Israele: differenze tra le versioni

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Alla fine della [[Prima guerra mondiale]], la [[Società delle Nazioni]] trasferisce la [[Palestina]] sotto il controllo dell'[[Impero britannico]], togliendola all'[[Impero Ottomano]]. I britannici, con la [[Dichiarazione Balfour (1917)|Dichiarazione Balfour]], si erano fatti promotori della costituzione di un "''focolare nazionale''" ("''national home''") ebraico in Palestina favorendo lo stanziamento di immigrati ebrei.
 
A seguito della massiccia immigrazione di popolazioni ebraiche provenienti in gran parte dall'Europa orientale, organizzata per lo più dal movimento sionista, la popolazione ebraica nella regione che poi sarebbe divenuta Israele, passò dalle circa {{formatnum:80000}} unità registrate nel [[1918]] a {{formatnum:175000}} nel [[1931]] e a {{formatnum:400000}} nel [[1936]], causando attriti con la popolazione araba preesistente.
 
Nel [[1939]] l'amministrazione britannica, a seguito delle conseguenze dei [[Moti in Palestina del 1929|moti del 1929]] e soprattutto dei quasi quattro anni di guerra civile conosciuta come [[Grande rivolta araba (1936-1939)|Grande rivolta araba]], pose forti limitazioni all'immigrazione e alla vendita di terreni a ebrei, e respinse le navi cariche di immigranti ebrei in arrivo, proprio alla vigilia della [[Shoah]]. L'avvento del [[Nazismo]] e la tragedia della [[Shoah]] portarono a un ulteriore flusso migratorio di ebrei provenienti da diverse nazioni europee.<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20160425023904/http://www.parodos.it/news/sionismo.htm|titolo=Sionismo|accesso=25 giugno 2019}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Costruire una pace. Per imparare a non credere nella fatalità delle guerre<!--|editore=Consensus Building Institute (CBI)-->|città=Milano|editore=Mondadori|anno=2007|isbn=88-424-9249-3|pagine=198}} con una conversazione di [[Marianella Sclavi]] con S. Romano.</ref>