Temperamento (psicologia): differenze tra le versioni
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In [[psicologia]] e [[psichiatria]] il termine '''temperamento''' (etimologicamente derivante dal [[lingua latina|latino]] ''temperāre'', cioè
Nella [[psicopatologia]] moderna il termine è stato ripreso nell'accezione di componente innata e quasi somatica della personalità da [[Ernst Kretschmer|Kretschmer]] nel 1923. Questa formulazione ha fornito la base definitoria per i contemporanei teorici e clinici della personalità, in particolare [[Kernberg]] e Cloninger.
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Studi condotti su gemelli separati, però, fanno pensare che non esiste una correlazione fra il temperamento e disturbi ''specifici''. Esiste una correlazione solo generica nell'occorrenza di disturbi tra consanguinei di persone affette da patologia mentale, ma non c'è un collegamento con specifiche patologie. L'unico disturbo di Asse II con una qualche incidenza familiare sembra essere il [[disturbo schizotipico di personalità]] (Torgersen [[1985]], [[1994]]). Kernberg ([[1996]]) conclude che «i fattori temperamentali genetici determinano solo le caratteristiche di temperamento delle personalità normali», secondo questa opinione autorevole perciò i quadri sintomatici - cioè i diversi tipi di [[disturbo mentale|disturbi mentali]] - in linea di massima non dipendono dal temperamento dell'individuo cioè sarebbero in qualche modo acquisiti nelle esperienze di vita.
==Note
<references/>
==Voci correlate==
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