Fausto Coppi: differenze tra le versioni

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Il giorno dopo il record, l'8 novembre, gli angloamericani sbarcano in Marocco e Algeria dando inizio all'[[Operazione Torch]], mentre il 9 novembre comincia l'invio di truppe italo-tedesche a [[Tunisi]] e [[Biserta]], nell'ottica di creazione di una testa di ponte in Tunisia. Anche Fausto Coppi, caporale del 38º Reggimento di fanteria della Divisione "Ravenna", riceve l'ordine di partire.<ref name="coppi ora del destino"/> La successiva sospensione delle competizioni a causa del [[seconda guerra mondiale|conflitto]] giunge subito dopo le prime importanti vittorie di Coppi e tarpa le ali al giovane talento. La guerra di Coppi non dura però a lungo. Il 13 aprile 1943 il campione viene infatti catturato dagli inglesi a [[Capo Bon]]; il 17 maggio seguente viene introdotto nel [[campo di concentramento]] di [[Medjez el Bab]], in Tunisia, passando poi al campo di [[Blida]], vicino ad Algeri.<ref name=dizbio/><ref name="coppi ora del destino"/><ref name="pastonesi212">{{cita|Pastonesi|p. 212}}.</ref>
 
La prigionia in Africa si conclude l'11 novembre 1944, come ripprtatoriportato sul suo foglio matricolare inserito nel libro, "Coppi, 1945 una primavera a Roma,(eraclea ed.sportive 2019) quando il campione, in qualità di automobilista aggregato alla [[Royal Air Force|RAF]] in Italia, s'imbarca sul piroscafo ''Città di Orano'' in partenza da Algeri e diretto a [[Napoli]], in un Sud Italia ormai sotto il controllo degli Alleati.<ref name="coppi ora del destino"/> Sin dall'arrivo in Italia il pensiero di Coppi, pur sofferente per lievi forme di [[malaria]] e [[ulcera gastrica]],<ref name=dizbio/><ref name="alberati47"/> è capire come riprendere l'attività professionistica. A [[Caserta]], servendo come autista per il tenente Towell della RAF,<ref name="pastonesi212"/> incontra il calciatore del {{Calcio Napoli|N}} [[Umberto Busani]], che lo mette in contatto con [[Gino Palumbo]], giornalista che lavora alla redazione sportiva della ''Voce'' e futuro direttore della ''Gazzetta dello Sport''.<ref name="alberati47">{{cita|Alberati|p. 47}}.</ref>
 
Proprio a questi si rivolge il ciclista: «Sono Coppi e vorrei tornare a correre, ma ho soltanto una bici militare con le gomme piene che mi procurano dolori continui. Il suo giornale mi può aiutare?» Palumbo lancia subito un appello: «Date una bicicletta a Fausto Coppi». Rispondono in tre. Racconterà Palumbo: «Scegliemmo la bici di un falegname di [[Grumo Nevano]]. Si chiamava Davino. Venne al giornale, consegnò la bici a Fausto, che non dimenticò mai il gesto. Due mesi dopo andò a Grumo per una gara di ciclocross».<ref>{{Cita news|autore=Fabio Monti|titolo=Le cadute e le risalite di Fausto fuoriclasse anche nelle difficoltà|url=http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/02/cadute_risalite_Fausto_fuoriclasse_anche_co_9_100102119.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100402233058/http://archiviostorico.corriere.it/2010/gennaio/02/cadute_risalite_Fausto_fuoriclasse_anche_co_9_100102119.shtml|pubblicazione=[[Corriere della Sera]]|giorno=2|mese=gennaio|anno=2010|accesso=1º dicembre 2010|pagina=61|urlmorto=sì|dataarchivio=2 aprile 2010}}</ref> Nella primavera del 1945 Coppi riesce così a tesserarsi con la sezione ciclismo della [[Polisportiva S.S. Lazio]], dove lo seguirà anche il fratello Serse. Sarà Edoardo Nulli a fornirli le biciclette da competizione e gareggerà con la sua maglia. Con la S.S. Lazio Ciclismo si aggiudica, a distanza di tre anni dagli ultimi trionfi, cinque vittorie, la Coppa Salvioni e la Coppa Candelotti nel Lazio, e quindi il circuito degli Assi a Milano, il [[circuito di Ospedaletti]] e il circuito di [[Lugano]], ristabilendosi definitivamente nel Nord Italia ormai libero.<ref name=dizbio/> Il 22 novembre sposa Bruna Ciampolini.