Tifo (sport): differenze tra le versioni

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=== Nell'Antica Roma ===
Il tifo da [[stadio]] delle partite di vari [[Calcio (sport)|calcio]] come è conosciuto in tempi recenti nacque nell'[[Storia romana|antica Roma]]. Infatti nelle [[Arena (architettura)|arene]] dei [[Circo (antica Roma)|circhi]] e degli [[Anfiteatro|anfiteatri]] romani il popolo andava a svagarsi e sfogarsi assistendo a battaglie di [[Gladiatore|gladiatori]] negli anfiteatri e corse di [[Biga|bighe]] e [[Quadriga|quadrighe]] nei circhi. La gente seguiva queste manifestazioni come il fanatismo calcistico attuale; infatti spesso nascevano risse e tafferugli tra le varie tifoserie che già erano organizzate in veri e propri gruppi dai connotati anche politici chiamati «collegia». Fanatismo a cui spesso non si astenevano neanche gli [[Imperatore romano|imperatori]]. Di conseguenza la [[Plebei|plebe]] romana sfruttava gli spettacoli delle arene come valvola di sfogo proprio come oggi gli [[ultras]] e gli [[hooligan]]s di tutto il mondo usano il calcio per lo stesso scopo tribale, trovando così molte somiglianze tra l'atmosfera delle odierne partite di calcio e quelle delle antiche arene romane. L'archeologo Weber nel suo libro «Panem et Circenses» introdusse l'argomento scrivendo che il primo fan della storia indossava infatti la tunica romana. La concezione romana del tifo violento come valvola di sfogo per il popolo che ritroviamo nel nostro presente era perciò ben lontana da quella dei greci.
 
Gli spettacoli a Roma avevano una funzione ben specifica: uomini politici in carriera, e successivamente imperatori, si guadagnavano il favore popolare promuovendo frequentemente gare e combattimenti. Basti pensare che i giorni delle feriae che nel periodo repubblicano erano 65, divennero sotto Marco Aurelio 135, fino ad arrivare a 175.