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{{Vedi anche|Giubbotto antiproiettile}}
[[File:Bodyarmor.jpg|thumb|Un giubbetto antiproiettile moderno.]]
Attualmente si utilizzano giubbotti antiproiettile prodotti con materiale balistico (ad es. [[kevlar]], [[dyneema]], [[twaron]], [[spectra]], etc.) eventualmente rinforzato con piastre ceramiche. Sono utilizzati da forze di polizia, guardie, personale carcerario e alcuni reparti militari. Normalmente, la [[fanteria]] utilizza protezioni leggere (note storicamente, in inglese, come ''[[flak jacket]]'') per proteggersi dalle schegge di [[granata (arma)|granate]] e dagli effetti indiretti dei bombardamenti. Tali protezioni sono di solito insufficienti a fermare colpi di [[arma#Armi da fuoco|armi leggere]]. Infatti, in ambito militare si è esposti al fuoco di armi, come i [[fucile d'assalto|fucili d'assalto]], a elevata energia e potere perforante. Protezioni adeguate sarebbero troppo pesanti e ingombranti per essere usate in combattimento.
 
L'[[US Army|esercito statunitense]] ha adottato la [[Interceptor Body Armor]], che utilizza inserti protettivi avanzati per armi leggere (''Enhanced Small Arms Protective Inserts'', E-S.A.P.I). Tali inserti, delle piastre, sono ufficialmente in grado di fermare 3 [[pallottola perforante|proiettili perforanti]] (AP) da 7,62 mm sparati da 10 m di distanza. Soldati con questo sistema di protezione, in missione in [[Guerra in Iraq|Iraq]] e [[Guerra in Afghanistan (2001 - in corso)|Afghanistan]], raccontano di essere stati colpiti anche sette volte al torace senza restare feriti.