Attentato a Hitler del 20 luglio 1944: differenze tra le versioni

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[[File:Bundesarchiv Bild 146-1969-071A-03, Hitler-Attentat vom 20. Juli 1944.jpg|thumb|[[Adolf Hitler]], scampato all'attentato, visita insieme a [[Benito Mussolini]] ciò che resta della sala riunioni.]]
 
Mentre von Stauffenberg stava percorrendo a piedi i circa 300 metri che lo separavano dall'automobile, guidata dal tenente Erich Kretz, che lo attendeva, il generale Heusinger stava terminando la sua relazione e la sua frase «se non facciamo ritirare immediatamente il nostro gruppo di armate che si trova accanto al lago Peipus, una catastrofe...», fu interrotta dall'esplosione che avvenne alle 12.42<ref name=Spiegel/><ref name=Biagi1992398>{{Cita|Biagi, 1992|p. 398}}.</ref>. Il colonnello, insieme al tenente von Haeften, salì in macchina e ordinò all'autista di partire; egli ritenne che l'attentato fosse riuscito ma, nella confusione e nella fretta, non era riuscito a vedere nulla di quanto fosse realmente accaduto, mentre il generale Fellgiebel vide un uomo barcollante uscire dall'edificio distrutto, appoggiato al braccio di Keitel e quell'uomo era Adolf Hitler, sopravvissuto quasi incolume all'attentato, riportando infatti solo alcune bruciature alla gambe e la perforazione del timpano destro.<ref name=Spiegel/> Lo scoppio della bomba aveva invece uccisoferito a morte tre ufficiali, tra cui il colonnello Brandt, e lo stenografo civile<ref name=Biagi1992398/>. A testimonianza del suo medico [[Erwin Giesing]], Hitler accusò un costante dolore all'orecchio destro, con sporadiche e copiose uscite di sangue dallo stesso. Tuttavia le lesioni ai timpani avrebbero potuto essergli fatali: uscendo dalla sala riunioni qualcuno aveva voluto pulirgli le orecchie con dell'acqua, ma all'ultimo momento gli era stato impedito di farlo; consultando in seguito per una cura, il professor Carl von Eicken, stimato otorinolaringoiatra dell'ospedale della Charité di Berlino, aveva spiegato a Hitler che introdurre acqua, per di più sporca, non sterile, nei canali uditivi avrebbe sicuramente causato la sua morte<ref>Bernd Freytag von Loringhoven, ''Nel bunker di Hitler'', Gli struzzi Einaudi, pag. 64.</ref>.
 
Alle 12.44 von Stauffenberg uscì dalla tana del lupo telefonando a un conoscente, il [[Rittmeister]] delle riserve [[Leonhard von Möllendorf]], con cui aveva fatto colazione, per convincere il sottufficiale di guardia, il [[Feldwebel|sergente]] Kolbe della [[Führer-Begleit-Division]], a lasciarlo passare<ref name=Hoffmann161>{{Cita|Hoffmann, 1994|p. 161}}.</ref>, e a recarsi all'aeroporto. Durante il tragitto von Haeften riuscì a liberarsi della seconda bomba, che fu in seguito ritrovata dalla Gestapo, ed entrambi s'imbarcarono sull'aereo messogli a disposizione dal generale [[Eduard Wagner]] per fare ritorno a Berlino<ref name=brOnline>{{Cita web|url=http://www.br-online.de/bayern1/mittags-in-mainfranken/regionalnews-frankenmagazin-stauffenberg-ID1279545336073.xml|titolo=Einer der Letzten, die Stauffenberg lebend sahen|lingua=de|editore=Br Online|accesso=24 aprile 2011|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110605073429/http://www.br-online.de/bayern1/mittags-in-mainfranken/regionalnews-frankenmagazin-stauffenberg-ID1279545336073.xml|dataarchivio=5 giugno 2011}}</ref>.