Anarco-comunismo: differenze tra le versioni

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Nonostante ci fossero alcuni settori diffidenti del sindacalismo, a partire dalla decada del 1890 diversi anarco-comunisti, tra cui Kropotkin, entrarono nei sindacati libertari. In [[Spagna]] molti entrarono nel sindacato liberario [[Confederación Nacional del Trabajo]], il quale già da prima della [[rivoluzione anarchica spagnola]] del 1936 fomentò e partecipò a diverse insurrezioni e scioperi proletari armati, tra cui l'insurrezione del gennaio e del dicembre 1933 che interessò gran parte del territorio spagnolo.
 
===Rapporto con il sistema sovietico===
Molto presto alcuni comunisti libertari ripudiarono la rivoluzione d'ottobre, già il 25 dicembre 1917 alcuni russi che avevano partecipato alla rivoluzione bolscevica delusi dalle politiche del governo di Lenin si ritirano su un'isola del golfo di Finlandia fondandovi la [[Repubblica Sovietica di Naissaar]], allo scopo di crearvi una "società comunista libertaria" non bolscevica. L'esperienza si concluse il 26 febbraio 1918 quando l'isola fu occupata dall'esercito tedesco nell'ambito della prima guerra mondiale. Durante l'anno 1918 anche altre esperienze libertarie furono tentate nel territorio russo, ma tutte effimere, perlopiù represse immediatamente dai bolscevichi. Questo perché il governo bolscevico aveva fin da subito mostrato, a opinione dei libertari, caratteristiche degenerate da demagogia e populismo, ad iniziare dal [[Decreto sulla terra]] l'8 novembre 1917, in quale invece di collettivizzarla sotto la forma che poi verrà presa da [[Stalin]] nei [[kolchoz]] venne invece distribuita in proprietà privata ai piccoli contadini ([[kombedy]]), dotandoli successivamente (11 giugno 1918) di libertà di associazione (soviet propri, quindi a difesa dei propri interessi particolari), tradendo l'impostazione marxista originaria. Malgrado questo inizio sgradito, le successive tappe principali della rivoluzione dovevano soddisfarre la visione libertaria:
 
* 14 dicembre 1917 - Nazionalizzate le banche
* 15 dicembre 1917 - Fondato il [[Consiglio supremo dell'economia nazionale]] (Vesencha) per dirigere la pianificazione
* 23 gennaio 1918 - Nazionalizzata la Marina mercantile
* 2 maggio 1918 - Nazionalizzata l'industria dello zucchero
* 20 giugno 1918 - Nazionalizzato il settore petrolifero
 
Il 28 giugno 1918 un decreto del [[Soviet Supremo]] nazionalizza la grande industria e introduce il [[comunismo di guerra]]: viene adottato il [[razionamento]] al posto del denaro (che comunque aveva oramai perduto ogni valore e già non era quasi più utilizzato), e le entrate tributarie sono sostituite in agricoltura e artigianato da [[Requisizione|requisizioni]] eseguite dalle famigerate squadre annonarie e nell'industria e terziario dal servizio di [[corvée]]; la libertà di commercio (praticabile col mezzo del baratto) e di [[impresa]] (sottoposta alle requisizioni del prodotto) rimane garantita ma è esplicitamente proibito l'utilizzo di manodopera dipendente (tuttavia la violazione di tale regola verrà spesso pragmaticamente "tollerata" dai bolscevichi in virtù di presunte esigenze produttive nazionali, ma i datori di lavoro saranno marchiati indelebilmente con l'epiteto di parassiti sociali). A questo punto si fanno vedere gli effetti della mancata collettivizzazione delle terre ossia della loro regalia ai "kombedy" criticata dai libertari: subito avviene la prima rivolta contro il comunismo di guerra, a [[Balakovo]] dove i "kombedy" linciano gli esattori bolscevichi; questo tipo di rivolte nel corso dei successivi due anni si susseguiranno una dietro l'altra e relativa necessità di reprimerle, coinvolgendo complessivamente alla fine praticamente l'intero territorio russo seppur con cadenze temporali diverse.
 
