Morano Calabro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 114:
 
====Considerazioni sulla Morano medievale====
Seguendo la cronologia dei vari signori di Morano, il primo del quale si abbia notizia pare essere Apollonio Morano; in seguito fu feudo dei Fasanella, di Antonello Fuscaldo e nel [[Secolo XVI|XIV secolo]] passò quindi ai [[Sanseverino (famiglia)|Sanseverino di Bisignano]]. Tuttavia, in età medievale il borgo fu per un certo tempo libero comune<ref>{{EI||Morano Calabro}}</ref>: è tesiopinione dello storico Salmena ritenere che Morano abbia goduto in maniera significativa di numerosi privilegi e immunità, tali da rendersi concorrenti a un pieno [[Dominio (diritto feudale)|dominio feudale]]. A tal proposito, questa posizione può essere giustificata dalla ''Platea'' del [[1546]] compilata da Sebastiano della Valle su [[Decreto|decreto]] dell'imperatore [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]]: documento di essenziale importanza nel quale venivano distinti i diritti feudali, da quelli spettanti al ''Seggio'' di Morano ed al popolo. Redatta come reintegra di un documento similare del [[1400]], dalla sua lettura si evince una certa emancipazione delle famiglie maggiorenti locali, sulla base di preesistenti libertà e [[Consuetudine|consuetudini]] tali da incidere in maniera più o meno significativa sulla diretta disponibilità del [[Feudatario|feudatario]] stesso<ref>Salmena, barone Antonio, ''Morano Calabro e le sue case illustri'', Raccolta Daugnon, Milano, 1873; pag. 165, 168, 173</ref>. La stratificazione temporale di questo stato di cose, lascia ben immaginare al Salmena l'idea di una discontinuità di fondo nelle successioni feudali per periodi più o meno brevi; per cui appare non infondata l'ipotesi di una Morano libera ''de facto'' in alcuni periodi, mentre in altri permaneva come feudo avente numerose [[Franchigia|franchigie]] di natura economica, gestionale, difensiva<ref>Salmena, barone Antonio, op. cit.; pag. 169</ref>. A convalida di questa tesi si riporta: in primo luogo, il fatto che Morano non abbia mai avuto annesso a se nessun titolo di principe, marchese, duca o conte; in secondo luogo, la presenza di famiglie di origine locale che godettero di [[Allodio|diritti allodiali]] e [[Trattamento d'onore|trattamenti nobiliari]], fra le quali infatti si distingueranno i De Feulo, De Guaragna, Della Pilosella, Dell'Osso, Tufarelli e Salmena/Salimbeni ed altre<ref> Salmena, barone Antonio, op. cit., (cfr.) Libro III</ref>. È quindi assai probabile che Morano non fosse ancora infeudata ai [[Normanni]] nel [[1190]], ovvero che fosse semplicemente una [[Città regia (Italia)|città regia]]. Di conseguenza, in quello stesso anno Enrico Kalà, generale dell'imperatore Svevo [[Enrico VI di Svevia|Enrico VI]], decise di potenziarne le fortificazioni per meglio controllare i Normanni asserragliati nelle vicinanze. I soldati di [[Ottone IV di Brunswick|Ottone]] tuttavia distrussero Morano nel [[1208]], e fu poi per intercessione del Kalà presso [[Federico II di Svevia|Federico II]] che il borgo, con alcune città vicine, venne successivamente ricostruito e ripopolato: a questo periodo si suppone risalga il nucleo primigenio di privilegi e immunità che per consuetudine saranno riconfermati secoli dopo sia dalla ''Platea'' del 1400 che da quella del 1546<ref>Salmena, barone Antonio, op. cit., pag. 165</ref>.
 
===Dal '400 all'epoca moderna===