L'incredibile Hulk (film): differenze tra le versioni

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Marco Spagnoli del ''[[webzine]]'' [[Fantascienza.com]] bocciò la sceneggiatura e le animazioni digitali, ritenendole "finte" e "poco credibili" e aggiungendo infine: "Un po' ''Frankenstein'', un po' ''La Bella e la Bestia'', l'Hulk del regista francese è un film stanco e con tanti problemi di costruzione che rendono l'andamento della storia non interessante e poco credibile. Come, ad esempio, il primo attacco in Brasile che inizia di notte, poi diventa giorno eppoi è di nuovo notte nell'arco di pochi minuti".<ref>{{cita web|autore=Marco Spagnoli|url=https://www.fantascienza.com/11004/l-incredibile-hulk|titolo=L'incredibile Hulk|sito=[[Fantascienza.com]]|data=15 giugno 2008|accesso=10 ottobre 2019}}</ref> Marco Lucio Papaleo, di [[Everyeye.it]], trovò nella solitudine rappresentata da Banner e Blonsky il ''liet-motiv'' del film,<ref name=everyeye/> mentre Marianna Cappi e Stefano Lo Verme, di [[MYmovies.it]], concordarono nell'affermare che dopo un inizio ben impostato sull'analisi del dramma interiore del protagonista si ricade nello scontato: la prima vide un parallelismo tra lo scontro di ideologie tra il generale e Betty Ross e quello tra Bruce Banner e il padre nel [[Hulk (film 2003)|film del 2003]], mentre il secondo apprezzò la ''performance'' di Norton, criticando però quella degli altri attori, affermando che "si limita[no] a fare da tappezzeria alle imprese dell'omone verde";<ref name=mymovies/> pareri analoghi ci furono da parte di Federico Gironi di [[Comingsoon.it]].<ref name=comingsoon/> Pure Massimo Borriello, di [[Movieplayer.it]], apprezzò le scene ambientate in Brasile, al netto dell'intenzione di far apparire le ''favelas'' come luoghi da cartolina nascondendone l'effettivo degrado, e gli effetti speciali utilizzati per ricreare Hulk e Abominio,<ref name=movieplayer/> giudicati positivi anche da Simon Crook della rivista inglese ''[[Empire (periodico)|Empire]]''.<ref name=empire>{{cita web|url=https://www.empireonline.com/movies/reviews/incredible-hulk-review/|titolo=The Incredible Hulk Review|autore=Simon Crook|editore=[[Empire (periodico)|Empire]]|data=12 giugno 2008|accesso=19 agosto 2019|lingua=en}}</ref>
 
