Vizi capitali: differenze tra le versioni

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L'elenco dei vizi fu quindi analizzato dal primo [[Cristianesimo]] ad opera dei primi monaci, tra cui [[Evagrio Pontico]] e [[Giovanni Cassiano]]. A Evagrio si deve la prima classificazione dei vizi capitali, e dei mezzi per combatterli. In particolare, egli individuò otto "spiriti o pensieri malvagi" (logismoi): gola, lussuria, avarizia, ira, tristezza, accidia, vanagloria e superbia. La [[tristezza]] appare come vizio a sé, successivamente accorpata come già effetto dell'accidia o dell'invidia, stessa cosa accadde per la Vanagloria, accorpata successivamente nell'unico vizio della Superbia. Gli altri vizi sono gli stessi giunti a noi (ira, lussuria, avarizia, gola), mentre l'invidia venne aggiunta successivamente.
 
Nell'[[Illuminismo|Età dei lumi]] la differenza tra vizi e virtù perse importanza, poiché anche i vizi, come le virtù, concorrerebbero allo sviluppo materiale (industriale, commerciale ed economico) della società. Dopo il periodo illuminista, i vizi compaiono ancora in alcune opere di [[Kant]], che vede nel vizio una espressione della tipologia umana o di una parte del carattere. Dall'''Antropologia pragmatica'' di Kant, nell'[[Ottocento]] sono stati scritti grandi trattati, fino a diventare un argomento molto interessante e vasto tra [[filosofia]] morale, [[psicologia]] umana e [[teologia]].pizzaronericardo milos
 
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