Battaglia delle Alpi Occidentali: differenze tra le versioni

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=== L'offensiva italiana ===
{{NPOVPOV|La sezione conclusiva del paragrafo è interamente fondata su una singola fonte (Bocca) la cui imparzialità è opinabile. Qua e là sono riscontrabili a più riprese anche vistosi errori, come l'affermazione che gli ultimi due cannoni del Forte Chaberton sarebbero stati ridotti al silenzio dai mortai francesi (in realtà rimasero in funzione fino all'armistizio), od il riferimento ad inesistenti sbarchi nella zona di Mentone (che furono progettati, ma mai realizzati).}}
[[File:13June 25June1940 FallRot.svg|miniatura|Mappa dell'invasione tedesca della Francia, in basso a destra sono indicate le direttrici dell'attacco italiano sulle [[Alpi]].]]
L'offensiva italiana scattò all'alba del 21 giugno 1940 e 21 divisioni iniziarono a muoversi contro le 6 divisioni francesi schierate a difesa del territorio francese. Nel settore nord, l'unico in cui si sarebbe potuto realizzare il disegno strategico di ricongiungimento con le forze tedesche, Guzzoni lanciò sconsideratamente all'attacco sul Colle del Piccolo San Bernardo la divisione alpina [[1ª Divisione alpina "Taurinense"|"Taurinense"]], la divisione motorizzata [[101ª Divisione motorizzata "Trieste"|"Trieste"]] e i battaglioni "Vestone" e "Vicenza", portandosi personalmente sul colle per assistere alla battaglia<ref name=Bocca156 />. Fin da subito si generò una enorme confusione lungo il colle e Guzzoni si ritrovò ad avere in prima linea solo due battaglioni, i quali vennero fermati da una interruzione stradale e dal fuoco proveniente dalla ''Redoute ruinée'' (il forte delle Traversette), una vecchia ridotta francese presidiata da quarantacinque ''Chasseurs des Alpes''<ref name=Rochat250/> con alcune armi automatiche. Lungo la strada verso il colle nel frattempo si formarono lunghissime code di uomini e mezzi che rendevano la strada inaccessibile perfino alle autoambulanze, le quali erano impossibilitate ad evacuare e curare i feriti, lasciati quindi morire dissanguati. Nei giorni successivi, nonostante l'inutile intervento di un battaglione di [[CV33|carri leggeri L/3]], la situazione rimase di stallo e il giorno 24 giugno, al termine delle ostilità, la divisione "Trieste" era ancora bloccata sul valico, mentre gli alpini erano riusciti ad aggirare la ridotta e a penetrare di pochi chilometri tra gli avamposti e la prima linea di resistenza<ref>{{cita|Bocca|pp. 156-157}}.</ref>. In quattro giorni di combattimenti i comandi italiani non riuscirono a portare innanzi le artiglierie per neutralizzare la ridotta, e l'unico obiettivo raggiungibile, la cittadina di [[Bourg-Saint-Maurice]], non fu raggiunto<ref name=Rochat250/>.