Massimo (famiglia): differenze tra le versioni

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|titoli = {{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Cardinale]] (non ereditario)<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Patrizio (titolo)|Patrizio Romano]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} [[Principe Romano]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Principe di [[Arsoli]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Principe di [[Lauro]] e di [[Marzano]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Principe di [[Prossedi]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Principe di [[Roccasecca dei Volsci]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Principe di [[Triggiano]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Duca di [[Anticoli-Corrado]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Duca di [[Calcata]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Duca di [[Rignano]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Marchese di [[Calcata]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Marchese di [[Ortona]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Conte di [[Ursenbeck]]<br />{{simbolo|Croix pattée.svg|10}} Barone di [[Pisterzo]]
|fondatore = Cecco di Lello de Maximo
|attualecapo = Don Fabrizio Principe Massimo, Principe e signore di Arsoli<ref>Libro d'oro della nobiltà italiana a cura del Collegio araldico, v. famiglia Massimo</ref>, ecc. (*[[1963]])
|datafondazione = (''[[X secolo]]'') - [[XV secolo]]
|etnia = [[Italia]]na
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== Discendenza leggendaria ==
Le origini della famiglia restano oscure e leggendarie.
Una mitica tradizione fa risalire l'origine della famiglia Massimo alla ''[[Gens Fabia]]'' dell'[[antica Roma]] la quale con [[Quinto Fabio Massimo Rulliano|Quinto Fabio Rulliano]] avrebbe aggiunto nel [[IV secolo a.C.]] per [[senatoconsulto]] della [[repubblica romana]] il ''[[Onomastica romana#Cognomen|cognomen]]'' «''Maximi''». La leggenda sarebbe stata diffusa da [[Onofrio Panvinio]] (1529-1568) nel suo "De gente Maxima" del [[1556]] (Cod. Vat. 6168 pag. 166) pubblicato da [[Angelo Mai]] nel [[1843]] nel tomo IX dello "Spicilegium romanum"<ref name = Ceccarius>[[Ceccarius]], ''I Massimo'', Roma: Istituto di studi romani, 1954</ref>. Secondo il Panvinio a questa famiglia sarebbero appartenuti due [[papa|papi]] santi, [[Papa Anastasio I|Anastasio I]] e [[Papa Pasquale I|Pasquale I]]. La leggenda ebbe una certa fortuna per cui la famiglia Massimo è considerata da alcuni, fra cui [[Vittorio Spreti]], la più antica d'Europa<ref>Vittorio Spreti, ''Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute dal R. Governo d'Italia, compresi: città, comunità, mense vescovili, abazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, promossa e diretta dal marchese Vittorio Spreti'', Milano: Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 1931; Rist. anast. Bologna: Forni, stampa 1969, Vol. IV, p. 478 ([http://books.google.it/books?ei=xxKRTNh41Jk40d2xhQ0&ct=result&id=AygbAAAAYAAJ&dq=Famiglia+principesca+romana+considerata+la+pi%C3%B9+antica+d%27Europa&q=secondo+una+secolare+tradizione#search_anchor Google libri]; URL consultato il 15 settembre 2010).</ref><ref>{{cita web|url= http://www.iltempo.it/spettacoli/2009/08/30/1064031-gloriosi_principi_massimo_dinastia_antica_europa.shtml|titolo= Il tempo|3= 15 settembre 2010|urlmorto= sì|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20121110134342/http://www.iltempo.it/spettacoli/2009/08/30/1064031-gloriosi_principi_massimo_dinastia_antica_europa.shtml|dataarchivio= 10 novembre 2012}}</ref>. A [[Napoleone Bonaparte]] che chiedeva notizie sulla veridicità di tale discendenza, [[Francesco Camillo VII Massimo]], plenipotenziario di [[papa Pio VI]], rispondeva: «''Je ne saurais en effet le prouver, c'est un bruit qui ne court que depuis douze cents ans dans notre famille''»<ref name = Ceccarius/> (in realtà non potrei provarlo, è una diceria che si racconta nella nostra famiglia solo da una dozzina di secoli). Il desiderio di possedere ascendenze mitiche era abbastanza comune nelle casate dato che costituivano un'ulteriore prova della loro nobiltà: nella maggior parte dei casi le ricerche araldiche venivano affidate a noti eruditi il cui fine era di compiacere l'aristocratico committente.<ref>Amayden, p. 204</ref>
 
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[[File:Arme Famiglia Massimo.jpg|upright=0.7|thumb|L'arme dei Massimo]]
 
