Pigmalione: differenze tra le versioni

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Re di [[Cipro]] secondo [[Arnobio]]<ref>''Adversus nationes'', VI, 22.</ref> o semplice cittadino cipriota secondo [[Clemente Alessandrino]]<ref>''Protreptico'', 4, coll. 155-6, in ''Patrologia Greca'', vol. 8, ed. J.-P. Migne.</ref>, si sarebbe innamorato di una statua della dea [[Afrodite]] conservata dai cretesi da lungo tempo.
 
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== Storia ==
[[Arnobio]], scrittore convertitosi al cristianesimo alla fine del [[III secolo]], riprende il mito di Pigmalione. Tuttavia il precedente racconto di [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]]<ref>''[[Le metamorfosi (Ovidio)|Le metamorfosi]]'', X, 243-297.</ref>, ha un significato più complesso: Pigmalione, uno [[scultore]], aveva modellato una statua femminile nuda e d'avorio, di cui si era perdutamente innamorato considerandola il proprio ideale femminile, superiore a qualunque donna anche in carne e ossa, tanto da dormirle accanto nella speranza che un giorno si animasse.
A questo scopo, in occasione delle feste rituali in onore di Afrodite, Pigmalione si recò al tempio della dea e la pregò di concedergli in sposa la scultura creata con le sue mani rendendola una creatura umana: la dea acconsentì. Egli stesso vide la statua lentamente animarsi, respirare e aprire gli occhi.
 
Pigmalione e la statua si sposarono ed ebbero una figlia, [[Pafo (mitologia)|Pafo]], che diede successivamente il suo nome all'omonima [[Pafo|città]] di [[Cipro]] famosa per un tempio dedicato ad Afrodite.
 
La statua, priva di nome nel mito, è stata denominata da autori moderni (dal XVIII secolo in poi) [[Galatea (scultura)|Galatea]].
 
Il mito di Pigmalione viene ripreso da [[Francesco Petrarca|Petrarca]] nel sonetto LXXVIII del [[Canzoniere (Petrarca)|Canzoniere]], quando il poeta aretino descrive il suo rimpianto nella contemplazione di un'opera di [[Simone Martini]] raffigurante Laura: un sentimento che muta quasi in frustrazione, proprio in virtù di un confronto tra la sua sorte e quella dello scultore.
 
Nell'uso comune, si definisce "pigmalione" chi assume il ruolo di maestro nei confronti di una persona rozza e incolta, specialmente una donna, plasmandone la personalità, sviluppandone le doti naturali e affinandone i modi.<ref>{{Treccani|pigmalione|pigmalióne|v=sì|accesso=11 febbraio 2016}}</ref>
 
== Note ==