Tarquinio e Lucrezia (Rubens): differenze tra le versioni

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Sulla sinistra della tela - ''[[Hapax legomenon|hapax]]'' nella pur cospicua produzione pittorica sul tema - vi è la personificazione di una ''[[Erinni|Furia]]''. È la mostruosa megera col seno vizzo e cadente che ha nella sinistra una torcia e nella destra un serpente che si aggroviglia intorno al suo braccio. La ''Furia'' potrebbe simboleggiare il sentimento che la frustrazione amorosa ha instillato in Tarquinio, suggellando il dramma che sta per compiersi<ref name= McGrath />. Tuttavia l'attributo del serpente potrebbe identificarla più specificamente in [[Tisifone]], Erinni che nella mitologia greco-romana aveva il compito di punire i delitti più gravi. La figura potrebbe quindi alludere alla punizione inflitta a Sesto Traquinio - moralmente responsabile della morte di Lucrezia - con la cacciata da Roma e poi la sua uccisione. La serpe in effetti pare accingersi a mordere costui<ref name= Hunt > Patrick Hunt, ''Where Britten's Opera Departs and Returns: Roman Use of the Rape of Lucretia and Mythic Reuse'', Royal Danish Opera, Copenhagen, 2008, pp. 1-9.</ref>.
[[File:Rubens, Tarquinio e Lucrezia (particolare).jpg|left|thumb|Tarquinio e Lucerzia, particolare]]
Nella composizione sembrano tuttavia scorgersi degli elementi di ambiguità che possono suggerirne anche altri, paralleli, registri di lettura. Nell'indecifrabile sguardo di Lucrezia e nella gestualità delle sue mani si può forse cogliere un'incertezza circa i suoi reali sentimenti. Ine, in particolare, appare possibile chiedersi se col braccio destro, vista l'apparente indecisione del gesto, Lucrezia spinga via Tarquinio oppure se al contrario ella diriga la sua mano verso il ventre di lui? Ambiguità che in ultima analisi rimanda alla rilettura della storia di Tarquinio e Lucrezia fatta da [[sant'Agostino]]. In un passo della ''[[De civitate Dei]]'' Agostino adombra infatti la possibilità che Lucrezia, contrariamente alle ''testimonianze'' della storiografia romana, abbia ceduto alla seduzione del principe, provandone piacere. Per tale ragione, cioè per la vergogna dell'adulterio e non per onore, ella si sarebbe poi suicidata. In questa chiave la presenza della ''Furia'' potrebbe pertanto alludere alla punizione anche di Lucrezia<ref name= Hunt />.
 
Avendo messo in scena un dramma delle passioni (del solo Tarquinio o di entrambi i protagonisti?), Rubens dà forte risalto all'elemento sensuale. Lucrezia è bella e raffinata - nell'acconciatura, nei monili - come una Venere e la sua nudità è ampiamente offerta all'osservatore: il pittore si preoccupa di sdraiarla di fianco affinché il suo seno si mostri frontalmente al riguardante. La mano di Tarquinio si protende verso il pube dell'eroina - v'è un reciproco gesto di Lucrezia? - accrescendo ulteriormente la temperatura erotica del quadro<ref name= Hunt />.