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La dinastia proseguì poi<ref>{{cita|Chiappini|p.22|cidChiappini}}.</ref> con l'altro figlio di Azzo II, [[Folco I d'Este]]. Folco I ebbe alcune difficoltà nei momenti iniziali della sua signoria, ma le disposizioni del padre, che lasciavano a lui ed ai suoi discendenti il possesso dei territori italiani, fece sì che i fratelli si trasferissero; Ugo in Francia e Guelfo In Germania.
 
Occorre ricordare la situazione a Ferrara in quel periodo, tale da rendere possibile l'affermazione della casata estense. Varie famiglie, tra queste i [[Canossa (famiglia)|Canossa]], si erano contese il suo territorio, la città risultava ancora formalmente retta da un governo comunale, attorno al 1122 si ebbe una prima rovinosa rotta del Po a [[Ficarolo]], seguita da [[Rotta di Ficarolo|numerose altre]], nel 1135 venne eretta la [[Cattedrale di San Giorgio (Ferrara)|nuova cattedrale]], altre potenti famiglie iniziarono a condendersicontendersi il controllo della cosa pubblica (Salinguerra e Torelli) inoltre si dovevano affrontare difficoltà economiche legate alle mutate condizioni sia commerciali (deviazione del corso del Po) sia di rapporti con i centri di potere più vicini, come [[Bologna]], [[Ravenna]] e [[Venezia]], oppure relativamente più lontani come [[Milano]] e [[Firenze]].<ref>{{cita|Carlo Bassi: ''Storia di Ferrara''|pp.30-37}}.</ref>
 
[[Alberto Azzo II d'Este]], al potere fino al 1097, fu marchese della città di Este<ref>{{cita|Litta|Tav.II.|cidLitta}}</ref><ref>Il titolo di [[marchese]] gli pervenne da nomina imperiale (v. Litta, Tav.II).</ref> Fu il primo signore di [[Ferrara]], podestà di [[Mantova]] e [[Verona]]. Mentre si trovava a Verona i Salinguerra cacciarono gli Este da Ferrara, quindi Azzo VI si trovò a dover combattere con [[Salinguerra Torelli]] e con [[Ezzelino il Monaco]], suo alleato. L'imperatore [[Ottone IV di Brunswick]] scese in campo in suo favore e ottenne una tregua tra le forze contrapposte. L'imperatore Ottone IV, intanto, venne scomunicato, e Azzo VI, mutando strategia, prese le parti del papa combattendo stavolta al fianco di Federico II, destreggiandosi in modo molto attento con le allenze. Morì nel 1212, senza riuscire a vedere gli effetti della sua diplomazia.<ref name="Goldoni43">{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|p. 43}}.</ref>
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[[Azzo VI d'Este]], al potere fino al 1212, fu il primo signore di [[Ferrara]], podestà di [[Mantova]] e [[Verona]]. Mentre si trovava a Verona i Salinguerra cacciarono gli Este da Ferrara, quindi Azzo VI si trovò a dover combattere con [[Salinguerra Torelli]] e con [[Ezzelino il Monaco]], suo alleato. L'imperatore [[Ottone IV di Brunswick]] scese in campo in suo favore e ottenne una tregua tra le forze contrapposte. L'imperatore Ottone IV, intanto, venne scomunicato, e Azzo VI, mutando strategia, prese le parti del papa combattendo stavolta al fianco di Federico II, destreggiandosi in modo molto attento con le allenze. Morì nel 1212, senza riuscire a vedere gli effetti della sua diplomazia.<ref name="Goldoni43" />
 
[[Aldobrandino I d'Este]], al potere dal 1212 al 1215, dopo la morte del padre, continuò nella sua politica di sostegno a [[Papa Innocenzo III]] ed al futuro imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]] e di contrasto all'imperatore Ottone. Venne coinvolto su vari fronti; i padovani con Ezzelino il monaco assalirono la rocca d'[[Este (Italia)|Este]] e la conquistarono, costringendolo a cedere la città da cui la dinastia traeva il nome, a Ferrara ottenne un accordo con i Salinguerra e tentò di difendere la Marca di Ancona. Per organizzare un esercito fu costretto a chiedere un prestito ai banchieri di [[Firenze]] che vollero come ostaggio a garanzia del pagamento il fratello, Azzo VII. Quando sembrava ormai aver riconquistata Ancona, Aldobrandino morì per cause misteriose, a soli 25 anni. In seguito la Marca di Ancona non appartenne più agli Este, anche se sino al 1330 la dinastia continuò a fregiarsi del titolo. A Ferrara intanto i Salinguerra presero il potere (e lo mantennero per 18 anni).<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|p.45}}.</ref>
 
