Le ceneri di Gramsci: differenze tra le versioni

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Segue alle Ceneri ''Recít'', pubblicato nel 1956 su [[Botteghe Oscure (rivista)|''Botteghe Oscur''e]], dove il poeta prende lo spunto dall'accusa di oscenità che era stata fatta al suo [[romanzo]] ''[[Ragazzi di vita]]''.<br />Siamo ancora in un quartiere romano, [[Monteverde Vecchio]], e il poeta ode le minacce dei persecutori "sordidamente ossessi / contro chi tradisce, perché è diverso", ma non è capace di odio, "''quasi grato al mondo per il mio male, il mio / essere diverso".''
 
Il terzultimo lungo poemetto è ''Il pianto della scavatrice'', apparso nel 1957 su ''[[Il Contemporaneo|]]''Il Contemporaneo'']], in cui Pasolini ricorda i primi tempi del suo esilio, dopo la fuga dal Friuli, per atti osceni, rimpiangendo quei momenti di vita. Segue il lamento di una scavatrice, simbolo delle borgate che scompaiono e di un mondo che si rinnova, e per questo piange.
 
''Una polemica in versi'', che è il penultimo poemetto, apparve nel novembre del 1956 su "Officina" come risposta al contrattacco redazionale uscito su ''[[Il Contemporaneo|]]''Il Contemporaneo'']] nel giugno del 1956 in seguito ad un suo articolo,'' La posizione'', in cui criticava le durezze degli intellettuali comunisti. Fa da sfondo una [[Festa de L'Unità]] e il poeta si rivolge ai [[Comunista|comunisti]] accusandoli di "brutalità della prudenza", di mancanza di passione, d'incapacità a servire il popolo.
 
La raccolta si chiude con l'ultimo poemetto dal titolo ''La Terra di Lavoro'' che porta la data 1956 e che era uscito su ''[[Nuovi Argomenti|]]''Nuovi Argomenti'']] nel 1957. Il poeta descrive un treno affollato di pendolari, soli, che hanno per nemici "''il padrone"'', ma anche "''il compagno che pretende / che lottino in una fede che ormai è negazione / della fede''".
 
== Composizione musica ==