispetto alla divisione corazzata statunitense (seconda guerra mondiale) questa inizialmente poteva considerarsi un'involuzione, dato che aveva un numero eccessivo di carri rispetto alla fanteria, tuttavia l'aumento del potere di fuoco e della capacità operativa della fanteria negli [[anni 1970|anni settanta]] e ottanta tesero a rendere equilibrata la composizione della grande unità. In ambito del [[Patto di Varsavia]] le divisioni, pur avendo quasi la stessa potenza di fuoco di quelle NATO, avevano una composizione sensibilmente più bassa, a causa del minor numero di personale amministrativo e di unità di servizi presente.
 
Per quanto riguarda le modalità di impiego delle forze corazzate, la dottrina NATO prevedeva come unità minima di impiego il plotone, mentre la dottrina sovietica prevedeva l'impiego dei carri per compagnia.
 
=== Sviluppo dei carri dopo la seconda guerra mondiale ===
I carri costruiti dopo la seconda guerra mondiale ebbero in comune diverse caratteristiche tecniche. Per i carri sovietici il treno di rotolamento fu dapprima a ruote di grande diametro con sospensioni Christie, in seguito con [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a barre di torsione|barre di torsione]] indipendenti: per i carri occidentali si affermarono le barre di torsione e ruote di piccolo diametro con ruotini reggicingolo superiori. I calibri standard in ambito NATO diventarono il 105&nbsp;mm e il 120&nbsp;mm, mentre in ambito Patto di Varsavia il calibro standard è diventato il 125&nbsp;mm. Dagli anni sessanta tutti i carri di nuova progettazione usano motori Diesel o motori policarburanti.
 
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Accanto all'MBT conservò una sua nicchia di impiego il "carro leggero", sviluppato essenzialmente o perché avesse capacità anfibie ([[PT-76]]) o perché potesse essere trasportato per via aerea ([[FV101 Scorpion]], [[M551 Sheridan]]).
 
=== GliLa sviluppiguerra contemporaneifredda ===
[[File:Polish T-72 TW 6-91.jpg|thumb|Un gruppo di T-72 polacchi in un'esercitazione]]
[[File:Leopard 1A5 esposto.jpg|thumb|[[Leopard 1|Leopard 1A5]] italiano]]
[[File:KpzM48.jpg|thumb|M48 A2C tedesco durante l'esercitazione REFORGER 1985]]
 
Dalle esperienze della seconda guerra mondiale risultò chiaro che i carri, per avere la massima efficacia, dovevano avere determinate caratteristiche, che potevano riassumersi nel fatto che potevano accettare il combattimento con un veicolo uguale con buone possibilità di sopravvivenza. In altri termini un carro armato doveva avere sufficiente mobilità per ingaggiarne un altro (e questo limitava il peso, dato che la potenza dei motori non era infinita) e, una volta ingaggiato, doveva avere una corazzatura sufficiente a resistere ai colpi di un cannone uguale a quello che portava. Questo nuovo tipo di [[carro armato da combattimento]] (MBT o ''Main Battle Tank'' nei paesi anglo-statunitensi) rappresentò il concetto sul quale si orientarono quasi tutti i carri dagli [[anni 1960|anni sessanta]] in poi. Dopo la seconda guerra mondiale scomparvero sia l'[[artiglieria controcarri]] sia i [[cacciacarri]], dato che i compiti tipici di queste specialità erano assolti con maggiore efficacia dagli MBT, che non erano più veicoli specializzati, ma multiuso.
 
Per l'aspetto organico delle forze corazzate, praticamente tutte le nazioni della [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] adeguarono le loro divisioni alla divisione corazzata statunitense. In pratica la divisione corazzata NATO aveva due reggimenti di carri, un reggimento di fanteria ed un reggimento di artiglieria, il reggimento di fanteria era completamente meccanizzato ed il reggimento di artiglieria era su semoventi. Rispetto alla divisione corazzata statunitense (seconda guerra mondiale) questa inizialmente poteva considerarsi un'involuzione, dato che aveva un numero eccessivo di carri rispetto alla fanteria, tuttavia l'aumento del potere di fuoco e della capacità operativa della fanteria negli [[anni 1970|anni settanta]] e ottanta tesero a rendere equilibrata la composizione della grande unità. In ambito del [[Patto di Varsavia]] le divisioni, pur avendo quasi la stessa potenza di fuoco di quelle NATO, avevano una composizione sensibilmente più bassa, a causa del minor numero di personale amministrativo e di unità di servizi presente.
 