[[Azzo VII d'Este]], al potere dal 1222 al 1264, venne riscattato dai banchieri fiorentini e tentò di riconquistare Ferrara a lungo, senza riuscirvi. I Salinguerra lo invitarono in città tendendogli una trappola, dalla quale si salvò a fatica ma nella quale molti dei suoi furono uccisi. La sua reazione lo portò ad assalire il [[Fratta Polesine#Età medioevale|castello della Fratta]], dominio dei Salinguerra, vi uccise molti della loro fazione, venne nominato ''difensore della Chiesa'' nella lotta contro [[Ezzelino III da Romano]] da [[papa Innocenzo IV]] e nel 1240 riconquistò definitivamente Ferrara.<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|p.47}}.</ref> Il ritorno a Ferrara dopo quasi un ventennio di assenza a causa della famiglia Salinguerra avvenne solo grazie all'alleanza con la [[Repubblica di Venezia]]. La Serenissima in cambio ottenne importanti vantaggi commerciali e la presenza, presso la corte estense cittadina, di un [[visdomino]], un suo alto magistrato con compiti di ambasciatore e controllore.<ref name="Diciassette Signori e la plebe, di Luciano Chiappini"/>
 
[[Obizzo II d'Este]] fu marchese, signore a vita di Ferrara dal 1264, signore di [[Modena]] nel 1288 e di [[Reggio Emilia]] dal 1289 al 1293. [[Dante Alighieri|Dante]] gli riserva il [[Cerchi dell'Inferno#Settimo cerchio - Violenti|girone dei violenti]] per la sua vita formentefortemente segnata da lotte anche sanguinose. Quando arrivò al potere seppe ottenere l'appoggio dell'arcivescovo di [[Ravenna]] per rendere stabile il dominio estense a [[Ferrara]] che, essendo feudo papale, rese gli Este vicari papali. Morì probabilmente ucciso dai due figli maggiori, [[Aldobrandino II d'Este|Aldobrandino]] e [[Azzo VIII d'Este|Azzo]], perché aveva indicato come suo successore il figlio minore Francesco.<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|p.51}}.</ref>
 
[[Azzo VIII d'Este]] fu al potere dal 1293 al 1308. Nei primi anni fu osteggiato dai fratelli maschi sostenuti dal modenese Lanfranco Landone e dalla famiglia Boschetti. Azzo VIII prevalse e iniziò a stringere alleanze con le signorie confinanti per tentare rinsaldare il suo dominio, coinvolgendo in questa politica anche con Milano, visto che la sorella Beatrice si era sposata con [[Galeazzo I Visconti]].
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[[Fresco d'Este]] rimase al potere per pochi mesi nel 1308, in un periodo di difficoltà della casata che perse per vari anni il dominio di Ferrara e dei territori ad essa legati. Questo avvenne perché Azzo VIII nel testamento aveva disposto che la signoria passasse al nipote [[Folco II d'Este|Folco]] mentre il podestà di Ferrara aveva invece decretato che la successione sarebbe toccata a Fresco. [[Aldobrandino II d'Este]] e [[Francesco d'Este (XIV secolo)|Francesco]] si opposero e chiesero l'intervento di [[papa Clemente V]]. Intervennero i veneziani ma le truppe pontificie riuscirono ad ottenere il controllo su Ferrara che per quasi nove anni, dal 309 al 1317, tornò sotto il diretto controllo dello [[Stato Pontificio]]. Fresco riparò a Venezia e vi rimase col figlio [[Folco II d'Este|Folco]] sino alla sua morte, che avvenne nel 1312.
 
Gli Este quindi perdettero per un certo periodo dall'inizio del [[XIV secolo]] i loro diritti ereditari. A Ferrara vennero costetticostretti a cedere la signoria dal 1308 al 1317, a Modena dal 1306 al 1336 ed a Reggio dal 1306 al 1415.<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|p.291}}.</ref> Questo rese difficile stabilire, in quegli anni, le successioni al potere, che furono ulteriormente complicate da discordie tra gli stessi eredi della casata.
 
