Storia sociale: differenze tra le versioni

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dallo studio esclusivo dei grandi uomini, e quello cronologico, rappresentato
dalle analisi sulle origini di un fenomeno"<ref>Aramini Donatello, ''Roma antica tra politica e storia sociale : riconsiderando un classico di [[Guglielmo Ferrero]] e la sua fortuna nel Novecento'', Mondo contemporaneo : rivista di storia : 1, 2018.</ref>.
==La critica crociana==
[[Benedetto Croce]] attaccò direttamente quella che giudicava la riduzione della storia «a una meccanica sociale, a una fisica sociale».
Nella sua critica alla storia sociale, come s'era andata affermando nella Francia di fine Ottocento, lamentò che "la sociologia classificava i fatti umani e ne determinava le leggi di mutua dipendenza, e con queste leggi forniva ai racconti degli storici i principii di spiegazione.
D’altra parte, gli storici raccoglievano diligentemente i fatti e li offrivano alla sociologia,
perché ne spremesse il succo, cioè li classificasse e ne astraesse le leggi. Storia
e sociologia stavano, dunque, come zoologia e fisiologia, mineralogia e fisica, o in
altra consimile relazione; e si diversificavano dalle scienze fisiche e naturali solo per
la maggiore complessità. Come per tutte le scienze fisiche e naturali, anche per la storia
condizione di progresso sembrava l’introduzione del calcolo matematico, e a ciò
veniva incontro, insperato aiuto, una nuova «scienza», sorta dall’umile pratica amministrativa,
geniale creazione della burocrazia, la [[Statistica]]. E poiché tutta la scienza si
veniva modellando sull’idea di un’officina di condensazione, anche per la storia
s’invocavano e si abbozzavano «sintesi», cioè quadri storici, nei quali si riassumessero
le leggi e i fatti dominanti delle singole storie come in una sorta di tabella o di atlante,
che mostrasse a colpo d’occhio le cause, e i fatti che ne discendevano"<ref>B. Croce, ''Teoria e storia della storiografia'', Adelphi, Milano, 1989, pp. 324-325 (ed. or. Laterza, Bari, 1917).</ref>.
 
== Note ==