Germania nazista: differenze tra le versioni

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=== Consolidamento del potere ===
{{Vedi anche|Anschluss|Decreto dell'incendio del Reichstag|Rimilitarizzazione della Renania}}
Il nuovo governo instaurò rapidamente in Germania una [[dittatura]] totalitaria, istituendo con provvedimenti legislativi un governo centrale allineato, un processo chiamato ''[[Gleichschaltung]]''. La notte del 27 febbraio 1933 il [[Palazzo del Reichstag]] andò a fuoco mentre al suo internointernosi veniva trovato il [[Comunismo consiliare|comunista consiliarista]] olandesetrovava [[Marinus van der Lubbe]]; l'uomo venne arrestato, accusato di incendio doloso, processato e quindi [[Decapitazione|decapitato]]. Tali fatti provocarono la reazione immediata di migliaia di [[Anarchia|anarchici]], [[Socialismo|socialisti]] e [[Comunismo|comunisti]] in tutto il Paese; definiti i loro discorsi e comizi come un'[[insurrezione]], i nazionalsocialisti ne imprigionarono molti nel [[campo di concentramento di Dachau]]. L'opinione pubblica temette che l'incendio fosse un segnale per dare il via a una rivoluzione comunista in Germania, come quella del [[1919]], così i nazionalsocialisti lo sfruttarono emanando il ''[[Decreto dell'incendio del Reichstag]]'' (27 febbraio 1933) con cui abrogavano la maggior parte delle libertà civili, tra cui l'''[[habeas corpus]]'', in modo da eliminare i loro avversari politici.
 
Nel marzo 1933, con il ''[[Decreto dei pieni poteri]]'', votato dal Parlamento con 444 favorevoli e 94 contrari (i [[Socialdemocrazia|socialdemocratici]] rimasti), il ''Reichstag'' conferì per decreto poteri dittatoriali al cancelliere Adolf Hitler; per quattro anni avrebbe avuto un potere politico assoluto che lo autorizzava a non rispettare più i principi della Costituzione di Weimar; da quel momento, per tutto il [[1934]], il partito nazionalsocialista si dedicò alla brutale eliminazione dell'opposizione politica; il ''Decreto dei pieni poteri'' aveva già messo fuori legge i comunisti (KPD), mentre i socialdemocratici (SPD) vennero messi al bando in giugno nonostante avessero accettato le richieste di Hitler. Nel periodo che andò da giugno a luglio anche nazionalisti (DVNP), Partito Popolare (DVP) e Partito dello Stato tedesco (DStP) vennero obbligati a sciogliersi in vari modi. In seguito, su pressione di [[Franz von Papen]], anche il rimasto Centro cattolico fu sciolto il 5 luglio 1933 dopo aver ottenuto dai nazionalsocialisti garanzie riguardo al sistema educativo cattolico e i gruppi giovanili. Il 14 luglio 1933 la Germania venne dichiarata ufficialmente un Paese [[Monopartitismo|monopartitico]].