Hermann Lotze: differenze tra le versioni

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La posizione storica di Lotze è molto interessante. Sebbene egli neghi di essere un seguace di Herbart, la sua definizione formale della filosofia e la sua concezione dell'oggetto della metafisica sono simili a quelle di Herbart, il quale definisce la filosofia come tentativo di rimodellare le nozioni dato dall'esperienza.
In questo ambito egli forma con Herbart un'opposizione alla filosofia di [[Fichte]], [[Friedrich Schelling|Schelling]] ed [[Hegel]], che anelavano ad una conoscenza oggettiva e assoluta, e anche al criticismo di [[Kant]], che anelava a determinare la validità di tutta la conoscenza umana. Ma questo accordo formale include differenze materiali, e lo spirito che soffia negli scritti di Lotze è più dotato verso gli oggetti e le aspirazioni della scuola idealistica che al freddo formalismo di Herbart. Quello che tuttavia fu per gli idealisti un oggetto di pensiero isolato, l'assoluto, è per Lotze solo inadeguatamente definibile in rigoroso linguaggio filosofico; le aspirazioni del cuore umano, i contenuti dei nostri sentimenti e desideri, l'animo dell'arte e la base della fede religiosa devono essere messi tutti insieme per poter riempire l'idea vuota di assoluto con un significato. Queste manifestazioni dello spirito divino ancora non possono essere tracciate e capite riducendo (come fece Hegel) la crescita della mente umana nell'individuo, nella società e nella storia nel monotono ritmo di uno schematismo speculativo; l'essenza e significato che sono in loro si rivela solo allo studente dei dettagli, perché la realtà è più grande e spaziosa della filosofia, il problema, “come l'uno può essere molti”, è risolto solamente per noi negli innumerevoli esempi in vita e nell'esperienza che ci circonda, per cui noi dobbiamo ritenere un interesse vitale e che costituisce il vero campo di tutto il lavoro umano utile.

Questa convinzione della vuotezza dei termini e delle nozioni astratte, e per il riempimento della vita individuale, ha permesso a Lotze di combinare nei suoi scritti i due corsi nei quali il pensiero filosofico tedesco si è mosso dalla morte del suo fondatore Leibniz. Possiamo definire questi corsi con i termini di esoterici ed essoterici – le forme e la filosofia della scuola, coltivata soprattutto nelle università, che prova a organizzare la nostra conoscenza e ridurla al principio intelligibile, perdendo in questo tentativo il significato più profondo della filosofia di Leibniz; l'ultima filosofia non sistematizzata di cultura generale che troviamo nel lavoro di grandi scrittori del periodo classico, [[Gotthold Ephraim Lessing|Lessing]], [[Johann Joachim Winckelmann|Winckelmann]], [[Johann Wolfgang von Goethe|Goethe]], [[Friedrich Schiller|Schiller]] e [[Johann Gottfried Herder|Herder]], tutti loro espressero in gradi diversi la loro devozione a Leibniz. Lotze si può dire aver portato la filosofia fuori dalle stanze dei letterati nel mercato della vita quotidiana. Capendo e combinando quello che fu grande e di valore in ciò che era diviso e scompigliato egli divenne il vero successore di Leibniz.
Lotze fu frequentemente frainteso, grandemente ammirato, ascoltato da uditori devoti e letto da un circolo via via crescente, ma questo circolo non divenne mai una scuola filosofica.