Marone (martire): differenze tra le versioni
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Il console Aureliano, venuto a conoscenza delle numerose conversioni portate da Marone nei suoi territori, stabilì di farlo morire. Le zone evangelizzate dal santo erano infatti basate sul culto del dio [[Grannus]] e il console non voleva interferire nel culto di coloro che basavano ancora su tale divinità la loro religione. Quando a [[Roma]] giunsero le proteste di alcuni pagani, stanchi dell'evangelizzazione del santo, Aureliano inviò un suo amico, Turgio, per mettere a morte Marone. Stando al racconto, i pagani avevano già tentato più volte di uccidere il santo, scaraventadogli addosso un grosso macigno mentre era intento al lavoro, ma questi era sempre sopravvissuto grazie all'intervento divino.
Turgio, intervenendo nella questione, stabilì che la pena capitale prevista per un cittadino romano (ciò farebbe dunque pensare che Marone lo fosse veramente) era la [[decapitazione]]; la pena destinata al santo andò tuttavia al di là di quanto previsto: il santo, legato (non è chiaro se al collo
A questo punto, il martirologio conclude riferendo che la massa dei fedeli si raccolse sul luogo del [[martirio (Cristianesimo)|martirio]] e, dopo aver ricomposto le due parti tagliate del corpo del santo, ne diedero onorevole sepoltura. Secondo il racconto, essi le conservarono nella pietra stessa. La data del martirio è fissata il [[18 agosto]] dell'anno 100.
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