Pietro Tresso: differenze tra le versioni
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== Militante del Partito Comunista d'Italia ==
Nel gennaio del [[1921]] aderisce [[Partito Comunista d'Italia]] abbandonando la corrente dei [[Massimalismo (politica)|massimalisti]]. Dopo aver subito una violenza squadristica [[fascismo|fascista]] nel [[1921]], si rifugia prima a [[Milano]] e da lì a [[Berlino]], dove diviene collaboratore della rivista "RGI" che fa capo all'[[Internazionale sindacale rossa]], strettamente legata all'[[Internazionale Comunista]]. Si occupa nel contempo di scrivere articoli sul fascismo e delle necessità anche pratiche dei fuoriusciti. Si reca a [[Mosca (Russia)|Mosca]] per i lavori dell'Internazionale Comunista e dell'Internazionale sindacale rossa, ma c'è necessità della sua presenza in [[Italia]] a causa dell'arresto di numerosi dirigenti sindacali da parte del regime fascista. Nel giugno del [[1923]] si tiene l'esecutivo allargato dell'Internazionale Comunista, in cui si discute sia delle responsabilità di Amadeo Bordiga riguardanti la situazione della sezione italiana dell'Internazionale Comunista<ref>Il Partito Comunista d'Italia e gli altri partiti comunisti al di fuori dell'Unione Sovietica erano considerati come una sezione dell'Internazionale Comunista e le loro scelte dovevano seguirne le linee strategiche ma anche tattiche, soprattutto in momenti difficili come quello prefascista.
La base è irritata per le diatribe interne al gruppo dirigente, perlomeno così vengono lette le scelte compiute al vertice in un momento così tragico per la classe operaia e i rivoluzionari: lo stesso Tresso passa ad occuparsi esclusivamente del lavoro sindacale.
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