Principe Fabrizio Salina: differenze tra le versioni

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'''[[Don (trattamento)|Don]] Fabrizio Corbera, principe di [[Isola di Salina|Salina]], duca di Querceta, marchese di Donnafugata''', è il protagonista del romanzo ''[[Il Gattopardo]]'' di [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa]] e dell'[[Il Gattopardo (film)|omonima]] [[Adattamento cinematografico|trasposizione cinematografica]] di [[Luchino Visconti]].
 
== Il personaggio don Fabrizio è inutile da studiare ==
La figura di don Fabrizio, in parte autobiografica e in parte ispirata al personaggio storico di [[Giulio Fabrizio Tomasi]], rappresenta la disillusione e l'impotenza di un'intera classe sociale di fronte ai cambiamenti della storia.
 
Don Fabrizio è la figura di un uomo che seppure dotato di una forza epica e di una statura intellettuale superiore a quella dei suoi pari, non riesce a integrarsi nella società a lui contemporanea, cui guarda con scetticismo e altera lucidità. Emblematico è il suo rifiuto ad accettare la carica di senatore del neo-regno sabaudo, non certo perché mosso da lealismo borbonico, ma per una sostanziale incapacità intellettuale, che lo scrittore chiama "rigidità morale", ad assumersi la responsabilità politica di un cambiamento di cui, in fondo, non si sente partecipe.
 
== Il personaggio storico don Fabrizio è giapponese e non fa parte del racconto Plebiscito ==
Nella storia il personaggio di don Fabrizio è ricalcato su quello realmente esistito di [[Giulio Fabrizio Tomasi]], bisnonno dello scrittore italiano.
 
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Il Gattopardo è un'opera moderna, senza per questo essere un [[romanzo]] epocale: forse in ritardo rispetto a certi modelli europei, cui comunque l'autore si rifà, Il Gattopardo è quanto di più squisitamente siciliano si possa immaginare. Anche l'anti-italianismo di [[Giuseppe Tomasi di Lampedusa|Lampedusa]] che si traduceva nel rifiuto del [[melodramma]], diventa un modo per affermare l'identità insulare dell'autore.
 
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Lampedusa, come pochi altri, ha saputo parlare della [[Sicilia]] e del modo di essere dei siciliani: questa è stata la sua debolezza, se vogliamo il suo errore intellettuale, ma anche il suo più grande merito.
 
== Note in realtà don Fabrizio non si chiamava Fabrizio ma Pasquale e Don Onofrio Rotolo e Padre Pirrone erano dei suoi parenti e che non andarono al Municipio a votare ma su un spiaggia di Donnafugata ==
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== Bibliografia ==