Per quanto riguarda le modalità di impiego delle forze corazzate, la dottrina NATO prevedeva come unità minima di impiego il plotone, mentre la dottrina sovietica prevedeva l'impiego dei carri per compagnia.
 
=== Gli sviluppi contemporanei ===
{{vedi anche|Carro armato da combattimento}}
[[File:M1-A1 Abrams Fire.jpg|thumb|Un Abrams fa fuoco col cannone da 120&nbsp;mm]]
Mentre fino al [[1989]], era possibile uno scontro in Europa fra potenze con forti componenti corazzate, con la caduta dell'URSS questo rischio è, al momento, scomparso. Gli scontri corazzati sono diventati o scontri fra potenze locali (guerre nella ex Jugoslavia) o scontri assolutamente impari (le due guerre del Golfo). Questo ha comportato un rallentamento dello sviluppo dei carri armati, praticamente portando a termine i progetti iniziati negli anni ottanta (o settanta come l'[[M1 Abrams]]). Gli unici veri MBT usciti dai tavoli dei progettisti nell'ultimo ventennio (1985-2005) sono stati il sopracitato M1 Abrams (Stati Uniti), il cui progetto era iniziato nei primi anni settanta, il [[Leopard 2]], una versione migliorata del tedesco Leopard 1, il francese [[Leclerc (carro armato)|Leclerc]] e il russo [[T-90]]. In Italia, nell'ambito dello sviluppo di veicoli bellici nazionali, è stato sviluppato il carro [[Ariete (carro armato)|Ariete]].
 
[[File:Italian Tank.JPG|thumb|Un Ariete messo in esposizione durante la festa delle forze armate]]
 
Negli ultimi vent'anni il carro armato ha avuto uno sviluppo discontinuo. Infatti, mentre fino al [[1989]], era possibile uno scontro in Europa fra potenze con forti componenti corazzate, con la caduta dell'URSS questo rischio è, al momento, scomparso. Gli scontri corazzati sono diventati o scontri fra potenze locali (guerre nella ex Jugoslavia) o scontri assolutamente impari (le due guerre del Golfo). Questo ha comportato un rallentamento dello sviluppo dei carri armati, praticamente portando a termine i progetti iniziati negli anni ottanta (o settanta come l'[[M1 Abrams]]). Gli unici veri MBT usciti dai tavoli dei progettisti nell'ultimo ventennio (1985-2005) sono stati il sopracitato M1 Abrams (Stati Uniti), il cui progetto era iniziato nei primi anni settanta, il [[Leopard 2]], una versione migliorata del tedesco Leopard 1, il francese [[Leclerc (carro armato)|Leclerc]] e il russo [[T-90]]. In Italia, nell'ambito dello sviluppo di veicoli bellici nazionali, è stato sviluppato il carro [[Ariete (carro armato)|Ariete]].
 
Nonostante questo, si possono individuare alcune linee di tendenza: il continuo miglioramento delle armi anticarro sta rendendo sempre più difficile ideare corazze in grado di proteggere adeguatamente lo scafo dei carri: le [[corazza reattiva|corazze reattive]], che sono la principale difesa contro i proiettili a carica cava, possono proteggere il mezzo solo parzialmente, deviano solo un colpo ma non i successivi e comportano rischi per eventuali unità di fanteria che si trovino vicino al mezzo.
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== Caratteristiche ==
=== Elementi principali ===
Le caratteristiche principali di un carro armato (che lo distinguono dagli altri veicoli da combattimento) sono:
 
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* [[Corazzatura]] sufficiente a resistere al fuoco di armi pesanti
 
=== L'ergonomia nella progettazione ===
Fin dalla sua origine il carro armato è stato un posto molto scomodo, perché le esigenze di [[comfort]] dell'equipaggio contrastano con le limitazioni di volume e di peso imposte dal fatto che il carro armato è un'[[arma]], quindi deve avere un'efficienza bellica che non può scadere al di sotto di determinati valori. D'altra parte, proprio a causa del limitato spazio disponibile, nei carri armati è sempre stato necessario uno studio [[Ergonomia|ergonomico]] approfondito del posizionamento degli apparati, affinché i compiti di un membro dell'equipaggio non interferissero fisicamente con quelli degli altri.
 
