Prometeo incatenato: differenze tra le versioni

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== Commento ==
=== Prometeo il ribelle ===
In tutta l'opera è costante la centralità del personaggio di Prometeo, un ribelle incapace di accettare l'ordine imposto da Zeus e dai nuovi [[Religione greca|dei]], che pretendono di Alessandropiegare ogni cosa alla loro volontà.<ref>"Prometeo è un dio antico, un Titano, che ha fornito un prezioso contributo all'affermazione della nuova stirpe divina. Questi elementi costituiscono un'ambiguità di fondo, che egli incarna nella sua persona e nel suo destino: Prometeo non è tra gli sconfitti della guerra divina, ma non è neanche tra i vincitori": Gullotta Concetto, ''Evoluzione dell'orizzonte di coscienza attraverso l'esperienza del limite'', Studi junghiani : rivista semestrale dell'Associazione italiana di Psicologia Analitica : 14, 2, 2001, p. 13.</ref> Nell'opera è presentato il solo punto di vista del protagonista, che ripete la propria avversione per Zeus di fronte a numerosi personaggi, ma che appare portatore di un valore che non può non suscitare simpatia nello spettatore: la solidarietà verso gli uomini e la volontà di aiutarli a progredire facendo loro conoscere il fuoco.
 
Prometeo, dunque, si presenta come portatore di luce e di progresso, anche a costo di sfidare la volontà di Zeus: una figura ben diversa da quella che appare nella ''[[Teogonia (Esiodo)|Teogonia]]'' di [[Esiodo]], in cui il titano è presentato come un briccone che sfida gli dei in una gara d'astuzia nella quale ad uscire perdente sarà proprio il genere umano. L'identificazione dello spettatore in Prometeo avviene in quanto il titano, come l'uomo aspira ad un di più che non gli è concesso; Prometeo appare così come un eroe confinato in un sistema di valori arcaico, dove l'ambizione a un di più è considerata un atto di tracotanza (''[[hybris]]'').