Patti Lateranensi: differenze tra le versioni

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==Cenni storici==
I Patti Lateranensi non furono gli unici accordi stipulati negli anni successivi alla [[Prima guerra mondiale]] tra il Vaticano e stati esteri, nell'ottica di rendere libera la professione della religione cattolica e di ridare un ruolo diplomatico di primo piano al papato. Tra gli altri vi furono accordi con la [[Repubblica di Lettonia (1919-1940)|Lettonia]] (stipulato nel [[1922]]), con la [[Baviera]] ([[1924]]), con la [[Seconda Repubblica di Polonia|Polonia]] ([[1925]]) con la [[Lituania]] e con la [[Regno di Romania|Romania]] (entrambi stipulati nel [[1927]]), con la [[Stato Libero di Prussia|Prussia]] (stipulato nel [[1929]]), con il [[Repubblica di Baden|Baden]] ([[1932]]) e con la [[Germania nazista]] (nel [[1933]]).<ref>Grignola Antonella e Ceccoli Paolo, ''Atlante della religione: nel nome di Dio'', Demetra Edizioni, 2001, ISBN 88-440-2288-5, p. 231</ref>
 
La connessione dei Patti lateranensi con la linea d'indirizzo segnata dai precedenti Concordati fu notata sin dal 1929, come risposta alla critica secondo cui il Papato aveva barattato il suo potere temporale ed il grandioso imprigionamento nel quale ha prosperato per quasi sessant'anni, in cambio di vantaggi di interesse della sola chiesa italiana<ref>"In una parola, che il Vaticano ha sacrificato la sua missione universale ai suoi interessi peculiarmente italiani": André Géraud,[https://www.foreignaffairs.com/articles/1929-07-01/lateran-treaties-step-vatican-policy ''The Lateran Treaties: a Step in Vatican Policy'' Foreign Affairs, July 1929].</ref>.