Tarquinio e Lucrezia (Rubens): differenze tra le versioni

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==Storia==
[[File:Lucerzia - W. Panneels, copia da Rubens.jpg|left|thumb|Willem Panneels da Rubens, ''LucerziaLucrezia'', 1620-1630, Copenhagen, Royal Museum of Fine Arts]]
Il dipinto fu acquistato nelle Fiandre per conto di [[Federico il Grande]] di Prussia nel 1765 e, qualche anno dopo, fu collocato nella quadreria del [[Palazzo di Sanssouci]] a [[Potsdam]].
 
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Clamorosamente nel 1999 la tela riapparve in Russia nelle mani della figlia di un reduce dell'[[Armata Rossa]] che aveva partecipato alla conquista sovietica della capitale tedesca, dove evidentemente si era impossessato del quadro portandolo con sé in patria. Il dipinto peraltro, mal custodito per tutti quei decenni, si presentava in condizioni conservative molto compromesse. Dopo un lungo restauro, dal 2004 l'opera è esposta all'[[Ermitage]] ed è oggetto di una disputa tra la Germania che ne reclama la restituzione e la Russia che non intende concederla<ref name=Hannes />.
{{doppia immagine|destra|Tarquinio e LucerziaLucrezia - Rubens.png|145|Tarquinius and Lucretia (Rubens) damaged.jpg|157|A sinistra il dipinto prima del suo trasferimento dalla Germania e a destra lo stato in cui versava al suo ritrovamento in Russia, prima del restauro}}
Almeno negli anni venti del Seicento il dipinto sicuramente era già stato eseguito in quanto la figura di Lucrezia è riprodotta in un disegno di Willem Panneels, un collaboratore di Rubens, facente parte del ''Rubens Cantoor'', cioè una raccolta di disegni riproducenti le opere che si trovavano nella bottega del maestro, realizzati per l'appunto lungo il terzo decennio del secolo<ref name= McGrath > Elizabeth McGrath, ''Subjects from History'', in ''Corpus Rubenianum Ludwig Burchard'', XIII, Anversa, 1997, Vol. II (''Catalogue & Index''), pp. 225-227.</ref>.
 
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==Descrizione e stile==
[[File:Tizian 094.jpg|left|thumb|[[Tiziano]], ''Tarquinio e LucerziaLucrezia'', 1571 ca., Cambridge, [[Fitzwilliam Museum]]]]
Importante precedente per questo dipinto di Rubens è una tela di Tiziano, di identico soggetto, che il pittore di Anversa con ogni probabilità vide in Spagna.
 
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Sulla sinistra della tela - ''[[Hapax legomenon|hapax]]'' nella pur cospicua produzione pittorica sul tema - vi è la personificazione di una ''[[Erinni|Furia]]''. È la mostruosa megera col seno vizzo e cadente che ha nella sinistra una torcia e nella destra un serpente che si aggroviglia intorno al suo braccio. La ''Furia'' potrebbe simboleggiare il sentimento che la frustrazione amorosa ha instillato in Tarquinio, suggellando il dramma che sta per compiersi<ref name= McGrath />. Tuttavia l'attributo del serpente potrebbe identificarla più specificamente in [[Tisifone]], Erinni che nella mitologia greco-romana aveva il compito di punire i delitti più gravi. La figura potrebbe quindi alludere alla punizione inflitta a Sesto Traquinio - moralmente responsabile della morte di Lucrezia - con la cacciata da Roma e poi la sua uccisione. La serpe in effetti pare accingersi a mordere costui<ref name= Hunt > Patrick Hunt, ''Where Britten's Opera Departs and Returns: Roman Use of the Rape of Lucretia and Mythic Reuse'', Royal Danish Opera, Copenhagen, 2008, pp. 1-9.</ref>.
[[File:Rubens, Tarquinio e Lucrezia (particolare).jpg|left|thumb|Tarquinio e LucerziaLucrezia, particolare]]
Nella composizione sembrano tuttavia scorgersi degli elementi di ambiguità che possono suggerirne anche altri, paralleli, registri di lettura. Nell'indecifrabile sguardo di Lucrezia e nella gestualità delle sue mani si può forse cogliere un'incertezza circa i suoi reali sentimenti e, in particolare, appare possibile chiedersi se col braccio destro, vista l'apparente indecisione del gesto, Lucrezia spinga via Tarquinio oppure se al contrario ella diriga la sua mano verso il ventre di lui.