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Successivamente alla seconda guerra mondiale, anche se gli studi per il comfort dell'equipaggio sono proseguiti, specialmente nel campo occidentale, i carri armati hanno continuato ad essere piuttosto scomodi. Ancora negli anni '70 le esigenze dell'equipaggio erano considerate una priorità non troppo alta, tanto che anche alcuni centimetri di altezza potevano rappresentare un vantaggio nella progettazione<ref>«Non bisogna dimenticare che comunque il compito [della profilatura balistica] è stato facilitato dal fatto che nel calcolo degli spazi interni destinati all'equipaggio (4 persone come di consueto) ci si è basati con tutta probabilità sulla statura media della popolazione giapponese» da Enrico Po, STB Tipo 74, Eserciti e Armi N° 25 (gennaio 1976) pp. 55-62</ref>. Solo con l'ultima generazione di carri armati da combattimento sono state ampliate le torrette presupponendo una permanenza nel mezzo a portelli chiusi per periodi prolungati, considerando anche la possibilità di dover operare in ambiente contaminato da attacchi nucleari, chimici o batteriologici per periodi relativamente lunghi.
 
== La dottrina bellica d'impiego ==
Appena finita la prima guerra mondiale i vinti erano distrutti, e i vincitori erano esausti sia dal punto di vista morale sia dal punto di vista finanziario. Per questo nei mesi immediatamente successivi alla guerra gli enormi eserciti che avevano combattuto furono smobilitati e le spese per gli armamenti furono drasticamente diminuite. Lo sviluppo tecnico e dottrinale del carro armato, dunque, risentì di queste decisioni.
 
In particolare questi studi furono portati avanti dal colonnello [[John F.C. Fuller]] e dal capitano [[Basil Liddell Hart]] nel Regno Unito, dai colonnelli [[Jean Baptiste Eugène Estienne]] e [[Charles de Gaulle]] in Francia e dal generale [[John Pershing]] e dall'ingegner [[J. Walter Christie|Christie]] negli Stati Uniti.
 
[[File:Bt2.jpg|thumb|Il carro sovietico BT-2 del 1932, primo mezzo di serie con [[Sospensione Christie|sospensioni tipo Christie]] ]]
 
Tutto questo fervore intellettuale, che pure portò ad uno sviluppo teorico dell'impiego dei carri estremamente avanzato, non ebbe praticamente riscontri nella dottrina militare degli stati maggiori britannico e francese, che considerarono sempre il carro armato come un'arma di supporto della fanteria o della cavalleria, mentre negli Stati Uniti gli studi sui carri praticamente si arrestarono fino al [[1936]], a parte alcuni progetti sviluppati come iniziativa privata da Christie, che sviluppò il moderno sistema di sospensioni dei cingoli a ruote di grande diametro, adottato soprattutto dai sovietici nei carri [[BT (carro armato)|BT]] e dai britannici dalla [[seconda guerra mondiale]] in poi.
 
In [[Italia]] la dottrina di impiego dei carri armati (e, quindi, il relativo sviluppo) fu condizionata dalle particolarità geografiche della penisola, in particolare il terreno montuoso (su cui si erano svolte la maggior parte delle battaglie della prima guerra mondiale) spinse allo sviluppo di carri leggeri, tanto che il primo carro medio valido comparve solo dopo l'inizio della seconda guerra mondiale.
 
=== La dottrina di impiego degli stati maggiori ===
Il carro armato, nella concezione degli stati maggiori precedente alla seconda guerra mondiale, era uno strumento di appoggio per le armi di fanteria e di cavalleria: quindi non si riteneva necessaria per i carri una mobilità tattica e strategica superiore a queste. In particolare il pensiero militare di allora divideva i carri in "carri pesanti", da fanteria, e "carri incrociatori" o carri veloci, da cavalleria. Questa distinzione, che rifletteva una fondamentale mancanza di comprensione, era particolarmente forte negli ambienti militari francesi ed inglesi. Inoltre — ulteriore grave errore strategico — i carri erano inquadrati in battaglioni entro le divisioni di fanteria e/o cavalleria, quindi ''era il comandante di quelle unità'' che decideva quando e come usarli.
 
