Anfitrione (Plauto): differenze tra le versioni
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===Prologo===
===I atto===
Sosia giunge davanti al palazzo di Anfitrione, ma Mercurio, fingendosi Sosia, minaccioso gli impedisce di entrare, i due passano da elaborate minacce alle mani e il dio prevale nettamente sulla codardia del servo. Alla fine Mercurio convince Sosia, con l'aiuto della violenza, che lui è il vero Sosia ed il povero servo se ne torna confuso da Anfitrione. Giove esce e saluta Alcmena dicendo che deve tornare alla guida delle sue truppe.
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Dalla casa esce Bromia che annuncia ad Anfitrione un prodigio: mentre Alcmena stava partorendo è scoppiato un tuono e la casa si è riempita di riflessi d'oro. La donna ha dato alla luce due gemelli: il più giovane (Ercole) ha subito mostrato la sua forza strozzando due serpenti che (inviati da Giunone, gelosa per l'ennesima scappatella del marito) erano strisciati dal soffitto alla sua culla. Anfitrione si dice non disturbato di dover dividere i suoi beni con il padre degli dei che, alla fine, interviene come [[deus ex machina]], chiedendo al tebano di perdonare sua moglie, la quale ha agito in perfetta buona fede, credendo di cedere alla corte del proprio marito. Anfitrione acconsente ed invita il pubblico all'applauso.
==Commedia degli equivoci==
Amphitruo è un classico esempio di quella che viene chiamata [[commedia degli equivoci]], basata sulla confusione, in questo caso creata tra i personaggi umani e le divinità che ne hanno assunto le sembianze.
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