Albero (araldica): differenze tra le versioni

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L'albero è dunque oggetto di un culto molto diffuso in varie parti del mondo ed in varie epoche.
Il dio [[Mitologia sumera|sumero]] della vegetazione [[Dumuzi]] era venerato come albero della vita. La dea egiziana [[Hathor]] era rappresentata sotto forma di un albero che porge cibo e bevanda all'abitatore del sepolcro o al suo membro-anima. La mitologia greca narra del [[giardino delle Esperidi]], il cui albero con le sue mele d'oro dona l'immortalità agli dei. E dallo stormire delle querce sacre a [[Zeus]] a [[Dodona]] si credeva di percepire la voce del dio. Nelle leggende scandinave il [[frassino]] [[Yggdrasil]] ha un ruolo [[demiurgo|demiurgico]].
[[Artemide]] è la dea del cedro e del nocciolo. [[Attis]] si identifica con un pino. [[Adone (mitologia)|Adone]] esce da un albero di [[mirra]]. [[Mitra (divinità)|Mitra]] possiede degli alberi sacri, l'olivo è l'albero di [[Atena]] ed è posto sotto a sua sorveglianza. Nella religione vedica dell'[[India]] l’''Ashvattha'' incorpora la sacralità dell'universo in rigenerazioni continue: "Noi invochiamo, [[Agni (divinità)|Agni]], gli alberi, le piante, e i vegetali, Indra, Brhaspati, Surya, che ci liberino dall'angoscia (''[[Atharva Veda]]'', 6). E in altri passi dei ''[[Veda]]'' l'albero è invocato come un dio.
Nel ''[[Vecchio Testamento]]'' l'Albero è immagine della società: il [[Faraone]] è paragonato ad un [[cedro del Libano]] (''[[Libro di Ezechiele]]'' 31, 8-10), mentre il re babilonese [[Nabucodonosor II|Nabucodonosor]] interpella il profeta [[Daniele (profeta)|Daniele]] su un sogno in cui è presente un albero che raggiunge il cielo (''[[Libro di Daniele]]'', 4). In Ezechiele (17, 24) sta scritto: "Tutti gli alberi dei campi sanno che sono io, [[Jahvé]], che umilia l'albero alto e che innalza l'albero basso; fa seccare l'albero verde e rinverdisce l'albero secco. Io, Jahvé, ho detto e fatto". Nel ''[[Libro dei Proverbi]]'' l'albero della vita diventa simbolo della sapienza divina (3, 18). Nei ''[[Salmi]]'' (1, 3) il giusto è "come un albero piantato lungo i corsi d'acqua, che darà frutti a suo tempo, e le sue foglie non cadranno mai". Nel ''[[Cantico dei Cantici]]'' (2,3) lo sposo è paragonato ad un albero: "alla sua ombra, cui anelo, mi siedo, e dolce è il suo frutto al mio palato". L'albero è pure simbolo di risurrezione: "anche quando è tagliato e al suolo muore il suo tronco" (''[[Libro di Giobbe]]'' 14, 7).
Nel ''[[Nuovo Testamento]]'' gli alberi fruttuosi e sterili sono un'[[allegoria]] degli uomini buoni o cattivi: "ogni albero che non produce frutti buoni vene tagliato e gettato nel fuoco" (''[[Vangelo di Matteo]]'' 3, 10). E Gesù usa l'immagine del fico sterile (''[[Vangelo di Luca]]'' 13, 6-9).