Diga del Vajont: differenze tra le versioni

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== Descrizione ==
Di [[Diga#Dighe ad arco|tipo a doppio arco]], lo sbarramento è alto 261,60 m (nel [[2014]], a più di cinquant'anni dalla costruzione) è la settima diga più alta del mondo (la quinta ad arco), con un volume di 360.000 m³ e con un [[Bacino artificiale|bacino]] di 168,715 milioni di metri cubi. All'epoca della sua costruzione era la diga più alta al mondo e, come per il [[RMS Titanic|Titanic]], si trattava di un progetto estremamente ambizioso.
 
Lo scopo della diga era di fungere da serbatoio idrico di regolazione stagionale per le acque del fiume [[Piave]], del torrente [[Maè]] e del torrente [[Boite]], che precedentemente andavano direttamente al [[Lago di Val Gallina|bacino della Val Gallina]], che alimentava la grande [[Centrale idroelettrica di Soverzene|centrale di Soverzene]].
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Le acque, sottratte al loro corso naturale, venivano così incanalate dalla [[diga di Pieve di Cadore]] (Piave), da quella di Pontesei (Maè) e da quella di [[Valle di Cadore]] (Boite) al bacino del Vajont tramite chilometri di tubazioni in [[cemento armato vibrato]] e spettacolari [[Ponte-tubo|ponti-tubo]].
 
In questo sistema di "[[vasi comunicanti]]", le differenze di quota tra bacino e bacino venivano usate per produrre [[energia]] tramite piccole [[Centrale idroelettrica|centrali idroelettriche]], come quella del Colombèr, ricavata in caverna ai piedi della diga del Vajont, e quella della Gardona, nei pressi di Castellavazzo, (proveniente dal bacino di Pontesei, in Val di Zoldo). Le acque scaricate dalla centrale di Soverzene venivano poi condotte, in parte al Piave, e il restante tramite un [[canale artificiale]], al [[Lago di Santa Croce|Lago di S.Croce]], quindi alle centrali del Fadalto, nella Val Lapisina e alle tre finali: nei comuni di Cappella Maggiore, Caneva e Sacile.
 
Il sistema, noto come "Grande Vajont"<ref>{{cita web|url=http://www.progettodighe.it/main/reportage/article/il-progetto-grande-vajont|titolo=Il progetto|accesso=22 ottobre 2015}}</ref>, era concepito per sfruttare al massimo tutte le acque ed i salti disponibili del fiume Piave e dei suoi affluenti, di cui il bacino del Vajont era il cuore. Esso venne presto compromesso prima dalla [[frana]] del [[lago di Pontesei]] e poi dalla frana che causò il [[disastro del Vajont]].