* 21 novembre 1918 - Abolito il commercio privato, istituito al suo posto il [[Narkomprod]] e il [[Gossnab]]
* 6 giugno 1919 - L'azienda di stato [[Goznak]] ricomincia a stampare [[Francobollo|valori bollati]]
* 29 novembre 1920 - Nazionalizzata anche la piccola industria
 
Dall'8 al 16 marzo 1921 si svolge il [[X Congresso del Partito Comunista Russo (bolscevico)]]; Lenin introduce la '''[[nuova politica economica]]''' che sostituisce il ''comunismo di guerra'': torna l'uso del denaro, inizialmente [[Buono acquisto|buoni]] non [[Tasso di cambio|convertibili]] (poiché l'obiettivo dichiarato del governo sovietico rimaneva ufficialmente ancora quello di costruire una società comunista in cui non ci sarebbero stati soldi) denominati "[[sovznaki]]" (abbreviazione di "sovetskiye znaki", ossia "buoni sovietici"), successivamente (dal 1° novembre 1922, a seguito di [[riforma monetaria]], evento che segna l'ineluttabilità della permanenza della circolazione monetaria) [[valuta]] vera e propria denominata "[[Karbovanec'|chervonets]]" (in italiano, desueto: cervone); le requisizioni sono quindi sostituite da [[Imposta|imposte]] computate e versate in [[Biglietto di stato|certificati cartacei]] (scemano così le rivolte contadine inerenti). Viene abolito il lavoro coatto e militarizzato (il quale aveva assunto la forma di vera e propria [[schiavitù]] e [[servitù della gleba]] causa di rivolte al pari delle requisizioni) e sostituito da quello [[Salario|salariato]], nelle fabbriche e negli impianti viene introdotta la [[Partita doppia|contabilità]] dei costi, ed il loro sistema dirigenziale basato sui caporioni viene sostituito da [[Consiglio di amministrazione|consigli di amministrazione]] di [[Interventismo (economia)|nomina ministeriale]]; la libertà di [[commercio]] viene ristabilita (nonostante fosse sempre stato ampiamente tollerato sotto forma di [[mercato nero]]) e quella di [[impresa]] confermata, ma rimane la proibizione dell'utilizzo di [[Lavoro subordinato|manodopera dipendente]]. Sebbene Lenin avesse inizialmente inteso la NEP come una fase di reflusso solo provvisoria e contingente indotta dall'emergenza, il sistema inizialmente praticato non fu più ripristinato; per questo, nonostante [[Karl Marx]] non abbia mai indicato precisamente in cosa dovesse consistere in pratica il [[Comunismo|sistema comunista]], gli interpreti comunisti libertari ritengono che l'abbandono del ''comunismo di guerra'' basato sul metodo [[Distribuzione commerciale|distributivo]] del [[razionamento]] (ossia secondo loro del comunismo tout court, da evolvere in seguito ma non abbandonare totalmente come, secondo questa interpretazione, invece fece Lenin) abbia rappresentato l'abbandono del sistema comunista stesso, non considerando essi più tale quello che ne seguì ma solo un [[capitalismo di stato]] ritenendo essi assolutamente imprescindibile dal sistema comunista l'abolizione del concetto stesso di "[[unità di conto]]" conseguentemente rappresentato dal [[denaro]] nel suo utilizzo come [[Moneta merce|mezzo di scambio]] e di accumulazione di valore ("[[Capitale (economia)|capitale]]") e quindi inconciliabile con il comunismo la sua esistenza che Marx implicitamente non avrebbe contemplato.
 
La scelta di abbandonare il comunismo di guerra venne presa dopo una lunga serie di ribellioni dei contadini ai quali Lenin aveva regalato la terra nel 1917, tra le quali la più estesa e pericolosa fu l'ultima, quella di [[Tambov]]), brutalmente repressa anche inondando le foreste di [[Armi chimiche|gas asfissiante]] (le vittime saranno stimate in 240.000), la quale inizia nel gennaio 1921 e si estende a est a Samara, Saratov, Caricyn, Astrachan', e Siberia occidentale, rischiando di estendersi a tutto il paese, il suo culmine avviene proprio contemporaneamente al congresso che abolisce le requisizioni, e di conseguenza scema in relazione a ciò. Nello stesso tempo (1º-17 marzo) avviene l'[[Rivolta di Kronštadt|ammutinamento della base navale di Kronstadt]], i cui soldati erano stati tra i più attivi sostenitori della rivoluzione d'ottobre. Il bombardamento della base di Kronstadt da parte dell'Armata Rossa di Lev Trotsky è visto da alcuni storici come l'evento che pone fine al periodo rivoluzionario in Russia o quantomeno alla sua fase candida. Gli autori libertari invece interpretano la rivolta come una 4° rivoluzione vera e propria (dopo quella del 1905, di febbraio, e d'ottobre), fallita, vedendo in tale evento molto più che il caso localizzato e contingente al quale apparentemente si riduce storiograficamente. Una 4° rivoluzione che avrebbe dovuto instaurare il comunismo ''definitivo'' ossia evolvendo il comunismo ''di guerra'' ma non ritornando al capitalismo (seppur "di stato") come fece Lenin con la NEP.
 
===Attualità===