Nel [[XVI secolo]] la famiglia si divise in due rami: il primo, quello dei signori (poi principi di [[Arsoli]]) detti "delle Colonne", residente nel [[palazzo Massimo alle Colonne]], ancora esistente; il secondo, quello dei marchesi di [[Ortona dei Marsi|Ortona]] poi duchi di [[Rignano Flaminio|Rignano]] detti "di Aracoeli" ora estinto nella linea maschile con Emilio, nel [[1907]].<ref>Mario Tosi, ''La società romana : dalla feudalità al patriziato: 1816-1853'', Roma: Edizioni di Storia e Letteratura, 1968, pp. 68-70 ([http://books.google.it/books?id=ZNrIcZ6sV7QC&pg=PA68 Google libri])</ref>. <br>
Nel [[palazzo Massimo alle Colonne]] una lapide ricorda come sia stata la sede della prima stamperia di Roma ad opera di [[Conrad di Schweinheim]] e di [[Arnold Pannartz]] coadiuvati dai fratelli [[Pietro Massimo|Pietro]] e [[Francesco Massimo]] figli di [[Massimo di Lello di Cecco]]; in realtà l'edificio adibito a stamperia doveva essere situato in una casa che i due fratelli possedevano nelle immediate adiacenze di [[Campo de' Fiori]], lungo la via Mercatoria<ref>A. Modigliani, «[http://www.treccani.it/enciclopedia/pietro-massimo_%28Dizionario-Biografico%29/ MASSIMO, Pietro]». In: ''[[Dizionario Biografico degli Italiani]]'', Roma: Istituto dell'Enciclopedia italiana, Vol. LXXII, 2009</ref>. Dal [[XVI secolo]] in poi tutti i primogeniti maschi della famiglia Massimo sottoscrissero gli atti pubblici non col proprio nome di battesimo, ma con quello di «Camillo», in ricordo di Camillo Massimo ([[1577]]-[[1640]]), primo istitutore del [[Diritto di maggiorasco|fedecommesso di primogenitura]]<ref>Maura Piccialuti Caprioli, ''L'immortalità dei beni: fedecommessi e primogeniture a Roma nei secoli XVII e XVIII'', Roma: Viella, 1999, ISBN 88-85669-99-9</ref>.<br>
 
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I Massimo strinsero rapporti di parentela con esponenti di alcune famiglie reali europee: Cristina di Sassonia (sposò nel [[1796]] [[Massimiliano Camillo VIII Massimo, I principe di Arsoli]]); Beatrice di Borbone-Spagna (figlia del [[carlismo|pretendente carlista]] [[Carlo Maria Isidoro di Borbone-Spagna|infante Carlo]], fu la moglie nel [[1827]] di Fabrizio); [[Maria Adelaide di Savoia-Genova]] (figlia del [[duca]] [[Tommaso di Savoia-Genova]], fratello della [[Margherita di Savoia|regina Margherita]], nel [[1935]] si unì in matrimonio con Leone).<ref>Ceccarius, p. 20</ref>
 
La stirpe è rappresentata nel ramo principale dal capofamiglia Fabrizio ([[1963]]) che ai titoli di famiglia quali quello di principe e signore di [[Arsoli]] ha riunito quelli della eredità [[Brancaccio (famiglia)|Brancaccio]] (Principe di Triggiano, Principe di [[Roviano]], Duca di Lustra e Marchese di Montescaglioso); da Stefano ([[1955]]), principe di [[Roccasecca dei Volsci]].
Le residenze dei Massimo sono state: il [[palazzo Massimo alle Terme]] (ora Museo Nazionale), il [[palazzo Massimo alle Colonne]], il [[Palazzo Massimo di Pirro|Palazzo di Pirro]], il palazzo di Aracoeli, la [[villa Massimo]], sulla [[Nomentana]], la villa Massimo alle terme (buttata giù durante il fascismo) e il castello di [[Arsoli]] ([[secolo X]], acquistato nel [[1574]] da Fabrizio su suggerimento di [[san Filippo Neri]]). Il luogo di sepoltura si trova nella cappella gentilizia di Santa Maria Annunziata in [[Basilica di San Lorenzo in Damaso|San Lorenzo in Damaso]], a Roma.<ref>Amayden, p. 203</ref>
 
==Successione dei titoli==
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* [[Massimo di Lello di Cecco]] (1395 circa – 1465)
* [[Giacomo di Lello di Cecco]] (1400 circa - dopo il 1464)
* [[Pietro Massimo]] (1420 circa – 1489)
* [[Innocenzo Massimo]] (1581 – 1633), arcivescovo
* [[Camillo Massimo|Carlo Camillo II Massimo]] (1620 – 1677), cardinale
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* Claudio Rendina, ''Le grandi famiglie di Roma'', Newton Compton, Roma 1982.
* Vittorio Spreti, ''Enciclopedia storico-nobiliare italiana'', Arnaldo Forni, Bologna 1928.
*Libro d'Oro della Nobiltà Italiana-nuova serie (periodico) 25esima edizione 2015-2019 (Collegio Araldico Romano) Gallelli-editore .
*il Calendario d'Oro-nuova serie (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*il Calendario Reale -nuova serie (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Libro d'Oro della Nobiltà Italiana -serie aggiornata Consulta Araldica del regno d'Italia (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Elenco Ufficiale della Nobiltà Italiana -serie aggiornata Consulta Araldica del Regno d'Italia, (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Calendario Pontificio (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
*Libro d'Oro della Nobiltà Pontificia (tutte le edizioni) Gallelli-editore.
 
== Voci correlate ==
* [[Arsoli]]
* [[Palazzo Massimo di Pirro]]
* [[Palazzo Massimo alle Colonne]]
* [[Pietro Massimo]]