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L'uomo preistorico si accorse che la pelle degli animali che [[caccia]]va per alimentarsi poteva servirgli come protezione dagli agenti atmosferici. La pelle tuttavia è un materiale organico [[proteine|proteico]] e quindi durava pochi giorni perché andava ben presto in [[putrefazione]].
Ci si accorse poi, probabilmente per caso, che se la pelle era stata esposta al [[fumo]] del [[fuoco]] acceso per riscaldarsi o per cuocere la carne, oppure se la pelle era stata immersa in acqua in cui erano immersi anche rami o foglie di piante e alberi, allora lasi pelle duravaconservava molto di più a lungo. Era stata in pratica scoperta la concia alle [[aldeidi]] (di cui il fumo di legni freschi è ricco) e la concia vegetale ai [[tannini]] (contenuti nel [[legno]] e in tutti i [[vegetali]]). Inoltre si notò anche che se la pelle era bagnata da acqua in cui le pietre del [[focolare]], calcinate dal fuoco, si erano disciolte, il [[pelo]] delle pelli si staccava molto facilmente dalla pelle, consentendo usi più numerosi della pelle.
 
Le aldeidi, i tannini e la [[calce]] (il [[calcare]] delle pietre per effetto del calore si trasforma in [[calce viva]] (CaO) che con acqua forma [[calce spenta]] (Ca(OH)<sub>2</sub>)) sono sostanze che ancora oggi, seppure con metodi diversi, vengono utilizzate nei moderni processi conciari.