Eric Moro del sito di critica ''[[IGN (sito web)|IGN]]'' apprezzò le sequenze d'azione e l'efficacia del cast, seppur "unidimensionale".<ref>{{cita web|url=https://www.ign.com/articles/2008/06/12/the-incredible-hulk-review-4|titolo=The Incredible Hulk Review|autore=Eric Moro|editore=[[IGN (sito web)|IGN]]|data=13 maggio 2012|accesso=19 agosto 2019|lingua=en}}</ref> A distanza di nove anni, Dani di Placido del periodico ''[[Forbes]]'' affermò di ricordare ben poco del film, descrivendolo però come "deludente".<ref>{{cita web|url=https://www.forbes.com/sites/danidiplacido/2017/10/24/the-hulk-should-never-get-another-solo-film/#8d871615caa5|titolo=The Hulk Should Never Get Another Solo Film|autore=Dani Di Placido|editore=[[Forbes]]|data=24 ottobre 2017|accesso=19 agosto 2019|lingua=en}}</ref> Pareri ben più lapidari da parte di [[Peter Bradshaw]], del ''[[The Guardian]]'', che lo giudicò "noioso", arrivando a definire la sceneggiatura e i personaggi "spazzatura".<ref>{{cita web|url=https://www.theguardian.com/film/2008/jun/13/actionandadventure.sciencefictionandfantasy|titolo=The Incredible Hulk|autore=Peter Bradshaw|editore=[[The Guardian]]|data=13 giugno 2008|accesso=19 agosto 2019|lingua=en}}</ref> A Rene Rodriguez del ''[[The Miami Herald]]'' al contrario piacque il fatto che il lungometraggio "presenti nuovi aspetti significativi che la precedente pellicola diretta da Lee non aveva: è più leggero e veloce, è più divertente e considera (invece di trascurare) la serie TV degli anni '70 che lanciò il personaggio".<ref>{{cita news|autore=Rene Rodriguez|url=http://www.miami.com/incredible-hulk-pg-13-article|titolo=Incredible Hulk (PG-13) ** ½|sito=[[The Miami Herald]]|data=13 giugno 2008|accesso=9 ottobre 2019|lingua=en|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6Ee69QItE?url=http://www.miami.com/incredible-hulk-pg-13-article}}</ref> Anche Todd McCarthy di ''[[Variety (rivista)|Variety]]'' spese alcune parole di elogio, dicendo che: "quello che sembrava, in teoria, il risveglio meno necessario di un supereroe sul grande schermo, si rivela una commedia d'azione estiva perfettamente solida in ''L'incredibile Hulk''.[...] è tutta parimenti una demolizione e distruzione cinematografica, messa in scena in modo efficiente, con un pizzico di entusiasmo e scritta con sporadica arguzia [...] Le immagini vertono verso il buio e l'oscurità, ma il montaggio a tre mani - in realtà sei - è veloce, e la colonna sonora sempre presente di Craig Armstrong è contemporaneamente bombastica e utile a sostegno dell'azione. Gli effetti sono in linea con i risultati generalmente positivi ma non ispirati del film".<ref>{{Cita news|autore=Todd McCarthy|url=http://www.variety.com/review/VE1117937386|titolo=The Incredible Hulk|editore=[[Variety (rivista)|Variety]]|data=11 giugno 2008|accesso=10 ottobre 2019|dataarchivio=23 febbraio 2013|lingua=en|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6EdTjIJO5?url=http://www.variety.com/review/VE1117937386/|urlmorto=no}}</ref> Mark Rahner del ''[[The Seattle Times]]'' scrisse: "Il rilancio del golia verde firmato Marvel Studios ha un margine di miglioramento rispetto al ponderoso ''Hulk'' (2003) del regista cinese, sotto quasi ogni punto di vista - tranne per il fatto che l'attuale supereroe faccia pensare a qualcosa di simile a un videogioco, e che la creatura sia ancora troppo poco loquace".<ref>{{cita news|autore=Mark Rahner|titolo="The Incredible Hulk" brings out the best — and the beast — in Edward Norton|url=https://www.seattletimes.com/entertainment/movies/the-incredible-hulk-brings-out-the-best-8212-and-the-beast-8212-in-edward-norton/|sito=[[The Seattle Times]]|data=12 giugno 2008|accesso=9 ottobre 2019|lingua=en}}</ref>
 
La Commissione Nazionale Valutazione Film ritenne che "la scelta di Leterrier di recuperare il tono della favola, del racconto che mischia [[epos]] e [[romanticismo]] in un quadro dal respiro fabulatorio" fosse stata adeguata e che "Un velo di malinconia aleggia su tutti i protagonisti, quasi costretti a vivere situazioni non gradite, eppure condizionati da forze ineliminabili. Lo sguardo amaro di Bruce si confonde con quello preoccupato e accorato di Betty e con quello crepuscolare del generale Ross. Gli spazi da incubo della ''favela'' brasiliana si coniugano con la New York sradicata dalla minaccia dei mostri. Una bella fiaba sul Bene/Male senza retorica e senza lieto fine".<ref>{{cita|Valutazione Pastorale|p.105}}</ref>