[[Aldobrandino II d'Este]] salì al potere dal 1317 al 1326, in un periodo di rapporti molto difficili con il papato. Figlio di [[Obizzo II d'Este]], alla morte del fratello maggiore [[Azzo VIII d'Este]] divenne solo formalmente marchese di Ferrara.<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|pp.53-57}}.</ref>
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[[Ercole I d'Este]], al potere dal 1471 al 1505, sposò [[Eleonora d'Aragona (1450-1493)|Eleonora d'Aragona]], figlia di [[Ferdinando I di Napoli]], a dimostrazione del prestigio che godeva a quel tempo la casata estense.<ref name="Bassi53" /> Sin dall'inizio della sua signoria venne impegnato dalla [[Serenissima]] che intendeva estendere il territorio sotto il suo controllo e durante gli scontri che ne seguirono perse i domini estensi nel [[Polesine]] veneto a favore dei veneziani ma rinsaldò il suo controllo nelle terre a sud del [[Po]]. Ebbe difficoltà anche con la discesa in Italia di [[Carlo VIII di Francia]], ma in questo secondo caso seppe destreggiarsi con più fortuna nelle alleanze. Dopo i primi anni di ducato divenne molto abile nel crearsi amicizie e legami, in particolare utilizzando il mezzo del matrimonio tra casate e famiglie al potere.
 
Suo figlio Alfonso sposò [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]], figlia del [[Papa Alessandro VI|papa regnante]], la figlia [[Isabella d'Este|Isabella]] sposò il [[Francesco II Gonzaga|signore di Mantova]] e un'altra figlia, [[Beatrice d'Este|Beatrice]], sposò [[Ludovico il Moro]]. A lui ed all'archiettoarchitetto di corte [[Biagio Rossetti]] si deve l'ampliamento della città, conosciuto come [[Addizione Erculea]], che rese Ferrara la prima città moderna europea. Durante il suo ducato la città di Ferrara raggiunse uno splendore mai visto prima, anche se molto di questo venne pagato dalla popolazione che, specialmente nella sua parte più povera, visse anni difficili.<ref name="Diciassette Signori e la plebe, di Luciano Chiappini"/>
 
[[Alfonso I d'Este]], al potere dal 1505 al 1534, fu noto anche come [[Alfonso I d'Este#Il duca artigliere|duca artigliere]]. Abile come uomo di guerra e ottimo conoscitore delle armi più moderne del suo tempo non ebbe uguali capacità sul piano amministrativo e diplomatico. Si scontrò con due papi: [[Papa Pio III]] (successore di [[Papa Alessandro VI]] del quale aveva sposato in seconde nozze la figlia illegittima [[Lucrezia Borgia|Lucrezia]]) e [[Papa Giulio II]] ed arrivò quasi a perdere il ducato di Ferrara.
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==== Estensi a Ferrara ====
Nei diversi secoli che videro gli Este al governo di Ferrara, secondo [[Marco Folin]], questi mostrarono un loro stile diverso rispetto alle altre casate del periodo storico. Nel momento della massima espansione territoriale del ducato controllarono un'area molto ampia a sud del Po ed ebbero un quarto di milione di sudditi. Malgrado le differenze locali tra i vari centri si adattarono e conteporaneamentecontemporaneamente si sovrapposero alle istituzioni territoriali già presenti.
[[File:Ferrara - Quadrivio degli Angeli - Andrea Bolzoni.jpg|thumb|il [[Quadrivio degli Angeli]], il punto più significativo sul piano urbanistico dell'[[Addizione Erculea]], in un'incisione di [[Andrea Bolzoni]] del 1747.]]
Nel confronti di Ferrara, in particolare, ebbero molte attenzioni, ampliandola con numerose ''addizioni'' (la più importante fu l'[[Addizione Erculea]]) sino a darle l'aspetto di una città moderna e la dignità di una capitale. Anche se pochi tra i signori estensi furono veramente consapevoli delle implicazioni culturali del loro governo tutti colsero le ricadute a livello politico che derivavano della protezione delle arti e delle lettere nei confronti delle altre dinastie.
 
Manifestarono grande tolleranza nei confronti degli ebrei accogliendoli sin dai primi tempi della loro presenza in città, e Ferrara divenne un punto di riferimento per gli esuli da Spagna e Portogallo, forse una delle poche alternative a [[Praga]]. E dagli ebrei ne ricevettero enormi vantaggi, ottenendo miglioramenti nei commerci ducali e, non di rado, sostegno economico per perle loro imprese.
 
