Morano Calabro: differenze tra le versioni
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{{D|Collegiata di Santa Maria Maddalena}}
[[File:Morano Calabro S.MariaMaddalena di notte.JPG|thumb|Collegiata di S. Maria Maddalena (facciata)]]
;Architettura:L'antico nucleo della [[Collegiata]] sorgeva al di fuori della cinta muraria medievale come piccola cappella [[Suburbio|suburbana]] del [[1097]]. L'accresciuto numero di fedeli rese evidenti i limiti architettonici della struttura originaria ampliata nella seconda metà del [[XVI secolo]] in [[Pianta (architettura)|pianta]] basilicale a croce latina a tre [[Navata|navate]] per volontà del [[parroco|prevosto]] don Giuseppe La Pilosella. Più volte rimaneggiata fino alla prima metà del [[XVIII secolo]], assunse il titolo di ''collegiata'' il 3 febbraio [[1737]] con [[Bolla pontificia|bolla]] di [[papa Clemente XII]]. Nel [[1732]] cominciarono ulteriori restauri, nel corso dei quali [[Decorazione|decorazioni]] tardo [[Barocco|barocche]] commissionate a Donato Sarnicola conferirono all'interno l'attuale ricco aspetto
:La [[facciata]], completata negli [[Anni 1840|anni '40 del XIX secolo]] in stile [[Neoclassicismo|neoclassico]], è ripartita in due livelli divisi da una [[cornice marcapiano]] costituita da [[Triglifo|triglifi]] e [[Metopa|metope]] con simbologie classicheggianti; il livello inferiore è suddiviso da sei [[Parasta|paraste]] [[Ordine ionico|doriche]], il livello superiore, retto da quattro paraste [[Ordine ionico|ioniche]] contornate negli spazi da ghirlande,<ref>Mainieri, Barbara (1995), "La gran donna di Maddalo; L'architettura" in ''Memorie riscoperte'' pp. 76-89</ref> si innalza recando sul frontone l'arme della famiglia Spinelli di Scalea, feudataria del borgo al tempo dell'edificazione.
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[[File:MoranoCalabro Panorama con Cupola Maddalena.JPG|left|thumb|Chiesa di S. Maria Maddalena, cupola vista laterale]]
;Opere d'arte:Appartengono alla scuola di [[Pietro Bernini]] un [[ciborio]] e due ''angeli oranti'' posti alle estremità dell'altar maggiore, mentre è del celebre scultore del [[rinascimento]] meridionale [[Antonello Gagini]] la ''Madonna degl'Angioli'' ([[1505]]) proveniente dal monastero di San Bernardino e posta su un altare del [[transetto]] destro. Sono presenti alcune [[Pala d'altare|pale d'altare]] di [[Pittura napoletana|scuola napoletana]] del [[XVIII secolo|Settecento]]. Fra gli autori e le opere di maggior riguardo ricordiamo: Francesco Lopez, ''[[Immacolata Concezione|L'immacolata]]'' ([[1747]]), ''L'Addolorata, [[san Giovanni Battista]] e alcuni santi'' ([[1748]]) e ad alcuni suoi bozzetti; famiglia Sarnelli, ''Miracolo di [[San Francesco di Sales]]'' (1747), ''L'incoronazione della Vergine'' (1747) e la ''Madonna del Rosario e alcuni Santi''; Giuseppe Tomajoli, ''Morte di [[San Giuseppe]]'' ([[1742]]) e
==== Chiesa e Monastero di San Bernardino da Siena ====
[[File:MoranoCalabro SanBernardino.jpg|thumb|Monastero di San Bernardino]]
;Storia ed Architettura:Il complesso monastico, in stile [[tardo gotico]], è uno dei migliori esempi di architettura francescana del [[XV secolo|'400]] che si possano rintracciare nell'intera [[Calabria]]. Ciò si deve al fatto che sia stato costruito ''ex novo'' nella metà del [[XV secolo]], ed attraverso un accurato restauro
:La chiesa occupa l'intero fianco destro del complesso. L'esterno
:L'edificio fu protagonista di una storia travagliata dovuta a numerosi atti di rimaneggiamento d'epoca barocca ([[1717]]) e all'abbandono nel [[1811]] a seguito dello scioglimento degli ordini monastici durante il [[Età napoleonica|periodo napoleonico]]. Venne destinato nel [[1843]] a [[seminario]] estivo e quindi ospitò i locali delle scuole pubbliche, i cui interventi architettonici come la muratura del portico, lo compromisero. Alcuni locali furono adibiti a deposito di legname e nel [[1898]] un incendio distrusse buona parte dell'ala est, rimasta diruta fino ai
▲:L'edificio fu protagonista di una storia travagliata dovuta a numerosi atti di rimaneggiamento d'epoca barocca ([[1717]]) e all'abbandono nel [[1811]] a seguito dello scioglimento degli ordini monastici durante il [[Età napoleonica|periodo napoleonico]]. Venne destinato nel [[1843]] a [[seminario]] estivo e quindi ospitò i locali delle scuole pubbliche, i cui interventi architettonici come la muratura del portico, lo compromisero. Alcuni locali furono adibiti a deposito di legname e nel [[1898]] un incendio distrusse buona parte dell'ala est, rimasta diruta fino ai decenni scorsi. Un grande intervento di restauro attuato negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] a cura del professor Gisberto Martelli ripristinò la chiesa ed il portico allo stato originario, mentre il monastero fu recuperato nei decenni successivi ed è oggi divenuto un complesso polifunzionale.
;Opere d'Arte:Il [[soffitto]] della navata centrale della chiesa è in legno lavorato a quadri carenato alla veneziana. Sotto l'arco santo che sovrasta l'altar maggiore è posizionato un [[crocefisso]] del [[XV secolo]] ad opera di Ignoto meridionale dai connotati fortemente drammatico-realistici; ai piedi di questo era posizionato il già citato ''[[Polittico Sanseverino]]'', ed in alto a sinistra, domina la navata uno splendido pulpito con [[baldacchino]] del [[1611]] con decorazioni di gusto classicheggiante e raffigurazioni in [[bassorilievo]] di alcuni santi. Appartiene al corredo sacro un coro ligneo datato [[1656]] ed un leggio del [[1538]] posto nell'[[abside]] e recentemente restaurato.
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