Mario Pomilio: differenze tra le versioni

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Nel 1945 si laureò in Lettere alla [[Scuola normale superiore]], sotto la guida di [[Luigi Russo]] e di [[Giovanni Macchia]], con una tesi sulla narrativa di [[Luigi Pirandello]]. Proseguì quindi i suoi studi all'estero specializzandosi nelle [[université libre de Bruxelles|università di Bruxelles]] e [[Parigi]], con una ricerca sul furor poetico, i risultati di una cui sezione, dedicata all'idea di poesia in Petrarca, sarebbero stati ricostruiti ed editati, postumi, dalla filologa Cecilia Gibellini. Ebbe infine la nomina come insegnante di Lettere in un liceo napoletano: lo Scientifico "Vincenzo Cuoco" a via Foria. In seguito si trasferì allo Scientifico "Giuseppe Mercalli"; infine insegnò letteratura italiana poetica e drammatica presso il Conservatorio "San Pietro a Maiella" di Napoli. Dal 1979 al 1984 è stato docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'[[UniSOB|Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa]].
 
Un breve soggiorno a [[Teramo]], in veste di Commissario agli Esami di Stato, gli ispirò il suo primo romanzo, ''[[L'uccello nella cupola]]'', pubblicato nel 1954, che lo porrà subito all'attenzione della critica e del grande pubblico con la vittoria nel [[Premio Marzotto]], opera prima. Seguì, due anni più tardi. ''Il testimone'', e quindi, nel 1959, il romanzo a fondo distopico ''[[Il nuovo corso]]'', ispirato ai [[Rivoluzione ungherese del 1956|fatti d'Ungheria]].
 
Ancora a Teramo sarà ambientato ''[[La compromissione]]'' (1965), romanzo dal forte contenuto politico, non privo di risvolti autobiografici, in cui è adombrata in qualche modo la sua crisi di intellettuale di sinistra di fronte alle vicende politiche del 1948. L'impegno politico lo aveva portato infatti, dopo un periodo di militanza nel [[Partito d'Azione]], a schierarsi nelle file del [[Partito Socialista Italiano]]. Il romanzo accese un ampio dibattito, e impose definitivamente il nome del suo autore fra quelli dei più importanti romanzieri del secondo dopoguerra. Pochi anni dopo, nel pubblicare il lungo racconto ''[[Il cimitero cinese]]'' (apparso in rivista più di dieci anni avanti), propose in unica raccolta i romanzi degli anni cinquanta, nella luce nuova dovuta al successo conseguito con ''La compromissione''.
 
Intanto, procedeva intensa l'attività di saggista, di critico e di storico della letteratura, nella collaborazione con [[Salvatore Battaglia]] presso la Cattedra di Letteratura Italiana dell'Università Federico II, e con la pubblicazione di monografie su [[Luigi Pirandello]], [[Benvenuto Cellini]], il [[Verismo]], e diversi altri temi; sul fronte dell'impegno critico-militante, nel 1960 assieme ad altri scrittori napoletani come [[Luigi Compagnone]], [[Luigi Incoronato]], [[Michele Prisco]], [[Domenico Rea]], e al critico [[Gian Franco Venè]], aveva fondato la rivista ''Le ragioni narrative'',<ref>{{Cita web|url = https://vibrisse.wordpress.com/2015/10/28/leggere-e-rileggere-mario-pomilio-oggi-nei-frammenti-di-unamicizia/|titolo = Leggere (e rileggere) Mario Pomilio oggi, nei frammenti di un’amicizia|autore = Donatella Trotta|sito = vibrisse.wordpress.com|accesso = 31 gennaio 2019}}</ref> mentre continuava incessante la sua attività di pubblicista culturale presso molti dei periodici letterari più in vista (come "La fiera letteraria", su cui pubblicò ampi interventi), nonché su quotidiani, come ''[[Il Mattino]]'' di Napoli, di cui, fra il 1977 e il 1979, diresse la pagina libri.
 
È però il decennio posto fra la metà degli anni settanta e i primi anni ottanta, quello della piena maturità, con la pubblicazione di ''[[Il quinto evangelio]]'' (1975) e ''[[Il Natale del 1833]]'' (1983), e inoltre, di un volume di racconti di carattere, a un tempo, metatestuale e metafisico, dai tratti fortemente innovativi, risalenti ai tardi anni sessanta, dal titolo ''Il cane sull'Etna. Frammenti d'una enciclopedia del dissesto'' (1978). A questo volume si ricollega il suo ultimo libro, pubblicato postumo in volume, a pochi mesi dalla sua morte (ma già apparso precedentemente in rivista): ''Una lapide in via del Babuino'' (1990), il cui primo titolo era, assai significativamente, ''Il racconto interrotto''. Postuma, a cura del figlio Tommaso Pomilio (in arte [[Tommaso Ottonieri]]), uscì anche la raccolta dei suoi versi, ''Emblemi'', databili ai primi anni cinquanta, e dunque anteriori al suo esordio narrativi; i componimenti centrali della raccolta erano usciti diverse volte in riviste e plaquettes.<br />Nel corso della sua attività ricevé numerosi riconoscimenti (vedi ''infra'') e fu membro di numerose giurie di premi letterari.
 
Negli ultimi anni della sua vita, gli fu arduo poter scrivere, per il peggiorare della sua [[artrite reumatoide]], che lo costrinse anche a dover subire un intervento chirurgico alla mano destra. Già debilitato nel fisico, morì il 3 aprile 1990.