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In Italia il primo a parlare di riservatezza fu [[Massimo Ferrara Santamaria]], che teorizzò un diritto analogo nel 1937, con la pubblicazione de "Il Diritto alla Illesa Intimità Privata" <ref>{{Cita pubblicazione|nome=Angelo Di|cognome=Sapio|titolo=Massimo Ferrara Santamaria, Il diritto alla illesa intimità privata (1937)|lingua=en|accesso=2019-06-19|url=https://www.academia.edu/35546461/Massimo_Ferrara_Santamaria_Il_diritto_alla_illesa_intimit%C3%A0_privata_1937_|nome2=La Biblioteca|cognome2=Giuridica|nome3=Rocco|cognome3=Favale}}</ref>. I primi casi di personaggi famosi italiani che furono coinvolti in controversie giudiziarie relative al diritto alla riservatezza furono:
 
*[[Enrico Caruso]]: ci furono contestazioni da parte degli eredi, riguardanti la lesione della privacy del tenore, successivamente all'uscita di due film, in particolare "[[Enrico Caruso, leggenda di una voce|Enrico Caruso, Leggenda di Una Voce"]] (1951), poiché trattavano fatti dell'infanzia di Caruso, per lo più fittizzifittizi<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Giovanni|cognome=Pugliese|data=1954|titolo=Sentenza 14 settembre 1953; Pres. Boccia P., Est. Mani; Caruso (Avv. Leone) c. Soc. p. a. Produzione associata Tirrena Asso film (Avv. Graziadei, Vismara Currò)|rivista=Il Foro Italiano|volume=77|numero=1|pp=115/116–133/134|accesso=2019-06-19|url=https://www.jstor.org/stable/23145955}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.jus.unitn.it/users/pascuzzi/varie/sem-inf99/Cass_1956.htm|titolo=Cass. 22 dicembre 1956 n. 4487|sito=www.jus.unitn.it|accesso=2019-06-19}}</ref>;
*[[Claretta Petacci]], in merito alla sua relazione con [[Benito Mussolini]]. Nel [[1963]] la Corte di Cassazione confermò definitivamente la condanna al settimanale «[[Tempo (rivista)|Tempo]]» (all'epoca uno dei principali settimanali italiani), per aver pubblicato, in un servizio sulla Petacci, diversi particolari inerenti alla sua vita intima. La sentenza applicò il principio secondo il quale non vanno rese note vicende che riguardano la sfera privata delle persone, anche di quelle famose, in assenza d'interesse pubblico<ref>[[Umberto Ambrosoli]], [[Massimo Sideri]], ''Diritto all'oblio, cit.'', pag. 70.</ref>.