Il ''carro pesante'' era progettato per combattere la fanteria nemica, era pesantemente corazzato, lento ed armato con mitragliatrici e cannoni di piccolo calibro. A fianco della cavalleria e dei carri pesanti dovevano operare i ''carri incrociatori'', inquadrati in reggimenti dipendenti dai corpi di armata, con funzioni esploranti e di sfruttamento del successo: questi erano molto più veloci, ma carenti sia nella protezione sia nell'armamento.
 
Tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30, riprendendo un concetto che aveva avuto grande successo in Francia negli ultimi mesi della prima guerra mondiale e che aveva portato alla nascita del Renault FT, si progettarono molti piccoli carri armati (come il [[Vickers 6-Ton|Vickers da 6 tonnellate]], Type A o B), commercializzati per l'esportazione. Questi carri si suddividevano in "carri mitragliatrice" (con 2-3 o più armi di piccolo calibro) e "carri cannone" (con un pezzo in genere da 37-40mm, accompagnato o meno da 1-2 mitragliatrici); erano stati ideati per combattere in gruppi che si dovevano prestare reciproco soccorso. I carri cannone intervenivano contro gli altri carri, i carri mitragliatrici intervenivano contro la fanteria. Se costretti ad operare da soli questi carri, la cui corazzatura era in genere molto sottile, venivano sopraffatti facilmente, inoltre un "carro cannone" era quasi completamente incapace di impegnare efficientemente la fanteria, perché il cannone di cui era munito era di calibro troppo piccolo e privo di granate a frammentazione.
 
In conclusione, a metà degli [[anni 1930|anni trenta]], i carri armati non erano in grado di impegnare veicoli simili in combattimento. Solo allora nel [[Regno Unito]] ci si rese conto dell'errore e si cominciò, troppo tardi, a costituire divisioni corazzate sperimentali per permettere ai carri di operare secondo le teorie di Fuller, pur continuando a mantenere a livello operativo la divisione tra carri "da fanteria" e carri "incrociatori". In Francia invece si preferì affidarsi alla [[Linea Maginot]] piuttosto che ad una difesa mobile, con conseguenze tragiche pochi anni dopo.
 
=== Le teorie di impiego britanniche e lo sviluppo dei carri in Germania ===
Le teorie di Fuller si basavano sullo sviluppo della tattica di fanteria tedesca sviluppata nel corso della prima guerra mondiale dallo Stato Maggiore tedesco, che prevedeva un utilizzo della fanteria per creare sfondamenti locali, i quali dovevano essere sfruttati immediatamente, prima dell'arrivo in loco delle riserve.
 
Questa tattica aveva dimostrato la sua validità almeno in tre battaglie, condotte in condizioni molto diverse fra loro, ma sempre con questi principi bene in mente: [[conquista di Riga|Riga]] (1917), [[Battaglia di Caporetto|Caporetto]] (1917), [[B|Marna]] (1918). Questi canoni di impiego erano stati studiati da Fuller e Liddel Hart, che avevano proposto una tattica chiamata "del fiume in piena", basata su principi analoghi.
 
La comparsa del carro armato aveva spinto i due studiosi a spostare la loro attenzione sul nuovo mezzo, che si integrava perfettamente alla teoria già sviluppata, e avevano indicato le conseguenti modalità di impiego della nuova arma, che potevano riassumersi nei seguenti precetti:
* i carri armati dovevano essere impiegati in massa, quindi dovevano essere inquadrati in divisioni omogenee costituite in prevalenza di soli carri armati (divisioni corazzate);
* dato che i carri dovevano operare in collaborazione con le altre armi (in particolare fanteria ed artiglieria) le aliquote di queste ultime integrate nella divisione corazzata dovevano avere la stessa mobilità dei carri;
* la funzione delle divisioni corazzate non doveva essere tattica, ma strategica.
 
Queste idee, divergendo da quelle degli stati maggiori, non ebbero fortuna né in Gran Bretagna e tanto meno in Francia, ma chi le assimilò e su queste basò lo sviluppo dell'arma corazzata fu la Germania.
 
