Lucrezia d'Alagno: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Scarsissime le notizie sui suoi primi anni. Leggendario, e per certi versi romantico, l'incontro con il sovrano, databile presumibilmente al [[1448]], quando Alfonso V la vide casualmente in strada mentre Lucrezia, allora diciottenne, attendeva a una consuetudine tradizionale per la festa di San Giovanni, e se ne innamorò. In quel periodo Lucrezia prese dimora nel quartiere Borgo dell'odierna città di [[Torre Del Greco]], in una zona che ad oggi si chiama "Orti della Contessa", non lontano dal Castello Aragonese, oggi Palazzo di Città, ove soggiornava sovente il sovrano soggiornava spesso.
 
ISembra che i rapporti tra i due sembra rimasero esclusivamente intellettuali, ma la giovane Lucrezia riuscì a raggiungere una tale influenza sul sovrano che, stando ai ''[[Ricordi di Loise De Rosa|Ricordi]]'' di [[Loise De Rosa]], [[Cronaca (genere letterario)|cronista]] dell'epoca, «''...chi voleva alcuna grazia da lo re andava da Madama Lucrezia''». Queste "grazie" non dovevano però essere del tutto gratuite, se è vero che Lucrezia si arricchì considerevolmente per suo conto. Col crescere della sua fama aumentavano anche prestigio personale, potenza politica, ricchezze e incarichi di rango per sé e per la sua famiglia. Lucrezia partecipava a tempo pieno alla vita politica e privata del re.
 
L'unico ostacolo al pieno coronamento delle ambizioni matrimoniali di Lucrezia, e ai non troppo segreti desideri di Alfonso, era la moglie di quest'ultimo, [[Maria di Trastámara (1401-1458)|Maria di Castiglia]], la legittima, pia e paziente regina che, però, viveva in [[Spagna]].
 
Lo stato di separazione dei coniugi, la sterilità del loro matrimonio e, soprattutto, la circostanza che nel [[1455]] era stato eletto al soglio papale [[Callisto III]], zio di un cognato di Lucrezia, la convinsero a tentare il passo dell'annullamento del matrimonio del re. Con il convinto benestare di Alfonso, l'11 ottobre [[1457]] Lucrezia, giunta a [[Roma]] con uno sfarzoso corteo di dame e gentiluomini comprendente cinquecento cavalli, fu ricevuta dal papa che, pur avendola accolta con gli onori e la magnanimità normalmente riservati a una regina, non volle accondiscendere alla richiesta: le doti di saggezza e di eloquenza sfoggiate da Lucrezia non riuscirono ad avere il sopravvento sulla fedeltà e lealtà del Pontefice nei confronti della regina. Allora Alfonso, amareggiato, lasciò [[Capua]] il 27 ottobre successivo, e s'incamminòavviò verso Roma per incontrarla.
 
Alfonso tenterà di consolare con affetto, dedizione, e tangibili riconoscimenti la sua favorita, ma il 27 giugno [[1458]], alla morte del re, Lucrezia si trovò non solo senza il regno desiderato, ma senza essere nominata nel testamento e, per di più, invisa al successore al trono, [[Ferdinando I di Napoli|Ferrante]] e a sua moglie [[Isabella di Clermont|Isabella]].
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Abbandonata [[Napoli]], trascorse alcuni anni tra la [[Dalmazia]] e [[Ravenna]], prima di trasferirsi definitivamente a Roma, dove vivrà i suoi ultimi anni tra le agiatezze e la fama nel frattempo acquistate.
 
Morì il 19 febbraio [[1479]], e il suo patrimonio fu diviso tra la famiglia e il [[Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli)|monastero di San Domenico maggiore]] a Napoli. Fu sepolta nella [[Basilica di Santa Maria sopra Minerva]], a Roma, dove però non resta più né la tomba né la lapide.
<br>La memoria di Lucrezia rimase però nel sentimento popolare romano, che attribuì appunto il nome di [[Madama Lucrezia]] al busto anonimo di [[scultura romana|epoca romana]], alto circa 3 metri, attualmente posto su un basamento all'angolo tra il [[Palazzo Venezia]] e la [[Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio|chiesa di S. Marco]], in [[piazza Venezia]], nei pressi del luogo in cui Lucrezia visse i suoi anni di permanenza a Roma.
 
== Bibliografia ==