Paradiso: differenze tra le versioni

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== Nel cristianesimo ==
 
Nel cristianesimo in generale, il paradiso è uno dei due stati definitivi degli uomini dopo la morte. L'altro è l'[[inferno]]. Il paradiso è l'unione definitiva tra Dio e l'uomo, come viene simbolicamente visto nella Bibbia (''[[Cantico dei cantici]]'', ''[[Apocalisse di Giovanni]]''), ed è la più profonda delle aspirazioni dell'uomo, conducendolo definitivamente alla felicità (v. I Corinzi, XIII, 12; I Giovanni, III, 2).
 
Un'altra interpretazione cristiana del paradiso, di cui è testimonio una credenza della [[Chiesa copta]], è quella di una dimora temporanea degli spiriti dei giusti fino a quando, riuniti con i rispettivi corpi nella [[risurrezione della carne]], saranno trasferiti, dopo il [[giudizio universale]], alla [[Gerusalemme celeste]].<ref>[http://www.suscopts.org/messages/lectures/misclecture1.pdf "On Praying for the Departed"]</ref>
 
Nei libri dei Maccabei, [[libri deuterocanonici]] non inclusi nel [[canone ebraico]] e nei [[canoni protestanti]], si esprime la certezza della risurrezione dei morti e della vita eterna. Eppure ''[[Qoelet]]'' (Ecclesiaste) 3,19-20 afferma:
 
« 19.Infatti la sorte degli uomini è la stessa che quella degli animali: come muoiono questi così muoiono quelli. Gli uni e gli altri hanno uno stesso soffio vitale, senza che l'uomo abbia nulla in più rispetto all'animale. Gli uni e gli altri sono vento vano.20.Gli uni e gli altri vanno verso lo stesso luogo: gli uni e gli altri vengono dalla polvere, gli uni e gli altri tornano alla polvere. »
 
Nella Bibbia la parola "Paradiso" compare in tre brani del Nuovo Testamento:
* (''[[Vangelo di Luca]]'' 23:43) Quando uno dei malfattori crocifissi a destra e a sinistra di Gesù sgrida il suo compagno, il quale stava schernendo Gesù; in tale episodio il malfattore, resosi conto di essere giustamente condannato per le proprie opere malvagie, si rivolge a Gesù chiamandolo Signore, chiedendogli di ricordarsi di lui quando sarebbe venuto nel Suo [[Regno dei Cieli|regno]]. Gesù risponde allora affermando che il malfattore sarebbe stato con lui quel giorno stesso in Paradiso. Il malfattore, condannato dalla giustizia degli uomini, viene dunque assolto dalla condanna del [[peccato]] per mezzo della fede in Gesù Cristo. La via al Paradiso, il giardino di Eden, che la disubbidienza di Adamo ed Eva aveva reso inaccessibile all'uomo, viene riaperta da Colui che è la Via, la Verità e la Vita: Gesù Cristo
* (''[[Seconda Letteralettera ai Corinzi]]'' 12:1-4) L'Apostolo Paolo riferisce indirettamente di una propria esperienza soprannaturale, nel quale egli, definendosi "un uomo in Cristo", riferisce di essere stato rapito fino al Terzo Cielo, in Paradiso, e di aver udito parole ineffabili, che non è lecito ad alcun uomo di proferire; tale brano colloca dunque il Paradiso in cielo - e non in terra o altrove, in un luogo accessibile solo a coloro che sono "in Cristo", ossia tutti coloro che come il malfattore in croce, riconoscono il proprio peccato davanti a Dio e ripongono in Gesù Cristo la loro fede e la loro speranza. Secondo la Parola di Dio non vi è dunque alcuno strumento "scientifico" o filosofico che possa rendere visibile ed accessibile il Paradiso all'uomo, ma solo la fede in Gesù Cristo.
* (''[[Apocalisse di Giovanni]]'' 2:7) Gesù Cristo stesso riferisce nella lettera indirizzata alla [[chiesa di Efeso]], che egli trasmette all'Apostolo Giovanni per mezzo di un angelo (Apocalisse 1:1), che Egli darà da mangiare dell'albero della vita, che è in mezzo al Paradiso di Dio, a colui che vince. Ciò mostra che l'albero della vita, di cui si era persa traccia dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino di Eden, non è scomparso, ma si trova ora nel Paradiso di Dio, che Paolo riferisce essere al Terzo Cielo, dunque non in terra. La vittoria di cui parla Gesù è quella di cui parla la Lettera ai Romani 8:37, la quale si ha in virtù della fede in Gesù Cristo, Colui che ha portato sulla croce il peccato di tutta l'umanità affinché per mezzo della fede in Lui l'uomo possa essere salvato dalla giustizia divina, diventare Figlio di Dio, ed accedere al Paradiso che il peccato ha reso inaccessibile.
 
Le [[dottrine protestanti]] contestano la convinzione di altre correnti cristiane secondo cui il Paradiso è accessibile mediante le buone opere compiute sulla terra, attribuendo dunque all'uomo la possibilità di scampare al giudizio divino mediante i propri meriti e la propria giustizia. Tali dottrine si rifanno ai seguenti passi:
* (''[[Lettera agli Efesini]]'' 2:8) "Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio"
* (''[[Lettera ai Romani]]'' 5:1) "[[Giustificazione (teologia)|Giustificati]] dunque per fede, abbiamo pace presso Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore,"
 
==Il paradiso islamico==