Il [[Trattato di Versailles (1919)|trattato di Versailles]] aveva proibito alla Germania il possesso di carri armati, permettendole solo di tenere un numero limitato di [[autoblindo]] in funzione di ordine pubblico, tuttavia, sotto l'impulso del generale [[Hans von Seeckt]], la [[Reichswehr]] cominciò a sviluppare all'estero quegli armamenti che erano proibiti dal trattato, quindi utilizzò la neonata [[Unione Sovietica|URSS]] come partner per lo sviluppo dei suoi ''Panzer'' (questo era il nome tedesco dei carri armati, abbreviazione dell'ufficiale ''Panzerkampfwagen'' cioè "veicolo corazzato da combattimento"), che mise a disposizione dei tedeschi una scuola militare nei pressi di [[Kazan']].
 
In parallelo organizzò una serie di manovre campali, in cui i carri armati erano simulati con trattori civili, allo scopo di comprendere meglio l'uso sul campo dei nuovi mezzi. Poco dopo il pensionamento di Seekt la Repubblica di Weimar era finita con l'inizio del cancellierato di [[Adolf Hitler]].
 
Inoltre istruttori tedeschi si trovarono in Bolivia a comandare il piccolo contingente di tankette e carri armati Vickers da sei tonnellate, durante la guerra del Chaco tra il 1932 e il 1935, traendone alcune importanti conclusioni:
# il capocarro deve solo comandare il mezzo, e non caricare cannoni o gestire altri compiti,
# la corazzatura deve resistere alle armi della fanteria, e deve essere formata da acciai speciali saldati o fusi in modo che non si stacchino schegge se viene colpita,
# la tattica di fuoco migliore è quella in cui un carro si sposta da un riparo all'altro, facendo fuoco da fermo, con lo scafo protetto o nascosto,
# i cingoli devono essere molto ampi (per ridurre la pressione al suolo, quindi permettere al carro di muoversi su tutti i terreni) e piuttosto resistenti (per non scingolare vicino alle postazioni nemiche),
# il carro leggero è poco utile, bisogna concentrarsi su un carro medio,
# non ha senso utilizzare formazioni miste di carri mitragliatrice e carri cannone, il carro armato deve essere in grado di utilizzare entrambe le armi, dotate di ampio munizionamento
# i carri armati vanno sempre utilizzati in massa.
 
Nel [[1935]] Hitler denunciò il trattato di Versailles, e da quel momento iniziò lo sviluppo vero e proprio dell'arma corazzata. Sotto la spinta del generale [[Heinz Guderian]], teorico della nuova dottrina carrista tedesca nel suo libro ''Achtung Panzer!'', fu iniziata la produzione di due tipi di carro leggero (armato di mitragliatrice), e di due tipi di carro medio (armato di obice). Particolarmente interessanti erano i due carri medi ([[Panzer III]] e [[Panzer IV]]), che univano una buona mobilità ed una sufficiente corazzatura ad un armamento che, pur risentendo ancora delle concezioni del carro come supporto della fanteria, aveva notevoli potenzialità per uno sviluppo futuro.
 
Altre esperienze, dopo quelle del Chaco, furono fatte da ufficiali e soldati tedeschi intervenuti nella guerra civile spagnola. L'impostazione data dal conflitto del Chaco fu confermata, anche se la Germania in quel momento produceva per lo più carri leggeri bisognava passare ai carri medi, poca importanza avevano quelli pesanti, mentre invece si iniziò a vedere con favore la possibilità di utilizzare i carri come arma anticarro d'eccellenza, armati con cannoni ad alta velocità.
 
Nell'ottobre 1935 furono costituite tre ''Panzerdivisionen'' (divisioni corazzate) e nel 1937 furono costruite cinque ''Leichtedivisionen'' (divisioni leggere), con un miglior rapporto fra carri e fanteria. Queste divisioni nel 1939 contro la [[Polonia]] e nel 1940 contro la [[Francia]] dimostrarono cosa potevano i carri nella ''Blitzkrieg'', la celebre [[guerra lampo]].
 
In particolare, analizzando la [[campagna di Francia]] (1940) si vede che la superiorità tedesca non era né nel numero né nella qualità dei carri (l'Armèe era superiore come numero e qualità dei mezzi), ma nella migliore dottrina di impiego dei carri e nell'organico divisionale (forse la branca più trascurata dell'arte militare) che poneva il nuovo strumento nelle mani di ufficiali giovani e dotati di ampia discrezionalità, che potevano usare tali mezzi al meglio.
 
