Gherardino Malaspina: differenze tra le versioni

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Sette mesi dopo, nel dicembre 1312 la nomina [[Arrigo VII]], sceso in Italia, nominò [[Guido Novello]] capitano generale della diocesi di Luni e della relativa contea, esautorando in pratica Gherardino: questi quindi si rifiutò di accompagnare il sovrano con i propri armigeri a Roma, reato da espiare ''sub poena privationis feudorum, privilegiorum'', di aiutarlo nell'assedio di Firenze e poi di comparire davanti a lui per discolparsi delle sue disobbedienze, venendo per questo nel febbraio 1313 condannato per fellonia, privato della signoria temporale e messo al bando. Gherardino si rifugiò a [[Fucecchio]], sperando i mutamenti della sorte: Arrigo VII morì pochi mesi dopo ma Genova, Pisa, Lucca e i vari Malaspina della Lunigiana si avventarono sulle terre della Diocesi, spartendone i residui diritti e possessi vescovili.
 
Senza possibilità di rifiutare, l'esule cedette alle pressioni di [[Uguccione della Faggiola]] signore di Lucca e nel luglio 1314 nominò proprio visconte del comitato lunense il giovane condottiero [[Castruccio Castracani]], il quale prese a gestirli come cosa propria e ponendoli per base dei suoi futuri domini. PoichèPoiché Castracani non passava al Vescovo Gherardino neppure il minimo per continuare a stare a Fucecchio, sempre più disperato l'esule chiese aiuto e rifugio al convento fiorentino di San Iacopo d'Oltrarno, dove sarebbe rimasto fino alla morte, nel gennaio 1318. Mossosi a compassione, [[Papa Giovanni XXII]] chiese ai vescovi di Fiesole e di Firenze di aiutarlo in qualche modo, ma invano poiché il Comune di Pisa, da cui dipendeva Sarzana, non riconosceva più alcun diritto a Gherardino. Gli succedette il cugino [[Bernabò Malaspina]].
 
==Note==