Grammatica universale: differenze tra le versioni

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== Critiche ==
Alcuni linguisti si oppongono alla teoria della grammatica universale<ref>Guy Deutscher, ''The Unfolding of Language'', 2005, Metropolitan, New York</ref>; essa è totalmente rigettata da [[Geoffrey Sampson]], il quale presuppone che è possibile per i bambini imparare un linguaggio senza essere cresciuti nello specifico contesto grammaticale<ref>{{cita libro|titolo=Educating Eve: The 'Language Instinct' Debate|nome=Geoffrey|cognome=Sampson |editore=Continuum|anno=1997}}</ref>. Sampson reputa che le teorie sulla grammatica universale non siano refutabili in quanto le generalizzazioni grammaticali poste come basi sono semplici speculazioni sulle lingue esistenti, e non valutazioni predittive sulle possibilità di una lingua<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Enrico Cipriani|titolo=The generative grammar between philosophy and science|rivista=European Journal of Literature and Linguistcs|volume=4 2015|numero=}}</ref>.
 
Alcuni percepiscono come infondate le assunzioni alla base della grammatica universale. Un altro modo di aggirare la tesi della [[povertà dello stimolo]] è considerare che chi apprende un linguaggio può ipotizzare da solo le restrizioni grammaticali notando l'assenza di una certa classe di espressioni. Questa soluzione è intimamente collegata all'[[inferenza Bayesiana]]. Elman e coautori <ref>{{Cita libro|autore=Jeffrey Elman|autore2= Annette Karmiloff-Smith|autore3=Elizabeth Bates|autore4=Mark Johnson|autore5=Domenico Parisi|autore6=Kim Plunkett|titolo=Rethinking Innateness: A connectionist perspective on development|editore=MIT Press|anno=1996}}</ref> reputano che l'impossibilità di imparare un linguaggio presupposta dalla grammatica universale è un modello troppo rigido, basato sui "casi peggiori".