=== Le teorie di impiego in Unione Sovietica ===
[[File:Carristi sovietici.jpg|miniatura|Carristi sovietici durante l'inverno 1942-1943]]
Le teorie di impiego in Unione Sovietica risentirono inizialmente delle concezioni correnti, tanto che i carri sovietici negli [[anni 1920|anni venti]] erano o estremamente leggeri o colossi con due o più torrette, praticamente incapaci di movimento.
 
Tuttavia il maresciallo [[Michail Nikolaevič Tuchačevskij]], facendo tesoro della collaborazione con la Reichswehr, sviluppò le sue teorie di impiego dei carri armati basate su un concetto per i tempi rivoluzionario: la ''battaglia in profondità'' (che, negli [[anni 1980|anni ottanta]], sarà la base teorica per l'[[Airland Battle 2000]] negli Stati Uniti).
 
Considerando che il futuro delle battaglie stava nella penetrazione delle forze meccanizzate in profondità nel dispositivo nemico, dovevano essere costruite grandi unità interamente corazzate, il cui impiego doveva prevedere sostanzialmente operazioni di aggiramento del fronte (ovviamente Tuchačevskij aveva in mente gli ampi spazi pianeggianti della Russia: un'operazione del genere sarebbe stata molto più difficile nell'Europa Centrale). Questo comportava una collaborazione stretta fra forze corazzate ed aviazione tattica, sia in funzione di interdizione delle linee di rifornimento nemiche, sia in funzione di contrasto delle forze corazzate nemiche.
 
Nella concezione di Tuchacevskij i reparti corazzati dovevano avere sia reparti di fanteria che di carri, appoggiati da una massiccia quantità di artiglieria meccanizzata e carri-artiglieria. I carri dovevano essere di tipo medio ed era considerata fondamentale la mobilità, la possibilità di ingaggiare sia carri nemici sia (soprattutto) reparti di fanteria. Particolare importanza era data all'autonomia, all'affidabilità dei cingoli e dei sistemi di trasmissione, al treno di rotolamento affidabile anche in ambienti freddi, fangosi, sabbiosi o innevati. Accanto ai carri medi servivano carri pesanti pensati, a differenza dei carri pesanti in studio in Germania (mezzi esclusivamente anticarro) come carri dotati di una potente artiglieria d'appoggio. Tuchacevskij e i suoi collaboratori dibattevano poi se costruire o meno alcuni grandi carri pesanti da sfondamento, utilizzabili solo per rompere le linee nemiche e lasciati assieme alla fanteria, tra di loro l'idea venne accantonata, per essere poi riproposta dopo il 1937 con ingombranti veicoli pluritorretta. I carri armati oltre che contro le truppe corazzate e le trincee nemiche erano pensati come mezzi fondamentali per sorprendere ai fianchi i centri di comando, gli aeroporti, i punti di passaggio obbligati, le vie di comunicazione e i guadi, gli arsenali e le polveriere nemici, penetrando in profondità in maniera coordinata con una fanteria leggera (meccanizzata in teoria, ma negli esperimenti degli anni '20-'30 si continuò ad usare anche reparti montati a cavallo), paracadutisti (anche pensando di costruire alcuni aeroporti oltre le linee nemiche) e rifornimenti aerei.
 
Nel [[1937]] Tuchačevskij venne fucilato, per ordine di [[Iosif Stalin]], insieme a quasi tutti i suoi collaboratori e tutti gli ufficiali che non provenivano dalla "cricca del volga" nelle [[grandi purghe]]. Comunque i progetti per i carri che aveva sviluppato (sfruttando, fra l'altro, le [[Sospensione Christie|intuizioni meccaniche di Christie]], fondamentali per mobilità e velocità) continuarono il loro sviluppo. Nel 1941 l'URSS aveva a disposizione i carri sviluppati sulla base delle teorie di impiego di Tuchačevskij: il carro pesante [[Kliment Voroshilov (carro armato)|KV-1]] e il carro medio [[T-34]]. Inoltre le teorie sovietiche insistevano molto sul grosso calibro dei cannoni dei carri, con pezzi notevolmente più potenti (almeno nel ruolo d'appoggio d'artiglieria) di quelli tedeschi, francesi e britannici.
 
