Psicofarmaco: differenze tra le versioni

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I vari psicofarmaci hanno un meccanismo d'azione molto eterogeneo accomunato dal fatto di agire a livello del sistema nervoso centrale dove interagendo con dei target quali, ad esempio, recettori cellulari, enzimi, proteine trasportatrici, canali ionici (generalmente bloccandone l'attività o raramente inducendola) modulano le caratteristiche della trasmissione dell'impulso nervoso, generando nel breve termine delle modificazioni nella chimica e nel funzionamento dei neuroni e nel lungo termine degli adattamenti del funzionamento delle cellule e delle aree cerebrali (come la modulazione dell'espressione dei geni, l'inibizione o l'attivazione di particolari pathway metaboliche, modificazioni della struttura e dell'attività di alcune aree cerebrali) che sono alla base degli effetti terapeutici ma anche di quelli collaterali.
 
La scoperta del meccanismo terapeutico degli psicofarmaci è stato molto spesso dovuto all'osservazione casuale che particolari classi di composti erano in grado di migliorare i sintomi dei disturbi psichiatrici. Lo studio del loro target farmacologico a livello del sistema nervoso centrale ha permesso di sintetizzare dei composti più selettivi e con minori effetti collaterali e di formulare delle teorie ''empiriche'' sulla sull'origine dei disturbi psichiatrici, cioè basate sull'osservazione che la modulazione di particolari target è in grado di migliorare i sintomi della malattia ma senza confermare le suddette teorie: ad esempio i farmaci neurolettici devono la maggior parte loro azione terapeutica al blocco dei recettori D2 della dopamina, ciò ha portato a formulare la teoria che la fisiopatologia delle psicosi sia dovuta a un'iperattività del sistema dopaminergico in alcune aree cerebrali ma non è noto se tale iperattività sia la reale causa del disturbo o solo un sintomo di un problema sottostante.
 
Perciò gli psicofarmaci tendono ad avere una certa componente soggettiva sul paziente che li assume e le terapie farmacologiche su uno stesso disturbo mentale possono variare da paziente a paziente in termini di scelta del farmaco, [[posologia]] e durata del trattamento in base alla loro efficacia, sempre in stretta collaborazione tra paziente e medico curante.