Vincent van Gogh: differenze tra le versioni

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Nel Borinage van Gogh dormiva sulla paglia, in una baracca decadente (sull'esempio di san Francesco e dei minatori suoi condiscepoli), soccorreva i malati e aiutava i bisognosi, con i quali condivise l'acqua, il cibo, persino gli indumenti. Se questa totale devozione verso il prossimo valse a Vincent la stima incondizionata dei minatori, i suoi superiori furono indispettiti da un impegno sociale così smodato (che non solo insospettiva i benpensanti ma dava adito anche a rivendicazioni sociali) e perciò, una volta scaduti i sei mesi di prova, non gli rinnovarono il contratto di catechista: la glaciale motivazione del Consiglio Ecclesiastico fu «aveva preso troppo alla lettera il modello evangelico». Senza né mezzi, né fiducia verso se stesso, van Gogh continuò a svolgere quella che considerava una missione: si trasferì nel vicino paese di [[Cuesmes]] dove visse con un minatore del luogo e, pur indigente, cercò ancora di aiutare chi stava in realtà peggio di lui, arrivando a cedere il suo letto ai malati, curando personalmente i feriti delle esplosioni tagliando i propri vestiti per trasformarli in bende.<ref>{{cita|Crispino|p. 33|crispino}}.</ref>
 
=== La svolta artisticaautista (1881) ===
A nulla, tuttavia, era servito logorare il proprio fisico e il proprio spirito al servizio del prossimo. La svolta definitiva si verificò quando van Gogh individuò nella pittura un metodo migliore per diffondere il messaggio evangelico e per mostrare solidarietà verso quei lavoratori così sfruttati, prostrati e bisognosi. Van Gogh, insomma, intendeva sublimare i propri tormenti nella professione artistica, riconoscendo in un simile atto creativo un modo ideale per riscattare la straziata insoddisfazione che lacerava il suo animo e per trovare la propria strada nel mondo: «[Fino ad ora sono stato] un fannullone per forza ... non sempre uno sa quello che potrebbe fare, ma lo sente d'istinto: eppure sono buono a qualcosa, sento in me una ragione d'essere!».