Alla vigilia della guerra l'URSS era dotata dei migliori e più affidabili carri armati del mondo. Questi però erano stati impoveriti dopo le purghe poiché non compresi a pieno; per esempio era stata rimossa la radio dai T-34, prevista nel primo progetto, ed erano state abolite le divisioni corazzate (sostituite con le brigate), inoltre mancavano i buoni ufficiali carristi, anche perché molti veterani della guerra di Spagna erano stati eliminati nelle purghe che si susseguivano nei tardi anni '30. Il carro armato fu legato alla fanteria, utilizzato come una forza d'artiglieria d'appoggio mobile, ruolo che (pur previsto anche dai riformatori sovietici degli anni '20-'30, a differenza dei loro omologhi tedeschi) era enormemente limitativo per le capacità di mobilità e di combattimento anticarro dei T-34.
 
=== Caratteristiche generali dei carri armati fra le due guerre mondiali ===
All'inizio della [[seconda guerra mondiale]] i carri armati si erano evoluti in una forma che ormai presentava le linee essenziali dei carri armati moderni (anche se, ovviamente, con caratteristiche nettamente inferiori). I carri che iniziarono la guerra erano ormai con cingoli tenuti da carrelli di due ruote e con [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a balestra|sospensioni a balestre]], alcune nazioni (URSS, Polonia, Cecoslovacchia e, per la cavalleria, il Regno Unito) avevano invece adottato le sospensioni Christie, che garantivano una maggiore velocità (i carri cecoslovacchi furono poi utilizzati dai tedeschi), mentre sui tavoli da disegno cominciavano a comparire le [[Sospensione (meccanica)#Sospensioni a barre di torsione|sospensioni a barre di torsione]], soprattutto in Germania. Considerando le molte morfologie di carro che si stavano sviluppando (carri leggeri, medi e pesanti) non è facile dare linee generali valide per tutti i carri dell'epoca, comunque la propulsione in genere era assicurata da motori a benzina, eccettuato l'[[Impero giapponese]] che dal 1931, con il suo carro medio [[Type 89 Yi-Go]], era passato alla [[Motore Diesel|motorizzazione diesel]] in quanto più sicura ed economicamente più conveniente (il fabbisogno di carburanti era soddisfatto in grande percentuale importandoli dall'estero – soprattutto dagli Stati Uniti e dalle [[Indie orientali olandesi]]). Pure l'URSS, negli anni trenta inoltrati, iniziò a introdurre propulsori alimentati a [[gasolio]] sui carri medi e pesanti. In genere la potenza motrice arrivava a un massimo di 500&nbsp;[[Cavallo vapore britannico|hp]] e l'apparato era tradizionalmente sistemato nella vano posteriore del mezzo.
 
I carri armati erano quasi tutti forniti di un torretta brandeggiabile su un orizzonte completo mediante sistemi ad attivazione manuale o idraulica, la quale accoglieva l'armamento principale, che variava da mitragliatrici a obici di calibro anche elevato. Una certa diffusione conobbero i corazzati a due o più torrette, una categoria che conobbe il maggiore sviluppo in Unione Sovietica con l'impressionante ma goffo [[T-35]]; in generale, comunque, questo tipo di mezzi fu ben presto rimosso dal servizio attivo dopo le prime, deludenti prove in azione o addirittura rimase allo stadio prototipico in alcuni paesi. Altri mezzi particolari, e dimostratisi nel complesso progetti non del tutto validi in battaglia, furono il [[Char B1]] francese e l'italiano [[M11/39]], che presentavano le artiglierie di bordo nello scafo anziché in torretta, con ovvi problemi di puntamento e impiego.
 
La [[corazzatura]], i cui processi costruttivi erano stati mutuati dalla cantieristica pesante e dall'industria navale, rimase a lungo composta da lastre di spessore non elevato tenute assieme da [[Rivetto|rivetti]] su un telaio prefabbricato; nel corso degli anni trenta, comunque, furono sperimentate e adottate altre soluzioni quali la [[saldatura]], che consentivano di risparmiare sul peso, implementare corazzature più spesse e ottenere una resistenza nel complesso migliore. Con tale tecnologia, inoltre, venivano a ridursi i pericoli per l'equipaggio di essere investito dai rivetti, strappati dall'[[energia cinetica]] di una granata (che poteva anche non penetrare) e scagliati nella camera di combattimento.
 
== Note ==