Cosimo I de' Medici: differenze tra le versioni

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=== L'organizzazione dello stato ===
Sebbene Cosimo esercitasse il potere in modo dispotico, sotto la sua amministrazione la Toscana fu uno stato al passo coi tempi. Esautorò da ogni carica, anche formale, la maggior parte delle importanti famiglie fiorentine, non fidandosi dei loro componenti. Scelse piuttosto funzionari di umili origini. Una volta ottenuto il titolo di [[Granduca di Toscana]] da [[Papa Pio V]] nel [[1569]], mantenne la divisione giuridica ed amministrativa tra il [[Ducato di Firenze]] (il cosiddetto "Stato vecchio") ed il Ducato di Siena (detto [[Stato Nuovo di Siena|"Stato Nuovo"]], quindi tenendo le due zone sapientemente separate e con magistrature proprie. Rinnovò l'amministrazione della giustizia, facendo emanare un nuovo codice criminale. Rese efficienti i magistrati e la polizia. Le sue carceri erano tra le più temute d'[[Italia]]. Similmente alle corti dell'Europa dell'epoca, il principe creò la strttura complessa di un casato casato, ricco di figure professionali e culturali nuove per la storia cittadina e per il suo vissuto personale.<ref>{{cita web | autore = Stefano Calonaci | url = http://www.fupress.net/index.php/asf/article/view/16714 | titolo = Cosimo I e la corte: percorsi storiografici e alcune riflessioni - Abstract | urlarchivio = http://archive.is/JdUt5/ | dataarchivio = 20 ottobre 2019 | urlmorto = no}}</ref> Fino agli '40-'60 non fu istituita una cassa generale del Granducato che desse puntuale rendicontodelle spese pubbliche, e, diversamente dalla corte estense o sabauda, mancarono fonti storiche cospicue e seriali, così come cerimoniali di corte elaborati, con riti, linguaggi, attori e codici espressivi del potere sovrano, fatti che resero la storia medicea di quel periodo assimilabile più a quella di un casato locale che ad una corte principesca.<ref>{{cita pubblicazione | url = http://www.fupress.net/index.php/asf/article/view/16714/15628 | titolo = | doi = 10.13128/Annali_Stor_Firen-16714 | rivista = Annnali di storia di Firenze | pagine = 59,62 | volume = 9 | anno = 2015 | oclc = 7181200644 | issn = 1827-6946 | editore = Firenze University Press | formato = pdf | urlarchivio = http://web.archive.org/web/20160103165447/http://www.fupress.net/index.php/asf/article/view/16714/15628/ | dataarchivio = 3 gennaio 2016 | urlmorto = no}}</ref>
 
Spostò la sua dimora da Palazzo Medici (oggi [[Palazzo Medici Riccardi]]) a [[Palazzo Vecchio]], in modo che ogni fiorentino avesse ben chiaro che il potere era tutto nelle sue mani. Anni più tardi si trasferì a [[Palazzo Pitti]].