Diverso fu l'atteggiamento con i protestanti. Nel periodo della permanenza in città di [[Renata di Francia]] Ferrara divenne un centro di proselitismo per i [[Calvinismo|calvinisti]] e questo non poté che creare grosse difficoltà con il [[Stato Pontificio|Vaticano]], tali da diventare una delle premesse per la perdita del feudo.<ref>{{Cita|Carlo Bassi: ''Storia di Ferrara''|pp.68-73}}.</ref>
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[[Cesare d'Este]], al potere dal 1598 al 1628, nipote illegittimo di [[Alfonso I d'Este]], fu il primo sovrano del ducato di Modena e Reggio dopo la cessazione dello stato del ducato di Ferrara, Modena e Reggio, decretata con la fine del feudo papale di Ferrara, ritornato nell'amministrazione diretta del Vaticano. Visse la sua giovinezza a Ferrara e, dopo il matrimonio con [[Virginia de' Medici]] nel 1586, scelse come sua residenza il [[palazzo dei Diamanti]], dove rimase sino al trasferimento della corte nella nuova capitale, [[Modena]]. Col trasferimento vennero trasferiti da Ferrara a Modena gli archivi di corte, molti beni appartenuti alla casata come opere d'arte, biblioteca, artiglierie ed altro, spogliando in parte l'antica capitale di beni preziosi. Durante i suoi primi anni al potere venne affiancato da un potente consigliere ducale, il primo ministro [[Giovanni Battista Laderchi]].<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|p.109}}.</ref>
 
[[Alfonso III d'Este]] rimase al potere dal 1628 al 1629, per soli sette mesi. Fu una personalità per certi aspetti contraddittoria; fiero difensore dell'onore degli Este sino a diventare assassino per questo ma anche estremamente religioso, legatissimo alla moglie [[Isabella di Savoia]] e capace di abdicare in favore del primogenito [[Francesco I d'Este|Francesco]] facendosi [[Ordine dei frati minori cappuccini|frate cappuccino]] a [[Merano]]. Fondò, col nome di Giambattista da Modena, un monastero a [[Gorizia]]<ref>{{cita web|url=https://books.google.it/books?id=Ni2jpHBm4xYC&pg=PP339&lpg=PP339&dq=concento+gorizia++Giambattista+da+Modena&source=bl&ots=5qG2imiZdJ&sig=ACfU3U3BLQfKXAh7I5lgLq1juVTs-qu_WQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiR7pSlyvjkAhUKKVAKHSnCBKYQ6AEwAnoECAgQAQ#v=onepage&q=concento%20gorizia%20%20Giambattista%20da%20Modena&f=false|titolo=Teatro araldico, ovvero Raccolta generale delle armi ed insegne gentilizi e delle piupiù illustri e nobili casate|autore=Tettoni e Saladini|sito=books.google|accesso=30 settembre 2019}}</ref>, andò a [[Vienna]] e ad [[Innsbruck]] e poi, alcuni anni dopo, tornò di nuovo a Modena per predicare contro gli ebrei e in difesa di una più rigida morale a corte.<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|pp.118-119}}.</ref>
 
[[Francesco I d'Este]] rimase al potere dal 1629 al 1658. Divenuto signore del ducato giovanissimo si dimostrò uno dei sovrani più autoritari tra gli Este. Impose forti tasse al popolo per rafforzare le opere di difesa sul territorio in considerazione del [[Guerra dei trent'anni|periodo di guerre]] che stava attraversando l'intera Europa e, da subito, si trovo a dover affrontare anche una tremenda [[Peste del 1630|epidemia di peste]] che colpì in modo pesantissimo pure Modena, portando alla morte quasi metà della sua popolazione. Francesco fuggì dalla città e trasferì la sua corte a [[Rivalta (Reggio Emilia)|Rivalta]] riuscendo a salvare tutta la sua famiglia. Superati i primi tragici anni cercò di stringere alleanze con Francia e Spagna, e, in un suo viaggio a Madrid, venne ritratto in un [[Ritratto di Francesco I d'Este|celebre dipinto]] da [[Diego Velázquez]]. Francesco fu molto vanitoso, posò per altri ritratti o sculture, come ad esempio per un suo busto scolpito da [[Gian Lorenzo Bernini]] nel 1651, e si circondò di una corte accondiscendente ed adulante. Seppe tuttavia anche ascoltare il popolo, e protesse artisti e letterati come [[Alessandro Tassoni]].<ref>{{cita|Claudio Maria Goldoni: ''Atlante estense''|pp.122-123}}.</ref>