Castello di Savignone: differenze tra le versioni

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La morte di [[Galeazzo Maria Sforza]], nel [[1476]], lascia via libera alle famiglie dal duca vessate. Matteo Fieschi, figlio di Daniello, del ramo di Savignone, rientra nel marzo [[1477]] in [[Genova]] al comando delle milizie fliscane, assieme a Giovanni Giorgio del ramo dei Fieschi di [[Torriglia]], con il quale ne coincide il comando. Entrano in Genova al grido di Libertà. Torna da [[Roma]] anche Obietto Fieschi, e assieme si battono per la cacciata da Genova degli [[Sforza]].
 
Nel 1478 i Fieschi riconquistano i loro castelli. Lo [[Gian Galeazzo Maria Sforza|Sforza]] tenta per impedirglielo un intervento con un esercito di 16.000 fanti, ma [[Giovanni Luigi Fieschi]] lo costringe alla ritirata; i soldati del duca si rifugiano allora nei castelli di [[Castello di Montoggio|Montoggio]] e di Savignone. I Fieschi dopo un breve assedio prendono Savignone e catturano i militi qui assediati. Li scambiano in riscatto con Obietto Fieschi, che nel frattempo a [[Milano]] era stato coinvolto in una congiura contro la vedova di [[Galeazzo Visconti|GaleazzoMaria Sforza]], la duchessa [[Bona di Savoia]].
 
Dal 1478 in poi pertanto Savignone va a Ettore Fieschi, dal quale passa a Matteo di questi figlio. Matteo è personaggio in vista in Genova, dove ricopre vari incarichi, nel Governo è in varie occasioni Anziano, fu inoltre uno degli istitutori del Monte di Pietà nel [[1483]], appena istituito dal Beato Angelo da Chivasso.