Giovanni Battista Belzoni: differenze tra le versioni
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=== Secondo viaggio archeologico (20 febbraio 1817 - 21 dicembre 1817) ===
Il 20 febbraio ripartì alla volta di [[Karnak]], dove portò alla luce un discreto numero di reperti, tra cui il sarcofago del faraone [[Ramesse III]], che Salt avrebbe poi venduto al re [[Luigi XVIII]] di Francia e che si trova oggi al [[Louvre]], e una statua in calcare della regina [[Ahmose Meritamon]]. A questo punto il governatore locale, istigato da Drovetti, gli proibì di continuare gli scavi. Decise allora di tornare ad Abu Simbel, dove riuscì finalmente ad entrare nell'inviolato tempio al cui interno però non trovò tutti i tesori che si aspettava. L'eccezionale portata storica della scoperta non ebbe quindi alcun tornaconto economico<ref name="ancient-egypt"/>.
Tornò nella zona di Tebe ed [[Esplorazione della valle dei Re|eseguì scavi nella Valle dei Re]], dove scoprì delle importantissime tombe, fra le quali, il 18 ottobre [[1817]], la [[tomba di Seti I]] (KV17),
Prima di ritornare, cominciò la mappatura della tomba, l'inventario di quanto c'era al suo interno e l'esecuzione dei calchi grafici dei bassorilievi che gli sarebbero serviti per ricreare il sito in una mostra che organizzò a Londra<ref name=treccani/>. La tomba ha un'importanza tale che è oggi chiusa al pubblico
Quando arrivò al Cairo nel dicembre del 1817 venne a sapere della morte di Burckhardt. Aveva da tempo progettato di svincolarsi da Salt, per potere gestire autonomamente il proprio lavoro e goderne il ricavato per intero.
[[File:05 khafre belzoni.jpg|thumb|upright=1.5|La firma di Belzoni all'interno della piramide di Chefren]]
Fu così che, durante il suo breve soggiorno, dopo aver ricevuto in prestito il denaro necessario, riuscì in un altro memorabile rinvenimento
=== Terzo viaggio archeologico (28 aprile 1818 - 18 febbraio 1819) ===
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