Storia dell'Alto Adige: differenze tra le versioni

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;La "scoperta" del ladino
[[File:Dialetti parlati in Italia.png|thumb|Mappa delle lingue e dei dialetti d'Italia.|200px|left]]
AllaFin deldal XIX secolo, grazie agli studi del linguista italiano [[Graziadio Isaia Ascoli|Graziadio Ascoli]], i diversi dialetti ladini furono identificati come un gruppo linguistico a sé stante, distinto (da un punto di vista [[Famiglia linguistica|filogenetico]]) sia dai [[Italiano regionale|dialetti italiani]], che da quelli [[lingue gallo-italiche|gallo-italici]], e facente parte della famiglia [[Lingue retoromanze|retoromanza]].
 
Di conseguenza vi furono anche i primi tentativi a sostegno dell'esistenza di un'etnia ladina.<ref>[http://www.gfbv.it/ladin/dossier/ladin/ladinia-it.html Mateo Taibon, Associazione per i popoli minacciati, Ladinia Informazioni sulla realtà ladina]</ref> Non vi furono tuttavia tentativi di creare una [[Lingua ladina#Standardizzazione|lingua ladina standardizzata]], che è tuttora distinta nei suoi diversi dialetti. Già nel 1833 il badioto Micurà de Rü (anche noto come Nikolaus Bacher), iniziò un tentativo di scrittura della grammatica ladina, seguito dal lavoro del curato di Ortisei Ujep Antone Vian nel 1864 che stampò un libro sulla grammatica gardenese. Di la in poi si ebbero anche i libretti ad uso liturgico, giornali e calendari.<ref>{{cita|Tirolo Alto Adige Trentino| pag. 58}}.</ref>
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A questo si aggiungevano diffusi sentimenti di simpatia per la [[Triplice intesa]] ed un patto segreto con la [[Francia]], che di fatto invalidava gli accordi con gli [[Imperi centrali]].
 
In base ai termini del [[patto di Londra|trattato segreto di Londra]], stipulato nell'aprile 1915, l'Italia accettò di dichiarare guerra agli Imperi Centrali, in cambio, (tra altrele cose)altre, di concessioni nei territori allora austro-ungarici del [[Tirolo]] (dal Trentino fino al Brennero), della [[Venezia Giulia]], di alcune isole del [[Quarnaro]] e della parte nord della [[Dalmazia]], ove vivevano consistenti popolazioni e comunità italiane.
A nord il futuro confine fu segnato sullo spartiacque alpino, permettendo all'Italia di ottenere la sua [[frontiera naturale]], ma oltrepassando i confini etnici.<ref>{{de}} Hans Karl Peterlini, ''100 Jahre Südtxirol. Geschichte eines jungen Landes'', Haymon, Innsbruck, 2012, pp. 15ss. ISBN 978-3-7099-7031-7</ref>