Migrazione longobarda: differenze tra le versioni
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Audoino modificò il quadro delle alleanze del predecessore, accordandosi (nel [[547]] o nel [[548]]) con Giustiniano<ref name="DiaconoI22" /> per occupare, in Pannonia, la [[Pannonia (provincia romana)|provincia Savense]] (il territorio che si stende fra i fiumi [[Drava]] e [[Sava (fiume)|Sava]]) e parte del Norico, in modo da schierarsi nuovamente contro i vecchi alleati Franchi e [[Gepidi]] e consentire a Giustiniano di disporre di rotte di comunicazione sicure con l'Italia<ref name="Rovagnati27" /><ref name="Jarnut19">Jarnut, p. 19.</ref>. Il nuovo stato di cose fu suggellato dal matrimonio di Audoino con una principessa [[turingi]]a, figlia di un re ([[Ermanafrido]]) assassinato dai Franchi e di una principessa di [[Amali|stirpe amala]], nipote di [[Teodorico il Grande|Teodorico]]. Il matrimonio con una principessa diretta discendente di Teodorico consentiva ad Audoino, un usurpatore, di sfruttare l'estremo prestigio sempre goduto dagli Amali e metteva in difficoltà il re degli [[Ostrogoti]], Totila, che non poteva vantare connessioni di questo tipo<ref name="Rovagnati27" /><ref name="Jarnut19" />.
Grazie anche al contributo militare di un modesto contingente bizantino e, soprattutto, dei cavalieri [[avari]]<ref name="Cardini80">Franco Cardini e Marina Montesano, ''Storia medievale'', p. 80.</ref>, i Longobardi affrontarono i [[Gepidi]] e li vinsero ([[
Per risollevare le proprie sorti Alboino dovette stipulare un'alleanza con gli [[Avari]], che però prevedeva in caso di vittoria sui Gepidi che tutto il territorio occupato dai Longobardi andasse agli Avari<ref name="Rovagnati30" />. Nel [[567]] un doppio attacco ai Gepidi (i Longobardi da ovest, gli Avari da est) si concluse con due cruente battaglie, entrambe fatali ai Gepidi, che scomparivano così dalla storia; i pochi superstiti vennero assorbiti dagli stessi Longobardi<ref>Paolo Diacono, [[s:la:Historia Langobardorum - Liber I|I, 27]].</ref><ref name="Rovagnati31">Rovagnati, p. 31.</ref>. Gli Avari si impossessavano di quasi tutto il loro territorio, salvo [[Sirmio]] e il suo territorio, che tornarono ai Bizantini<ref name="Jarnut22" /><ref name="Rovagnati31" />.
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